031 ..:: 17.02.2018
..:: Nella foto: il prof. Domenico
Costantino.
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BARI ..:: Si è tenuto ieri, 16 febbraio
2018, nella «Sala Odegitria» presso la Cattedrale di Bari,
il convegno dal titolo “Il minore nello sport: Diritto ed
etica”. Dopo la presentazione dell’evento, destinato non
solo agli addetti ai lavori di associazioni sportive, ma
anche agli avvocati, ai giornalisti e ai liberi
professionisti, ecco i primi interventi. L’avvocato Luigi
Ancona, Responsabile Osservatorio di Diritto Sportivo e
Tutela del Minore che si è soffermato su “I minori e
responsabilità”; il prof. Avvocato Domenico Costantino,
Docente di Diritto di famiglia dell’Università di Bari che
ha relazionato su “Famiglia, minori e sport”, il dott.
Giampiero Spirito, Sociologo e Giornalista sportivo che
si è addentrato ne “L’informazione su sport e minori”; la
dott.ssa Benedetta Saponaro, Docente di Filosofia
morale dell’Università di Bari che ha analizzato il “Diritto
all’etica”; Don Franco Lanzolla, Parroco della
Cattedrale di Bari, Direttore Ufficio Famiglia della Diocesi
di Bari-Bitonto che ha approfondito gli aspetti de “Il
valore educativo dello sport”; il dott. Pasquale Laselva,
Psicologo, psicoterapeuta e docente nella scuola del Coni
che si è soffermato sul “Bullismo nello Sport”.
Considerato il titolo del convegno e gli argomenti trattati
dai relativi professionisti, è nostra intenzione di
pubblicare uno o più interventi nelle settimane che
seguiranno.
Oggi ci soffermiamo sul corposo intervento del prof.
Domenico Costantino dal titolo: “Famiglia, minori,
sport”.
Il concetto di diritto non indica le voglie ed i desideri di
un individuo, e meno che mai la sua Libertà individuale di
autodeterminazione, ma indica certe regole dei suoi rapporti
con altri, disposte per scopi specifici di ordine economico
e sociale. Il diritto, come gli altri prodotti dell’uomo,
quali la pittura e la musica, lo sport, cambia storicamente.
Ogni essere umano d’altronde ha delle qualità essenziali sia
nei rapporti in cui vive sia nelle situazioni che lo
circondano. Oggi siamo tutti convinti di essere liberi e di
fare ciò che vogliamo. La libertà individuale di
autodeterminazione è una componente predominante nei
rapporti. Però per sapere, per capire, per cambiare in tutte
le attività che esprimono nella nostra memoria il criterio
generale di giudizio si chiama “Amore”. Ciò perché la
funzione delle attività delle persone e dei rapporti di
tutti i prodotti dell’uomo e dell’ambiente, non è il denaro,
non è la supremazia, non è il potere, non è la vittoria ma è
l’Amore. Ed è la natura specifica della vita umana. A
differenza della vita vegetale e animale, la vita umana può
essere valutata, anzi viene valutata e giudicata dal punto
di vista degli altri. Educazione, istruzione, formazione,
arte, mestieri, professioni, compiti, diritti, doveri,
organizzazioni, governo, giustizia e sport non sono altro
che i modi di individuare, descrivere, rappresentare le
maniere di vivere della specie umana.
L’intervento sulla “famiglia” si intreccia in un tutt’uno
con quello dei “minori”. L’Avvocato Costantino,
prosegue su questa via affermando che «… Prima i minori
erano visti come oggetto di diritto e soggetti alla potestà
del papà e della mamma. Il 1989 è stato un anno cruciale per
la tutela dei bambini. Quell’anno ha segnato una svolta nel
cammino lento e faticoso percorso dalla comunità
internazionale. Viene adottata la Convenzione dei diritti
del bambino che segna il passaggio dal mero impegno morale
delle dichiarazioni ad impegni precisi per quelli stati che
aderiranno: non più semplici raccomandazioni ma un insieme
di regole. Da una corretta lettura delle pagine della
Costituzione si scoprono disseminati fra i principi
fondamentali norme che tutelano il fanciullo come uomo
(art.2), cittadino (art.3), figlio (art. 30) , minore (art.
31), lavoratore (37). Tra questi spicca l’art. 31, comma 2,
non solo per il contenuto ma anche per il linguaggio.
Nell’enunciato risaltano i verbi “proteggere” e “favorire”,
che nella loro unione conferiscono alla tecnica legislativa
una forza che è attuale e direttiva, proteggere e favorire.
La scelta dei termini non è casuale. E’ pensata. E’ un
invito ed anche un monito, quasi imperativo, rivolto al
legislatore ed ai giudici ad operare ed attivarsi perché nel
proprio ambito contribuiscano ad assicurare al fanciullo una
vera tutela. I padri costituenti promettono leggi volte ad
assicurare al bambino adeguata protezione. Oggi i bambini
crescono nell’alveo di una serie di modelli familiari.
Modelli che non sono disegnati dal legislatore per la tutela
dei gruppi ma per la tutela dei singoli. E quindi questi
bambini crescono nell’illusione della libertà, di poter fare
e dire ciò che vogliono. La rete ed i social network sono
strumenti che amplificano queste illusioni. C’è confusione
tra voglie, desideri e diritti. Per fortuna c’è lo sport.
Con le sue regole…».
Terminato l’intervento sui “minori” il prof. Costantino
affronta quello relativo allo “sport” creando in modo
egregio quel «trait-d'union» con i primi due punti.
«Nello sport, come in tutto l’ordinamento giuridico vigente,
le regole non sono fatte “dai bambini” ma “per i bambini”.
Le regole di questa tipologia di rapporti, che riguarda
l’unica attività che congiunge il gioco (destrezza, abilità,
prontezza) con la competizione (agonismo, rivalità,
combattività), sono fatte da gruppi organizzati.
Ciò significa che occorre considerare le situazioni di
“tempo” e di “luogo” in cui i bambini si trovano: dunque, da
un lato la famiglia, “gestori legali”, cioè le persone cui
sono affidati compiti di rango costituzionale di prendersi
cura di loro e dall’altro “gli organi e le organizzazioni
sportive”.
Dobbiamo prenderci insieme, cura di questi cittadini,
dobbiamo portare una nuova alleanza tra di noi. Dobbiamo
ascoltarli, dobbiamo comprenderli, dobbiamo guidarli. La
società oggi è dominata da individui che ovviamente sfuggono
alle regole. Noi abbiamo un dovere: dobbiamo trasmettere ai
nostri figli la cultura delle regole perché noi la
conosciamo, i nostri figli no.
Ma dobbiamo anche insegnare un’altra cosa ai bambini: che
non esistiamo se non c’è qualcuno che ci vede vivere, non
parliamo se non c’è qualcuno che ci comprende e non viviamo
se non c’è qualcuno che ci ama».
Agostino Del Buono
agostino.delbuono@lasestaprovinciapugliese.it
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