001 ..:: 16.04.2019
La pentola di Papin: una delle sessanta
domande al test preliminare che ha fatto discutere gli oltre
3.000 concorrenti che hanno preso parte alla selezione TFA
sostegno per la scuola secondaria di secondo grado di
Foggia.
FOGGIA ..:: Sessanta test a risposta
multipla con cinque opzioni di risposta a disposizione del
partecipante alla selezione per l’ammissione ai percorsi di
formazione per il conseguimento della specializzazione per
le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità
per l’anno accademico 2018/2019.
I quesiti dovevano essere così ripartiti: venti volti a
verificare le competenze linguistiche e la comprensione dei
testi in lingua italiana; quindici relativi alle competenze
didattiche diversificate in funzione del grado di scuola;
dieci relativi alle competenze su empatia e intelligenza
emotiva; dieci relativi alle competenze su creatività e
pensiero divergente; cinque relativi alle competenze
organizzative e giuridiche correlate al regime di autonomia
delle istituzioni scolastiche. Il punteggio totale per la
valutazione del test preliminare è pari a 30 punti. La prova
dovrà essere valutata come di seguito indicato: 0,50 punti
per ogni risposta esatta; 0 punti per ogni risposta non data
o risposta errata.
Nel primo pomeriggio del 16 aprile, all’uscita del
Padiglione n. 10 dell’Ente Fiera di Foggia, dove si è tenuta
la prova preselettiva, curiosi di sapere le domande
confezionate dagli «esperti» per i futuri docenti di
sostegno per gli Istituti secondari di secondo grado,
abbiamo chiesto qua e là, quali erano state le domande più
insidiose ed ingannevoli.
Si parte dall’anno bisestile a chi ha vinto il premio Nobel
della chimica; dalla sequenza dei tasti presenti sulla
tastiera del computer ad una serie di numeri da inserire con
logica; dalla forza gravitazionale di Newton a quale oggetto
indicato non serve per la costruzione in casa una pila di
Alessandro Volta; dal calcolo infinitesimale alla
gravitazione universale; dalla ricerca all’autore “non
laureato” tra quelli proposti agli oggetti mancanti nel
Medioevo; dagli strumenti che non avevano nulla a che vedere
con gli altri a fiato alla “pentola di Papin”. Si, proprio
quella che usa mia madre e mia moglie in cucina, per far
cucinare «a pressione» ed in fretta le pietanze succulenti.
Insomma, i tremiladuecento concorrenti, hanno perso un po’
di tempo per dare la risposta a questi ed altri quesiti
perché ritenuti «strani» per il ruolo che dovrebbero
ricoprire in seguito, quali insegnanti specializzati sul
sostegno. Un candidato ha aggiunto altresì che non si è
visto in nessun concorso della Pubblica Amministrazione la
«possibilità di modificare la risposta data». Le risposte
sono state apposte quindi su un questionario volante che era
l’unico documento ufficiale della prova e quindi, in fase di
correzione potrebbe accadere il peggio perché la risposta è
modificabile, secondo il giovane intervistato. Un altro
partecipante sostiene che un buon 60% delle domande inserite
in questa preselezione erano fuori tema rispetto a quello
indicato dalla normativa di riferimento. Una distinta
signora, ha affermato che le domande erano incentrate tutte
sulla “cultura generale” e non sulle competenze relative
all’empatia, intelligenza emotiva, creatività, pensiero
divergente e quant’altro indicato dal bando. Una insegnante
che ha dichiarato di lavorare da ben due anni sul sostegno
nella provincia di Foggia senza il “titolo di
specializzazione”, ha affermato che «molte domande erano
incentrate per lo più per la partecipazione a quiz
televisivi in onda nella fascia pre-serale, nelle reti più
disparate della nostra televisione». Ma si sa, come tutti i
concorsi, ci devono essere vincitori e vinti e sono proprio
quest’ultimi ad aver espresso un loro giudizio negativo
sulla prova. Ci auguriamo di ricevere anche i giudizi
positivi di questa selezione in modo da pacare gli animi e
confezionare un articolo improntato con questi giudizi
positivi. Qualcuno si è chiesto: Non era meglio se le prove
fossero stati uguali in ogni parte d’Italia, in ogni
Università, dal Nord al Sud del nostro Bel Paese? Non era
più obiettivo se le prove fossero state strutturate dallo
stesso Ministero dell’Istruzione il quale poteva diffonderle
a tutte le Università con il “plico telematico” lo stesso
giorno della prova, così come accade per gli esami di
maturità? Non era più equanime dare l’incarico ad un gruppo
di esperti o Ente di ricerca in modo di provvedere alla
valutazione dei futuri insegnanti così come accade per i
test degli alunni e studenti considerato che tutte le
Università hanno avuto migliaia di iscritti alla prova? Si
parla tanto di “graduatorie nazionali” ma alla fine ogni
regione, ogni Università, ogni Scuola viaggia per se in
questo «spazio stellare infinito».
Ad Majora.
Agostino Del Buono
agostino.delbuono@lasestaprovinciapugliese.it
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