Ecco i test per gli Addetti antincendio.

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009..:: 17.05.2013

Si sono concluse ieri le prove INVALSI con la somministrazione nelle classi seconde della scuola secondaria di secondo grado cominciate il 7 maggio con la Prova preliminare di lettura per le classi II e prova di italiano per le classi II e V primaria.
E, come ogni anno, numerose sono le proteste di insegnanti, genitori e studenti. L’inaffidabilità delle prove INVALSI è stata peraltro certificata a più riprese anche dallo stesso MIUR e questa tipologia di verifica è ormai sottoposta ad ampie critiche in molti Paesi in quanto “piegano” la didattica al “teaching to test”, ovvero ad un insegnamento di carattere meramente addestrativo che finisce per porre in secondo piano lo sviluppo delle capacità di riflettere, orientarsi, affrontare problemi complessi.
Oltre ad un problema di carattere metodologico-didattico, esiste anche un problema organizzativo che si ripropone annualmente: l’INVALSI dovrebbe occuparsi direttamente della rilevazione annuale degli apprendimenti, ma non lo fa perché non è in grado di retribuire un adeguato numero di esaminatori esterni; ne segue che la somministrazione è affidata ai docenti dai dirigenti scolastici, anche se tale attività non rientra assolutamente tra i loro compiti. Gli insegnanti si trovano “costretti” a svolgere una attività supplementare, che non consiste solo nella somministrazione, ma anche nella correzione e nel mero inserimento delle risposte in Rete “per conto” dell’INVALSI.
Ma vi è di più: l’istituto neanche si fida dei docenti somministratori. Da cosa lo si evince? Sicuramente dal metodo di calcolo dei punteggi complessivi che tiene in considerazione alcune “anomalie” nelle risposte date dagli alunni di ogni singola classe interessata alla prova INVALSI.
Questa “tecnica di correzione dei dati” si avvale di alcuni indicatori quali la media, la deviazione standard dei punteggi, l’indice di omogeneità delle risposte date al medesimo quesito e il tasso di risposte non date: utilizzando queste informazioni l’INVALSI calcola un numero tra zero e uno, detto “indice di propensione al Cheating” e lo assegna alla classe in questione. Il punteggio al netto del “Cheating” si calcola moltiplicando il punteggio totalizzato per la differenza tra uno e l’indice di propensione. Per esempio se uno studente ha totalizzato 100 e l’indice di propensione al “Cheating” della sua classe è pari a 0,08, allora il punteggio dovrà essere ridotto dell’8% e passerà, quindi, a 92 (= 100 X 0,92).

Agostino Del Buono

agostino.delbuono@lasestaprovinciapugliese.it

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