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032 ..:: 30.07.2019

..:: La copertina dell'ultimo lavoro editoriale di Matteo de Musso dal titolo "Ho ritrovato l'Alagi".

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TRINITAPOLI ..:: Capita talvolta che il silenzio cessi. Ma solo di quel tanto per consentire di far giungere un po’ di luce su fatti e persone che, ingoiati dal fluire impietoso del tempo, ricoperti fino a poc’anzi da una polvere che magari tutti noi avevamo contribuito a spargere, e così si offre alla generalità un aspetto nuovo della realtà. Quando? Allorché qualcuno, per esempio, offre alla più generale riflessione pagine del nostro passato racchiuse in scritti, foto, ricordi che son passati di bocca in bocca per un certo lasso di tempo nel ristretto nucleo familiare, senza avere il pudore di sporgere la testa fuori di quel ristretto habitat.
A noi, perciò, pare quasi di origliare dietro una porta e carpire ciò che segreti non sono, anche se sono apparsi tali fino a non molto tempo addietro. Confessioni? Non proprio! Sfoghi? Nemmeno! Sono racconti di una vita intensa vissuta in maniera autentica e completa. Se poi il discorso si fa completo e quel grappolo di ricordi, foto, scritti divengono pagine di una pubblicazione che comincia a circolare, allora il gioco è fatto.
E’ quanto sta accadendo in questi giorni d’estate, allorché appare l’ultimo lavoro editoriale del giornalista-scrittore trinitapolese Matteo de Musso che, con il “HO RITROVATO L’ALAGI”, ci spinge a prender coscienza di ciò che ha significato per davvero il recente secondo conflitto mondiale, sotto l’ottica della Marina Italiana. L’ALAGI, infatti, che con grande meraviglia l’autore ci mostra, era un sommergibile italiano (Serie 600), un “battello”, come i marinai chiamavano quasi amichevolmente quegli scafi, che ha navigato nel Mediterraneo, ha combattuto con coraggio e sprezzo del pericolo tenendo alta la bandiera tricolore italiana per contrastare la flotta inglese che tentava di spadroneggiarvi al fine di mantenere i contatti con Malta, per essa fondamentale base d’appoggio. Vien fuori la domanda: ma perché fra i tanti proprio quel sommergibile? Presto detto. Su di esso ha prestato servizio il papà di Matteo per tutta la durata del conflitto, condividendo ansie, preoccupazioni, paure ed anche soddisfazioni.
Alla fine del conflitto tutto si è riassunto per lui in poche ma pregnanti decorazioni al Valor Militare e con la soddisfazione di aver fatto tutto il proprio dovere al servizio dell’Italia, per un futuro migliore. Non manca il nostro autore di rivolgere un ricordo ai tanti marinai che sono periti in quello stesso conflitto, ed ha loro dedica toccanti e veementi versi. Questi: “ECHI DALL’ABISSO –“Lo spasimo maggiore / sta tutto nel tirar su / dal fondo del cuore / voci accorate / di anime disperse / tra i flutti. / Carpire i pianti / della gente di mare / che sanno di sale / e poi, agitando pacatamente / la novella quiete, / scovare una ragione, / una ragione vera / per non dimenticare”. Ed ora su, coraggio, immergiamoci nella lettura!

Pasquale Centa

 

..:: Alcune foto del trinitapolese Gregorio de Musso, inserite nell'ultimo lavoro editoriale di Matteo de Musso dal titolo "Ho ritrovato l'Alagi".

Note:

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