062 ..:: 17.11.2018
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SAN FERDINANDO DI PUGLIA: Lo stand della
OnlyMoso a San Ferdinando di Puglia. L'azienda è produttrice
di vivai di Bambù.
SAN FERDINANDO DI PUGLIA ..:: Le azioni di
trasferimento delle conoscenze, unite alle azioni di
informazioni agli agricoltori, devono essere inserite al
primo posto di un Programma di Sviluppo Rurale (PSR). Non
basta presentare in un convegno un semplice «report» sulla
agricoltura in atto in una determinata zona, ma occorre
prevedere nello stesso seminario «nuove colture». Solo in
questo modo, gli agricoltori e l’agricoltura regionale può
andare avanti ed essere “trainante” per tutto il territorio
nazionale. Gli agricoltori, quelli più volenterosi,
industriosi, capaci, pieni di iniziative, devono avere un
ventaglio di indirizzi su cosa investire, su cosa piantumare,
ed essere certi che l’impresa ne valga veramente la pena per
poter investire nelle “nuove piantagioni” nei loro campi,
anche a “lungo termine”.
Ma per fare questo, occorre che qualcuno inizia a parlare di
“nuove colture” della zona, nel proprio territorio di
residenza, nella propria Regione e soprattutto che ci sia un
“aiuto comunitario” per queste nuove colture.
Tra gli stands che abbiamo visitato questa mattina, alla
“58^ FIERA NAZIONALE DEL CARCIOFO” di San Ferdinando di
Puglia, nella Sesta Provincia Pugliese, vi era uno gremito
di persone. Poiché il tempo era piuttosto brutto, piovoso e
faceva freddo, ci siamo avvicinati anche noi per vedere di
cosa si trattava.
Era uno stand di normale grandezza, quelli “standard” per
capirci, con una insegna della OnlyMoso®, azienda
specializzata in piante madri per la piantumazione di
bambuseti adatti sia alla produzione di “germogli
alimentari” che di “fusti di legname”. Due erano
gli “addetti ai lavori”. Il primo seguiva un filo logico
dell’argomento relativo alle nuove piantagioni ed il “Bambù”
faceva da padrone; l’altro era una signora, addetta agli
assaggi e alle vendite delle confezioni dei prodotti
commestibili derivanti da questa speciale coltivazione di
“germogli di bambù” alla quale va un particolare
ringraziamento per i prodotti che ci ha fatto assaggiare.
Non vi nascondo che ero piuttosto scettico poiché nella vita
mi occupo di tutt’altro, ma ero dell’idea che ascoltare una
persona erudita in questo campo, potesse far nascere un
certo interesse su questa “strana piantumazione”. Strana
piantumazione perché pensavo che il “Bambù” potesse trovare
terreno fertile solo nelle zone paludose, e la nostra,
quella del “Basso Tavoliere” o “Tavoliere Meridionale” non è
certamente una zona paludosa.
Ero altresì convinto che l’impiego del “Bambù” era piuttosto
circoscritto in agricoltura, in edilizia, nel campo
dell’arredamento ed in quello del design. Insomma, ero
rimasto nel Duecento, all’epoca di Marco Polo, quando nel
suo Milione narrava che il “Bambù” veniva impiegato per
intrecciare corde per tirare a secco le navi, oppure, nella
guerra del Vietnam, quando veniva utilizzato per la
creazione di trappole.
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Nella foto, alcuni prodotti di "Germogli di
bambù" confezionati con il marchio "Bambita" dal Consorzio
Bambù Italia.
Ma veniamo ai giorni nostri!
I tre punti chiave della «mission» dell’azienda OnlyMoso®
la cui sede legale è in via Raffaello, al civico 3/a nella
città di Cattolica, in provincia di Rimini, sono quelli
riconducibile a: offrire agli imprenditori, nuovi prodotti
sui quali poter sviluppare dei mercati innovativi e di
generare posti di lavoro nel settore agricolo; portare la
coltivazione del “Bambù” in Italia per dare nuove
opportunità di «business» agli agricoltori e investitori;
creare una opportunità di “reddito green”, in linea con le
esigenze della società moderna tenendo nella dovuta
considerazione l’ambiente.
