176 ..:: 30.09.2023
..:: Nella foto su in alto, la bandiera del
sommergibile ALAGI; giù in basso il cofanetto portabandiera
dello stesso sommergibile.
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TRINITAPOLI ..:: Siamo di fronte ad un
sogno! Sì, perché rimettere le mani su qualcosa che si
ritiene perduto quasi per sempre e poterlo nuovamente
riguardare, con amore e rispetto, può dare l’impressione di
essere un po’ fuori dal mondo.
Troppe volte, infatti, ci si è crogiolati nella speranza di
un recupero, a dir la verità quasi impossibile, e la
delusione ha poi preso il sopravvento. Allorché ci si era
interessati in una nostra pubblicazione “HO RITROVATO L’ALAGI”,
vorremo rammentarlo, incentrata sulle vicende belliche del
regio sommergibile ALAGI, che combatté nel
Mediterraneo per contrastare la flotta britannica, che
mirava a rifornire Malta, oltre che offendere per ovvi
motivi il nostro naviglio (prendendo lo spunto dal ricordo,
nel centenario della dipartita del nostro caro genitore),
che su quello scafo aveva percorso tutta la II^ guerra
mondiale, avevamo citato, tra l’altro, la bandiera di quel
nostro glorioso battello. Ed in particolare il discorso
passò al cofanetto artistico in cui essa era stata
contenuta. Opera quest’ultima nata dalle abili mani di orafi
di Carlo ILLARIO e F.lli di Valenza Po, come avemmo modo a
suo tempo di sottolineare.
Per la verità anche del cofanetto si erano perse le tracce
dopo che l’ALAGI era andato in demolizione, in
seguito alla fine del conflitto. Fortunosamente recuperato,
su nostra segnalazione, quel contenitore, e collocato oggi
nel Museo delle bandiere del Vittoriano a Roma, ma esso si
mostra privo del suo prezioso contenuto, ahimè noi! Della
bandiera di combattimento, infatti, non s’è trovata traccia.
Ora, nonostante la dettagliata descrizione del prezioso
cofanetto in argento e smalti (peso circa 2 kg.), non si
poté allora in quella circostanza andare oltre, con nostro
rammarico, e non solo nostro per la verità. Cosa quella
bandiera fosse stata per l’intero equipaggio, comandanti in
testa, che si succedettero al suo comando, è facile
immaginare… Sembrava a tratti di vederla garrire al vento,
issata sulla torretta dell’ALAGI... Essa insomma era
stata tutto. Era stata la patria lontana ed i valori che con
essa si erano affermati. Era stato il simbolo dell’anelito
di libertà ch’essa rappresentava. Era stata l’immagine, il
simbolo degli ideali che si erano difesi con sacrificio ed
abnegazione, lottando per un verso contro i marosi, ma
badando bene a tenersi lontani dalle armi nemiche.
Senza di essa, il cofanetto, se pur splendido esemplare del
suo genere, aveva ben scarso significato, diciamoci la
verità. Sì, ricordava quei tempi lontani, gli anni della
giovinezza che la guerra aveva marcato sulla pelle di tanti
giovani “eroi”, ma non diceva tutto. Anzi, diciamolo
chiaramente, diceva e dice ancora ben poco, mentre
contribuisce ancora oggi a far avvertire per intero l’amaro
in bocca a quanti a quel sommergibile sono ancora legati,
direttamente od indirettamente.
Occorre ancora cercare… Si sa che vi sono collezionisti
ansiosi di conservare preziosi reperti e ricordi di guerra,
e si osa magari sperare che un giorno o l’altro quella
gloriosa bandiera possa saltar fuori. E salterà fuori,
perché, come precisano da Roma, quella ripresa in una foto,
riporta un marchiano errore, oggi corretto per fortuna. Per
un momento ci è parso di sognare, ma dobbiamo ancora
attendere, dunque, che la fortuna ci arrida e salti fuori
l’oggetto a noi tanto caro...!
Matteo de Musso
..:: La copertina del libro: Ho ritrovato
l'Alagi, a cura di Matteo de Musso.
Sottomarino Alagi,
Seconda guerra mondiale,
Matteo de Musso,
Trinitapoli,
Ho ritrovato l'Alagi,
La copertina del libro: ho
ritrovato l'Alagi,
la bandiera del sommergibile
Alagi,
Il cofanetto portabandiera del
sommergibile Alagi,
La Sesta Provincia Pugliese,
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Il sommergibile Alagi è sempre
nella nostra mente. |
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