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013 ..:: 05.07.2020

..:: La copertina del libro di Matteo de Musso "Aria di Paese 2".

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TRINITAPOLI ..:: Vede la luce la seconda raccolta dell’agile ricerca demologica condotta del giornalista Matteo de Musso con il titolo: “ARIA DI PAESE 2” (del Negro Tip. Trinitapoli) che tiene dietro alla prima apparsa nel 1995. Essa porta avanti la raccolta di modi dire rivenienti dalla saggezza degli anziani, consolidata nell’universo paesano dell’autore: Trinitapoli! Non si tratta di una raccolta di proverbi nel senso più stretto del termine, bensì modi di dire rarefatti nella loro stesura mnemonica, che si caratterizzano comunque come “documenti” di un retroterra culturale proprio di un microcosmo paesano qual è quello della cittadina del Basso Tavoliere.
Come nella prima parte, anche in questa la caratteristica preminente della pubblicazione, ed oserei dire di metodologia semantica, è la secca enunciazione del “detto”, così come è uscito dalle labbra dell’affabulatore di turno. Ad esso fa seguito un racconto dalla stesura limpida sortito dalla penna dell’Autore, il cui scopo precipuo è quello d’introdurre pian piano il lettore nella spiegazione dei termini usati un tempo nel vernacolo trinitapolese, oggi puntualmente dilavato nella lingua nazionale, e di procedere subito dopo ad una puntigliosa descrizione dell’ambientazione genuina che gli diede i natali.
Ecco perché, se per l’altro volumetto, si parlò di “quadretti” del paese che fu, oggi è doveroso aggiungere che, “quadretto” dopo “quadretto”, tessera dopo tessera, il mosaico o affresco, se si preferisce, si avvia alla completezza, e il tutto appare davvero straordinario nella sua stesura plastica! La gran mole di racconti, curiosità e storielle, a volte vere e proprie amenità, si condensano in poche pagine che sciorinano l’aneddotica più schietta; la cittadina si anima così all’improvviso di fantasmi giocherelloni disposti a dialogare con il lettore, usando termini desueti che, catalogati e raccolti, costituiscono una particella di quell’immenso universo orale che è poi il substrato più autentico della Cultura popolare.
Per chi ha già vissuto “l’avventura” della prima parte, sarà quasi naturale riprendere il viaggio. L’ambiente, si è già detto, è lo stesso dell’antico «Casale», mentre la protagonista principale del grande “affresco” è sempre la gente semplice che, lavorando, divertendosi, pregando, sorridendo e parlando metteva in scena, inconsapevolmente, la più grande e disincantata delle rappresentazioni che, pur in un canovaccio per tanti versi prevedibile e perfino scontato, ci sorprende per la genialità di alcune soluzioni, per la spontaneità delle trovate che andavano a rompere il ritmo ossessivo della ripetitività ed oggi – questo è importantissimo sottolinearlo – inducono in noi il sorriso. Approfittiamone, perché non è che ci siano molte occasioni oggi per sorridere. Guardiamoci intorno…
 

Alfredo Digiorgio

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