016..:: 20.06.2013
E’ tempo di quadri! Quadri non intesi quelli che vediamo in
una mostra d’arte collettiva o personale, ma quadri noti
come «prospetti scolastici di fine anno».
Genericamente vengono detti «quadri» ma vanno anche sotto il
nome di «tabelloni finali» o «prospetti finali».
Essi rappresentano un prospetto riepilogativo, uno per ogni
classe, dove vengono inseriti quattro elementi: le
discipline impartite dai singoli docenti della classe; i
cognomi e nomi degli studenti iscritti in quella classe; la
valutazione di fine anno con un voto numerico dal 6 al 10;
la parte riferita al giudizio sintetico di “promozione” o di
“non promozione” alla classe successiva.
E così, per gli studenti che hanno lavorato seriamente per
tutto l’anno scolastico, la promozione è assicurata, ma per
coloro che non hanno fatto nulla, o quasi, potrebbe esserci
qualche sorpresa. Bella, se si è stati «promossi»; brutta,
se si è stati «non promossi alla classe successiva».
In tutti i casi, vi è sempre quell’ansia, quel tremolio
mentre si salgono le scale dell’Istituto di appartenenza. Un
attimo in cui si è «incerti», in cui si vaga con la mente e
lo stato d’animo pieno di dubbi, un po’ contenti, un po’
turbati.
Ma è un viaggio obbligatorio, a senso unico dopo 200 giorni
di scuola a cui vanno sottratti, ovviamente, tutti i giorni
di assenza per malattia, quelli relativi agli scioperi seri,
e quelli, sempre più numerosi, dei “filoni”.
Un’ultima passeggiata che bisogna compiere prima delle
meritate vacanze estive.
E così, gli studenti che godono di una buona vista possono
“vedere” da lontano il risultato finale, ma per coloro che
hanno bisogno di occhiali, dovranno avvicinarsi sempre più
al prospetto esposto all’ingresso della Scuola.
Dopo aver visto la propria posizione, si scorre velocemente
l’elenco degli amici della classe e fare un raffronto tra i
voti avuti con quelli degli altri amici di classe.
Iniziano i commenti sulla «promozione concessa facilmente ad
alcuni» e su quella «meritata» per gli altri.
E’ proprio in questo momento che l’alunno valuta gli
insegnanti e l’Istituto scolastico.
Si, perché anche loro danno una valutazione sull’operato dei
docenti e dell’intera struttura organizzativa scolastica.
Se un loro amico, ad esempio, ha avuto in tutto l’anno
scolastico voti negativi decimali che vanno dall’1 al 4 e
alla fine dell’anno appare un bel 6, 7 o addirittura un 8
sul tabellone, la serietà del docente va in fumo ed è
seriamente compromessa per gli anni successivi.
Allo stesso modo lo si fa per l’Istituto scolastico.
Pensate per un attimo che i voti negativi siano stati in
sette o in otto discipline su un totale di dodici
complessivi di un curriculum scolastico, la serietà del
docente e della Scuola tutta va completamente «in fumo».
Chi si fiderà più nella Scuola? Chi crederà nella
correttezza professionale degli insegnanti e soprattutto
nella «valutazione in itinere» che viene effettuata durante
tutto l’anno scolastico e di fine anno?
Sono queste le cose che devono far pensare al docente in
sede di «scrutinio finale». Non è il fatto di essere “buoni
d’animo” fino alla fine che porterà allo studente
l’ammirazione del «buon docente». Non è il fatto di trovarsi
nell’anno di prova che deve portare l’insegnante ad alzare
la mano per la promozione all’anno successivo, né tanto meno
quello di trovarsi alla prima esperienza di insegnamento e
quindi concedere un bel sei politico a tutti.
Se l’alunno che ha frequentato il primo anno di scuola
superiore, insufficiente in 7-8 discipline si è visto
promosso con qualche debito formativo cosa farà a partire
dal secondo anno?
Avrà ancora la voglia di studiare o ha capito il meccanismo
che bisogna essere sufficiente solo in 4-5 discipline per
passare all’anno successivo?
E coloro i quali sono stati promossi con le «proprie forze»
cosa penseranno della «serietà professionale»
dell’insegnante e della Scuola?
Comunque sia, quello che conta per alcuni alunni è “ottenere
la promozione alla classe successiva”.
Con o senza debito.
Il resto non gli interessa. L’impegno, la partecipazione, il
comportamento, le attività extrascolastiche svolte
nell’ambito scolastico sono un di più per i giovani che
studiano costantemente.
Per gli altri, solo e semplicemente “voci di un processo
formativo” che non gli appartengono.
Come sarà la Scuola fra dieci anni? Quella seria che si
scrive con la “S” maiuscola?
Ci rivolgeremo al ragioniere commercialista per fare
un’attenta situazione di partenza del quinquennio in termini
di «crediti» e «debiti»? O i debiti si recupereranno nel
corso degli studi universitari?
Chi vivrà, vedrà!
Agostino Del Buono
agostino.delbuono@lasestaprovinciapugliese.it
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