Il signor Antonio Filannino, responsabile commerciale
coltivazioni OnlyMoso® afferma che «Per realizzare un
“bambuseto” basta disporre di almeno un ettaro di terreno.
La densità di impianto può variare da un minimo di 600 ad un
massimo di 1800 piante per ettaro. Il terreno deve essere
arato, pulito ed erpicato per accogliere la nuova
piantumazione del “Bambù”. E’ bene altresì provvedere ad una
semina di trifoglio nano per contenere al massimo le
infestanti. L’impianto dovrà essere predisposto di un
impianto di irrigazione a goccia lungo i filari. Una novità
di questa coltura è quella che non richiede trattamenti con
prodotti chimici poiché ha già di per sé le proprietà
antibatteriche antimicotiche naturali». Insomma, a quanto
pare, se consideriamo altre colture della zona, vi è un
risparmio notevole sulle attrezzature, sui prodotti, e
soprattutto per chi ama il verde, vi è un impatto positivo
sulla salute e l’ambiente circostante.
Per ottenere il primo raccolto, si dovrà attendere in media
4-5 anni, del resto è al di sotto di altre piantumazione
come ad esempio l’olivo che si dovrà attendere una decina di
anni.
Abbiamo chiesto esplicitamente al signor Antonio
Filannino alcuni chiarimenti inerenti «la redditività»
della coltivazione del “Bambù”. La risposta è stata la
seguente: «Il ricavato di un bambuseto dipende da tre
fattori: quantità di germogli; canne prodotte; prezzo di
mercato». A quanto sembra, considerato i prezzi di questo
ultimo periodo, e cioè che i «germogli» si vendono a 2,00
Euro al Kg e i «culmi» prodotti in una estensione di un
ettaro si aggirano a 1500 pezzi, il ricavo dovrebbe
aggirarsi intorno ai 40.000 Euro per ettaro. Ma si sa, che
per una accuratezza del ricavo, occorre effettuare un
«business plain» e seguire con passione tutto l’iter di
produzione: dalla fase preparatoria del terreno, a quello
dell’innaffiamento del “Bambù” a quello relativo della
raccolta.
I coltivatori di mezza età e quelli più giovani sono pronti
per la grande sfida della «nuova coltivazione del Bambù»
oppure ritengono che coltivare il terreno come facevano i
nostri nonni negli anni passati porterà ad un arricchimento
esponenziale?
I consigli che mi sento di dare agli agricoltori della zona,
dopo questa mattinata di ascolto, sono tre: l’agricoltore
che lavora il terreno dovrà necessariamente diversificare la
produzione; è bene eliminare tutte quelle colture la cui
produzione è “alla pari o al di sotto degli investimenti
effettuati nell’anno”; occorre sensibilizzare la Regione
Puglia, insieme alla Comunità Europea che vengano attivati
“aiuti comunitari” ai giovani agricoltori che intendono
investire nell’agricoltura nuove colture, compreso quello
del “Bambù”.
Ad Majora.
Agostino Del Buono
agostino.delbuono@lasestaprovinciapugliese.it
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Nella foto, alcune confezioni di Pesto di
Bambù e Germogli di Bambù prodotti dal Consorzio Bambù
Italia con il marchio "Bambita".
Riferimenti:
www.onlymoso.it
- Vivai OnlyMoso di Fabrizio Pecci - Via Raffaello
3/A - Cattolica (Ravenna)
www.bambita.it
- E' un marchio della CBI S.p.A. (Consorzio Bambù
Italia)
Antonio Filannino - Responsabile
Commerciale Coltivazioni Only Moso - Telefono
Cellulare: 388.0504976 |
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