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La Legge Bassanini e progettazione del curricolo.

003 ..:: 13.01.2017 :: 18:30

 

 

 

 

::: SOVERATO :: La società odierna, complessa e in movimento, esige mentalità creative e critiche, in grado di orientarsi nel difficile cammino della vita.
Negli ultimi decenni la Scuola, è stata oggetto di un cambiamento profondo e radicale che le impone, non solo di allinearsi agli standards richiesti dall’Europa, ma di proporsi come soggetto attivo in grado di qualificare la sua offerta formativa e fungere, al contempo, da volano per poter interagire con le aspettative di tutti gli stakeholders di riferimento.
Dopo un primo bilancio della strategia di Lisbona, l’Unione europea guarda già ai prossimi 10 anni e promuove una forte integrazione tra le politiche educative e quelle del lavoro, valorizzando il fare e l’agire (Strategia Europa 2020).
Impegni assunti a livello europeo come il Memorandum europeo 2008, il «Quadro unico europeo dei titoli e delle qualifiche» (EQF) 2008, il «Potenziamento dei partenariati fra istituti d'istruzione e di formazione e le parti sociali 2009», le recenti Conclusioni del Consiglio Europeo (2009 e 2010), e “ Education at a glance 2010) costituiscono risposte puntuali a queste sfi de, e , come ha dichiarato Jân Figel, segnano “l’inizio di una nuova era nelle politiche per la gioventù a livello dell’UE”.
Accanto a “Saper essere, Saper fare e Saper innovare” si configurano tre categorie di modi di apprendere: formale, non formale ed informale. (Investing in Human and Social Capital: New Challenges)
Necessitano competenze di base (Literacy and foundation skills),quindi , ma anche le competenze a carattere non cognitivo (non-cognitive skills) come la creatività, il pensiero critico, il problem solving e la capacità di lavorare in gruppo: competenze di tipo generativo, trasferibili, finalizzate al loro utilizzo pragmatico nel mondo.
Ne consegue la necessità di una scuola di qualità, realizzata attraverso la “essenzializzazione” e la “razionalizzazione” dell’intero quadro normativo (Piano programmatico, Dpr 15 marzo 2010).
Alla luce dei bisogni formativi emersi dalle rilevazioni INVALSI, le recentissime riforme del sistema hanno ripensato, oltre alle conoscenze e competenze contenutistiche, anche ai 4 pilastri dell’apprendimento: saper ragionare in modo logico e giudicare autonomamente, saper fare, sapersi relazionare; saper imparare in modo continuo.
Il curricolo organizza e descrive questo percorso formativo che lo studente compie, dalla scuola dell'infanzia alla scuola secondaria, nel quale si intrecciano e si fondono i processi cognitivi e quelli relazionali. L’unitarietà del percorso non dimentica la peculiarità dei diversi momenti evolutivi nei quali l’avventura dell’ apprendimento si svolge, che vedono un progressivo passaggio dall’imparare- facendo, alla capacità sempre maggiore di riflettere e formalizzare l’esperienza, attraverso la ri-costruzione degli strumenti culturali e la capacità di utilizzarli consapevolmente come chiavi di lettura della realtà.
Gli itinerari dell’istruzione, che sono finalizzati all’alfabetizzazione linguistico-letteraria, storicogeografica-sociale, matematico-scientifica-tecnologica, artistico-creativa), sono inscindibilmente intrecciati con quelli della relazione, che riguardano l’interazione emotivo-affettiva, ed i vissuti valoriali che si generano nella vita della scuola.
Il progetto di autonomia (Legge Bassanini 59/97) è il centro propulsore di un “sistema formativo integrato” . Appare indispensabile l’elaborazione di un valido Piano dell’Offerta Formativa che coniugando efficacia ed efficienza, permetta alla singola Istituzione scolastica di: acquisire una leadership pedagogica, organizzativa, ecc.) ben definita nei percorsi proposti; elevare i livelli di apprendimento migliorando la pratica didattica e garantire, mediante strategie didattiche individualizzate, il successo formativo.
Elaborare un curricolo vuol dire definire un progetto su misura della propria realtà, nel quale sono certamente recepite le Indicazioni che il centro fornisce a garanzia dell’unitarietà del sistema.
Il curricolo è il processo di progettazione efficace dell’offerta formativa e di costruzione dei percorsi innovativi di apprendimento e sviluppo che ha nella flessibilità e nell’aderenza al tessuto sociale di riferimento le maggiori potenzialità possibili. In realtà esso costituisce il cuore della progettualità della scuola.
