020 ..:: 27.06.2015 - 08:30
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..:: Ddl Scuola: Quando la poltrona è più importante di una
Legge.
TRINITAPOLI ..:: Sin da piccolo, i miei
genitori, i miei nonni, i miei zii, mi hanno inculcato nella
mente che il bene di una società risiede in ognuno di noi.
Pertanto, ogni cittadino deve avere rispetto delle
Istituzioni: da quella della famiglia a quella economica,
dall’istituzione morale a quella giuridica, dalla
Magistratura a quella propriamente politica. Il rispetto ci
deve essere tra tutte le persone, cittadini, e i
professionisti che ricoprono le loro cariche istituzionali.
A distanza di cinquanta anni, mi rendo conto che i consigli
e l’educazione ricevuta, forse, non sempre sono in linea con
la realtà che ci circonda. L’unica arma democratica che il
cittadino ha a disposizione, forse è «il voto». Il voto ci
viene richiesto più volte in un anno: nella vita politica,
sindacale, aziendale, associativa, scolastica, parrocchiale
e così via dicendo. Il voto, come si può facilmente intuire,
è importante in tutti i settori della vita, ma diventa
ancora più importante quando si tratta di eleggere il
Sindaco nella propria città, il Presidente della Provincia,
il Presidente della propria Regione, i Deputati e Senatori
della propria Nazione. Anche qui i cittadini dovranno
esprimersi oculatamente leggendo con molta attenzione il
loro programma. Se assistiamo ad una trascuratezza o ad una
deviazione del programma pre-elettorale, possiamo sempre
ricordare ai signori politici che stanno andando oltre la
zona «off-limits». Si può, in questo caso, partecipare ad
uno sciopero, ad un flash mob, a delle proteste di piazza e
così via dicendo. Se la politica è «onesta» e lo sono anche
i politici, dovrebbe ascoltare e prendere quello che c’è di
buono nelle proposte che vengono dai cittadini. Ma tutto
questo per il Ddl Scuola non è avvenuto sin dall’inizio. Il
Decreto è calato dal cielo, non c’è stato alcun cambiamento,
anche dopo aver scioperato in ottocentomila il 5 maggio
scorso, anche dopo le manifestazioni di piazza, dopo il
blocco degli scrutini.
E così, dopo l’approvazione del Ddl Scuola alla Camera, è
approdato al Senato.
Spinti dalla grossa ed ampia protesta degli insegnanti, i
senatori della Repubblica, hanno dato spazio alle udienze
dei docenti, dei gruppi sindacali, delle associazioni che si
occupano di Scuola. Non potevano non ricevere coloro i quali
avevano qualcosa da dire a favore della Scuola pubblica.
Erano tutte proposte serie e ben meditate da chi svolge
questo importante ruolo di insegnamento. Non ascoltarli,
sarebbe stato una seconda «défaillance» non perdonabile dai
cittadini elettori.
L’ascoltare gli insegnanti era diventato «obbligatorio» per
i politici italiani. In fondo, quanti di noi ascoltano gli
extra comunitari che ci chiedono l’elemosina per strada?
Quanti di noi ascoltano la vecchietta novantenne che abita
vicino casa e racconta delle cose non sempre fluide? Quanti
di noi ascoltano delle cose non desiderate? Più o meno così
è stato anche per gli insegnanti.
Alcuni politici italiani, senatori, appunto, per lo più
appartenenti al Movimento 5 Stelle e SEL, hanno sin da
subito ascoltato gli insegnanti ed hanno avanzato così
modifiche ben formulate al Ddl Scuola che doveva essere
discusso al Senato della Repubblica. Anche alcuni senatori
appartenenti al PD che fanno parte dell’attuale maggioranza
di Governo hanno elaborato alcune modifiche al Ddl Scuola
che proveniva dalla Camera dei Deputati. Insomma, per una
volta, sembrava che la maggioranza e l’opposizione erano
entrati in sintonia per elaborare seriamente ed in modo
costruttivo il Ddl Scuola con tremila emendamenti
presentati. Ma il Governo di centro-sinistra non desiderava
e non desidera che altri politici al di fuori di quelli del
PD partecipino alla buona riuscita del Ddl Scuola. Così con
una «mossa a sorpresa», il giorno 25 giugno ha chiesto la
fiducia al vecchio Ddl Scuola contestato da tutti,
proveniente dalla Camera. Così, con un colpo di mano, i voti
favorevoli sono stati 159 e i contrari sono stati 112.
Nessuno astenuto. E le decine di consultazioni che si sono
avute al Senato della Repubblica che fine hanno fatto? E’
stata solo una farsa «Made in Italy». Una sceneggiata solo
per «prendere tempo» e ricompattare il partito politico. E’
quanto sostengono gli esperti. In fondo, la poltrona dei
politici è molto più importante che di una Legge.
Ad Majora!
Agostino Del Buono
agostino.delbuono@lasestaprovinciapugliese.it
© Riproduzione Riservata.
Info: Se si desidera
pubblicare su questo sito altre fotografie della
manifestazione di sciopero degli insegnanti si può
inviare il materiale il materiale in
redazione@lasestaprovinciapugliese.it |
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..:: Ddl Scuola: Sciopero del 5 maggio a Bari.
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..:: Ddl Scuola: Sciopero del 5 maggio a Bari.
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