003 ..:: 25.01.2019
..:: Alcune immagini tratti dal libro
"Quadriglia Casalina" (La sua storia).
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TRINITAPOLI ..:: Trinitapoli balla, o
dovremmo dire ballava? Oddio, balla ancora, sia ringraziato
Iddio, ma non ai ritmi e con la musica che vuol raccontarci
Ruggiero Di Benedetto, autore di un testo che, siamo
sinceri, ha destato non poca meraviglia in più d’uno in
città: “QUADRIGLIA CASALINA”.
La quadriglia? Si sarà detto più d’uno, e cos’è? Ecco
spiegato l’arcano e motivato la discesa in campo (difficile
e non privo d’inciampi) del bravo autore: spiegare
soprattutto ai giovani nascita e movenze d’un ballo che
furoreggiava nei tempi antichi, vuoi in occasione delle
feste locali organizzate per i matrimoni e vuoi nelle tante
desiderate ed attese serate in cui la gioventù qui a
Trinitapoli era solita lasciarsi andare all’allegria ed al
divertimento. E non crediate che fosse facile eseguire alla
perfezione i passi, le movenze, le figure che la tradizione
imponeva fossero rispettate alla lettera.
Le origini? Il bravo Ruggiero, scavando scavando, è riuscito
a dare a quel ballo popolare ascendenze nobiliari. Pare
infatti che esso ebbe natali francesi, come evoluzione di un
altro ballo denominato “Cotillon della Prateria”, praticato
nel 1400 da un gruppo di lancieri e da aristocratici con un
numero minimo di quattro coppie, da cinque sequenze e
diversi passi.
Ma la prima nazione che adottò quella danza fu l’Italia e
prima regione ad aver manifestato interesse per la
“quadriglia” pare fosse stata la Campania che ebbe anche la
voglia, il desiderio, l’abilità di modificarla a tratti,
inserendo ed arricchendola di sequenze e passi aggiuntivi.
Ad essa s’interessarono anche maestri di musica rinomati,
avvinghiandone movenze e ritmi alla già famosa tarantella.
Naturalmente il ballo giunse anche in Puglia, adottato nelle
feste, nelle cerimonie e spettacoli teatrali, trascinando
folle variopinte e diversamente assortite, in un sano e
divagante divertimento. Giunse anche a Casal Trinità (antica
denominazione della nostra città), arricchendosi
progressivamente (fino ad un massimo di cinquanta sequenze),
e poi ancora molteplici passi e figure originalissimi,
rendendo la quadriglia più fantasiosa, festosa e decisamente
piacevole. Si deve, racconta sempre Di Benedetto, anche alla
nobile famiglia Staffa (di origine albanese, ma trapiantata
con un ramo a Trinitapoli), se la “quadriglia” si diffuse
rapidamente tra il popolo dei lavoranti: un modo allegro e
leggero per concludere una giornata di lavoro nei vasti
possedimenti di quella nobile famiglia.
Frammenti interessantissimi di questa bella storia, non
tanto passata, sono contenuti nel bel testo (pp. 180 circa,
con un corredo di bellissime foto a colori), che si fregia
in apertura della prefazione dell’Avv. Francesco Di Feo,
Sindaco di Trinitapoli. Chi vuol immergersi più
profondamente nell’argomento ora sa dove rivolgersi.
Matteo de Musso
mdemusso@alice.it
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