Alla logica del Programma si è sostituita una nuova visione della progettazione educativa e didattica delle scuole, nella quale il curricolo assume la necessaria connotazione di strumento flessibile ed efficace per definire scelte, opzioni e relative strategie di progettazione, ricerca e innovazione. Il nuovo motto della modernità è “pensare globalmente, agire localmente”. Occorre garantire processi che contemperino la funzionalità alle esigenze della globalizzazione, che oggi è davvero un processo ineludibile: ai nuovi curricoli, pertanto, è richiesto di rispondere alle sfide poste dall'evoluzione sociale, economica e tecnologica. Il Ministero esercita una funzione di indirizzo nei curricoli, stabilendo linee guida che comprendono indicazioni su ambiti e discipline, relativi monte ore, obiettivi generali del processo formativo e obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni. Spetta poi alle scuole interpretare queste linee e, definire il proprio curricolo, il quale, definito, declinato e strutturato nel Piano dell’Offerta formativa, ne garantisce la piena attuazione della propria autonomia. E’ infatti compito delle istituzioni scolastiche autonome integrare la quota nazionale obbligatoria con le scelte e le opzioni locali, secondo l’indicazione contenuta nel DI 234/2000 in ordine alla quota di curricolo nazionale che deve essere pari ad almeno l’85% ed a quella locale che può elevarsi fino al 15%, successivamente modificato, per le scuole secondarie, dal DM 28.12.2005, che stabilisce la quota nazionale pari a 80% e quella locale pari a 20%. Le modalità attraverso le quali promuovere lo sviluppo delle competenze rientrano nella autonomia delle scuole e dei docenti, soprattutto per quanto riguarda le scelte di ordine didattico e organizzativo. Funzioni quali quelle della progettazione, organizzazione, gestione delle attività didattiche, valutazione, orientamento, rapporti con i genitori, sono di pertinenza di tutti i docenti. La responsabilità della valutazione e la cura della documentazione educativa appartengono a tutti i docenti: assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo. Il curricolo viene inizialmente ordinato a partire dai saperi, quell’insieme di “conoscenze” che un sistema scolastico seleziona perché diventino, attraverso l’attività di progettazione dei docenti, oggetti di insegnamento. Nella fase successiva si opera la trasposizione didattica. Questa attività, realizzata negli anni seguendo diversi modelli programmatori (obiettivi, mappe, schemi, sfondi integratori, concetti, post-programmazione…) riguarda la trasformazione dei contenuti disciplinari nel momento in cui essi entrano a far parte dei concreti programmi di insegnamento, con la definizione della loro scansione temporale e la scelta degli elementi importanti. Infine i contenuti dell’insegnamento vengono trasformati in oggetti di apprendimento (learning object). Qui si gioca la qualità della formazione, perché le intenzionalità degli insegnanti si presentano sotto forma di esperienza scolastica. Qui il curricolo si manifesta in quanto insieme di vere e proprie pratiche di apprendimento, declinandosi in specifiche forme, ed è proprio in queste forme che gli alunni lo incontrano, apprezzandolo o svalutandolo. All'interno delle scuole il DS predispone gruppi incaricati della stesura dei nuovi curricoli, basati su dipartimenti per ambiti disciplinari e gruppi di lavoro interdisciplinari. Si individuano facilmente tre obiettivi generali del processo formativo: l'attitudine all'apprendimento lungo l'intero arco della vita, lo sviluppo di una propria cultura personale e professionale, la costruzione di una piena cittadinanza. Per raggiungere obiettivi formativi così concepiti occorre creare curricoli capaci di favorire l'acquisizione di un sapere essenziale, capace di costante espansione e arricchimento attraverso percorsi nuovi che si adattano al cambiamento, a nuovi problemi, esigenze e sfide che si pongono in continuazione; un sapere rinnovabile, un sapere capace di generare nuovo sapere. I nuclei fondanti delle discipline sono i nodi concettuali attorno ai quali si costruiscono le caratteristiche epistemologiche, linguistiche e metodologiche e le competenze che ne conseguono. La competenza può essere definita come "la capacità di orientarsi". Uno sviluppo progressivo nei livelli di complessità delle attività e delle esperienze permette uno sviluppo analogo nei livelli di competenza, capacità e abilità attraverso l'intero percorso formativo. I nuovi curricoli devono essere intesi come percorsi di apprendimento individuale (per studenti e insegnanti insieme) e anche istituzionale (attraverso processi di sperimentazione e innovazione, formazione e ricerca). La costruzione di un curricolo richiede innanzitutto un lavoro di esplicitazione di un'idea del sapere che caratterizza il campo, l'ambito o la disciplina da insegnare e un'idea del processo di apprendimento, oltre a contenuti, metodologie, materiali e tecnologie, criteri e modalità di valutazione. L'idea dell'apprendimento sottesa al curricolo deve essere quella di una costruzione attiva e creativa delle proprie competenze. Occorre esplicitare come si intende promuovere un crescente livello di autonomia propositiva, organizzativa e operativa da parte dell'apprendente. Occorre esplicitare come si intende proporre attività capaci di costruire un rapporto fra elementi noti ed elementi nuovi, in modo che il nuovo possa essere assimilato al noto e il noto possa accomodarsi al nuovo, con conseguente arricchimento di schemi mentali e competenze. Tali presupposti devono prevedere attività che propongono cicli composti da fasi di esperienza concreta, osservazione riflessiva, concettualizzazione astratta e sperimentazione attiva. Infatti, la verticalità non comporta solo una diversa dislocazione diacronica dei contenuti del curricolo, con un effetto di semplificazione, ma soprattutto sposta l’attenzione dalla dimensione contenutistica a quella delle competenze, cioè del valore formativo dei saperi.
