013 ..:: 06.11.2017 :: 19:00
..:: A sinistra un particolare della
Madonna di Loreto; a destra il medaglione con su
raffigurante la Madonna di Loreto.
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TRINITAPOLI ..:: Da qualche tempo qualcuno ha voluto affermare l’idea
che la chiesa della Madonna di Loreto di Trinitapoli
esistesse nel 1204 e questo in virtù di un documento
notarile che afferma: “Instrumentum donationis duarum
terrarum prope Sanctam Trinitatem de petra et prope Sanctam
Maria de Loreto, cannenses Ecclesias, sub anno Domini 1204”.
V’è però chi dà poco credito a questa fonte e lo scetticismo
si basa essenzialmente su pochi, ma pregnanti dati. Intanto
non convince la citazione “de Loreto” che sa tanto di latino
addomesticato (sarebbe stato più corretto un “de laureto”),
soprattutto se si considera che nel 1204 la lingua
uffi-ciale dei notai era il latino ed il volgare non era
ancora nato, così come Dante. Ma i dubbi sono de-stinati ad
ampliarsi: se infatti si accetta l’idea dell’esistenza di
quel nostro tempio in quell’anno (null’altro che una modesta
chiesetta di campagna), si dovrebbe ipotizzare una sua
edificazione sul finire del 1100. Non è che a quei tempi le
cappelle nascessero come funghi dall’oggi al domani…
Sarebbe però come dire che il tempio è più antico
dell’affresco della Madonna in esso contenuto, che esperti
datano, per quel poco di originale che si può ancora vedere,
quasi univocamente tra il 1400 ed il 1500. Non solo, ma
mettendoci alla sequela di quel documento, si andrebbe
incontro ad una stortura ancor più macroscopica.
Dando infatti per esistente nel 1204 a Casal Trinità (la
futura Trinitapoli) una cappella dedicata alla Madonna di
Loreto essa entrerebbe in conflitto con la S. Casa, giunta
nelle Marche solo nel 1294, mentre è ampiamente documentato
che solo tra il 1500 ed il 1600 sorsero per ogni dove in
Italia: chiese, cappelle, oratori e santuari, e prese avvio
la consuetudine di attribuire a persone (per eviden-ti scopi
devozionali) i nomi di Loreto, Loreta, Loredana ecc. Di
fronte a queste obiezioni l’ipotesi iniziale scricchiola!
Sopravanza però una nuova tesi, forse non del tutto
peregrina, che potrebbe chiarire tutto. In pratica qualcuno
pensò di agganciare la modestissima chiesa extra moenia di
Trinitapoli (Parrocchia dal 1943 e Santuario Mariano dal
1971) che, come afferma il Can. Maurantonio Vincitorio,
accoglieva un affresco venerato nell’Ottocento con il titolo
originale di “Madonna delle Grazie”, e con festa propria nel
mese di settembre, al celeberrimo santuario marchigiano.
Perché? Nel tentativo ingenuo, se vogliamo, di dare al
tempio trinitapolese maggior lustro. Un’operazione che
impose però due in-novazioni: 1. il cambio nel titolo alla
Madonna; 2. la redazione di un atto di donazione fasullo.
L’occasione propizia, sempre stando a questa tesi, potrebbe
essersi presentata negli anni in cui si diede veste più
dignitosa al tempio (tra il 1827 ed il 1845), allorché nel
rifare la facciata si volle co-piare proprio quella del
Santuario anconetano e che l’intenzione fosse proprio quella
di creare una sorta di “gemellaggio” con la città
marchigiana, è dimostrato anche da alcuni elementi che
occorre tenere in debita considerazione.
Per ora limitiamoci ad osservare attentamente il medaglione
della Confraternita di “S. Maria di Lo-reto”: non credete
che sarebbe stato opportuno riprodurvi l’affresco della
titolare del Santuario o quanto meno della sua statua lignea
risalente al XVIII sec.? Invece su di esso appare la sagoma
tronco-piramidale della Madonna anconetana in dalmatica. Un
caso? E’ difficile in circostanze si-mili credere al caso!
V’è ancora spazio, comunque, prima di tirare in ballo un
altro elemento proba-torio (lo faremo magari più in là) per
un’ulteriore e seria riflessione anche alla luce di questi
dati, allo scopo di giungere ad una ricostruzione veramente
credibile della storia del Santuario. Solo per amore della
verità, non per altro.
Matteo de Musso
mdemusso@alice.it
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