Oggi ci sfidiamo a crescere emotivamente competenti. Learning to fly and Emotional Intelligence. | ||
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302 ..:: 31.03.2021
..:: Nella foto, il logo dei Pink Floyd.
SANTA MARIA CAPUA VETERE ..:: In un pomeriggio di pioggia incessante alla radio sto ascoltando “learning to fly” (Imparando a volare) un brano indimenticabile dei Pink Floyd, come tutto il loro tredicesimo album “A Momentary Lapse Of Reason” che fu pubblicato il 7 settembre del 1987: “A soul in tension that’s learning to fly condition grounded but determined to try” (un anima in tensione che sta imparando a volare, legata alla terra dal proprio stato di natura, ma determinata nel tentare). Ogni giorno nello stesso modo incessante ognuno di noi fin da bambino affronta con la sua anima in tensione le sfide che la vita gli propone. Il punto di partenza spesso è anche la principale fonte di emotività, la scuola, sottovalutata eppure così centrale nel suo ruolo di insegnare a volare. La sfida educativa al giorno d’oggi per il mondo degli insegnanti e degli alunni è quella di promuovere le proprie competenze socio-emotive, dal maestro dell’infanzia spesso sottovalutato, ai docenti degli alunni più grandi andrebbe dato un supporto e delle indicazioni operative. Sarebbe interessante suddividere i momenti della giornata, in tre parti: prima di entrare a scuola, durante lo svolgimento del nostro lavoro scolastico e poi al termine delle attività, e mettere in campo, durante queste “parti di giornata”, l’accoglimento dell’altro per trasformare l’esperienza emotiva in una esperienza di apprendimento reale. Come diceva Arthur Schopenauer “se vuoi godere di ciò che vali, devi prima dar valore al mondo in cui vivi”, aggiungerei che per godere a pieno dei benefici della conoscenza in tutti gli ambiti educativi dobbiamo credo dar valore al nostro mondo, ancorché piccolo, discreto ma così laborioso. Nella gestione dell’educare all'affettività nella scuola, si riporta il pensiero che afferma che l'apprendimento non avviene a prescindere dai sentimenti dei ragazzi, il docente che sa usare l’affettività per educare i sogni, sa educare la stessa affettività verso le strategie di lavoro principali che sono da applicare a scuola per creare un gruppo coeso il peer tutoring e il cooperative learning. Il primo indica agli allievi di relazionarsi con i compagni con l'aiuto reciproco migliorando l'apprendimento delle relazioni sociali, affrontando insieme le esperienze e le attività ed è rassicurante, motivante, consente di condividere l'impegno che permette di raggiungere il successo grazie al supporto di compagni, inoltre questa modalità di lavoro permette di avere più spazio nella gestione del tempo. Daniel Goleman, scrittore psicologo contemporaneo, in “Emotional Intelligence” pubblicato nel 1995 afferma con convinzione che abbiamo due menti: una che pensa ed una emotiva che sente. Queste due “menti” interagiscono tra loro, una frase che mi ha molto colpita è: “le emozioni sono contagiose. Lo sappiamo tutti per esperienza, dopo un buon caffè con un amico ti senti bene”. Ed un’altra in particolar modo che dice: “se vogliamo vivere correttamente abbiamo bisogno di un certa abilità per muoverci tra diverse area il mondo interno, il mondo esterno ed il mondo degli altri”. Spesso non basta l’incoraggiamento perché occorre adottare alcune strategie come individuare un obiettivo specifico su cui lavorare e definire tempi e modalità di lavoro, scegliere chi tra gli alunni ha la funzione di proporre le attività d'aiuto. Si potranno citare le procedure e le modalità, esplicitare la finalità di lavoro è fondamentale per sollecitare la motivazione, questo è il modo per far creare la giusta relazione di classe, il cooperative learning serve ad incrementare le loro abilità, gli studenti devono vivere quotidianamente esperienze di collaborazione e attraverso il lavoro con i compagni che imparano a sopportare ed a riferire le proprie debolezze, ad ascoltare, a negoziare in una convivenza civile. Nelle relazioni tra docente e studenti e tra pari, la discussione di gruppo aiuta i rapporti interpersonali che possono aiutare a superare i momenti difficili, l’insegnante deve vigilare su queste dinamiche e intervenire per favorire la collaborazione, la produttività del lavoro dell'apprendimento cooperativo, è una metodologia di apprendimento fondata sulla cooperazione sull’intesa non solo come tecnica ma come oggetto da adottare nella vita, di una modalità di apprendimento in gruppo caratterizzata da una forte interdipendenza positiva. Inoltre oltre alla cooperazione nel chiedere loro di produrre insieme un qualche prodotto finale, l'apprendimento cooperativo è frutto della capacità di strutturare in maniera adeguata il compito da assegnare al gruppo, di allestire materiali necessari per l'apprendimento, di predisporre le attività per educare, non si basa sulle improvvisazioni ma un’accurata progettazione. Gli alunni della scuola sapranno acquisire le abilità basilari per entrare in relazione con altri, sapranno manifestare i desideri, le emozioni, per comprendere ciò che le persone esprimono con il loro linguaggio verbale. In base alla fascia di età possiamo individuare alcune fasce di età dalla scuola elementare alla scuola secondaria di primo grado. Dai cinque anni agli otto anni possiamo chiedere agli alunni di disegnare la propria classe un personaggio immaginario l'insegnante da questi disegni ricava le indicazioni utili, dalla grandezza dei personaggi, per la quantità di dettagli, segnano l'espressione di un clima positivo in una classe. Dai nove ai 16 anni le modalità che possiamo utilizzare con i ragazzi possono essere testo scritto, intervista, questionario: nel primo caso l'insegnante può dare tracce precise per lo svolgimento di un testo incentrato sulle esperienze e sulla vita in classe. Questo fornisce molte informazioni, ma spesso può non focalizzare l'attenzione sugli aspetti desiderati; l'intervista che può essere iscritta orale parte invece da domande mirate, che possono essere concordate con i ragazzi; il questionario realizzato può andare ancora più a fondo e aiutare l'insegnante a raccogliere informazioni in maniera sistematica. Ai bambini piace vedere un mondo colorato, vibrante, denso di attenzioni nei loro confronti, un team docente che favorisca la serenità e sappia utilizzare tecniche per gestirli in modo socialmente appropriato. Nel clima favorevole di classe anche alunni di una fascia d’età adolescenziale miglioreranno i loro percorsi formativi specifici e avranno modo di relazionarsi meglio con i genitori e con altre figure educative che incontreranno nel loro percorso.
Natalia Di Meo
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