Nelle Indicazioni per il Curricolo (DM 31/07/2007) dove la scelta della verticalità del curricolo si distende in progressione dai 3 ai 14 anni, l’asse della continuità è particolarmente forte nel rapporto stretto tra scuola primaria e secondaria di primo grado, intrecciate dalla comune appartenza al primo ciclo di istruzione. Siamo comunque sulla scia della legge 53/2003, che per prima aveva varato l’ idea di un ciclo unitario di base, ma in questo caso il principio viene corroborato da una comune struttura compositiva per cui, sia la premessa pedagogica del primo ciclo, sia le singole discipline, si presentano con un impianto unitario. In particolare, i traguardi e gli obiettivi disciplinari sono indicati in sequenza, quasi a favorire una lettura in continuità degli assetti curricolari. La riforma della scuola secondaria superiore (DPR del 15 /03/2010, nn. 87, 88, 89 e le conseguenti Indicazioni Nazionali per gli OSA dei Licei e le linee guida per gli Istituti Tecnici e Professionali) valorizza ampliamente l’autonomia scolastica , in termini di flessibilità orientata verso l’innovazione, potenziamento di attività laboratoriali e più attenzione per matematica, scienze, lingue straniere. Il legislatore prevede la ricerca, la progettazione dei percorsi e la costituzione di un comitato scientifico composto paritariamente da docenti ed esperti del mondo della cultura e del lavoro ed , inoltre, la costituzione del dipartimento disciplinare, luogo di progettazione del curricolo esplicito, che fa riferimento ai saperi disciplinari, ma è ugualmente luogo della riflessione e della ricerca didattica. La riforma dell’Istruzione superiore si prefigura come un provvedimento che riduce la frammentazione degli indirizzi nei licei e rilancia l’istruzione tecnica e professionale. L’obiettivo è: costruire una scuola che guardi al futuro, riconoscendo e valorizzando le diverse identità e le pari dignità dei Licei , degli Istituti tecnici e dei Professionali. Tra i punti di forza della Nuova Secondaria Superiore vi è sicuramente un più stretto collegamento con l'Università e l'Alta Formazione, con il mondo del lavoro (stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro) e col territorio (con la presenza, nei comitati tecnico-scientifici, di rappresentanti del mondo delle imprese presenti nella zona); un apprendimento sempre più legato al modo di apprendere delle nuove generazioni e all’avanguardia attraverso esperienze concrete con un utilizzo potenziato dei Laboratori, che faccia della scuola un centro d’innovazione permanente. Il PECUP per i Licei, per i Tecnici e per i Professionali vale come documento nazionale dello Stato che determina i livelli essenziali di prestazione (LEP) che ogni istituto dell’istruzione e della formazione deve assicurare ad ogni persona. Oltre alle competenze collegate alle literacy fondamentali: la lettura, la matematica e le scienze (modello OCSE-PISA), alle competenze meta cognitive e alle competenze per la vita (Life Skills), dobbiamo confrontarci anche con le competenze professionali. L’ILO (International Labour Organization ,) sostiene il concetto di Professional Competence come “l’attitudine ad assumere un compito o un ruolo in una posizione lavorativa, dimostrando l’effettivo possesso delle qualificazioni richieste”. Il PECUP è, inoltre, garanzia della pari dignità tra istruzione liceale e istruzione tecnica e professionale. Le attività di “Cittadinanza e Costituzione, ai sensi dell’art. 1 del DL 137/2008, convertito dalla L 169/2008, coinvolgono tutte gli ambiti disciplinari e si sviluppano in quelli di interesse storico-sociale e giuridico-economico. Le recenti normative sono in linea con l’Art.4 della legge 53/03, che prefigura il cosiddetto “capitale umano”, come risorsa strategica per lo sviluppo e con le indicazioni nazionali, (Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 77), che tra i traguardi formativi, indicano :”Acquisire la capacità di: integrare i saperi di scienza, storia, discipline umanistiche, arti e tecnologia e potenziare la metodologia dell’alternanza scuola-lavoro. Il DS sarà propulsivo di obiettivi condivisi, attraverso l’instaurazione di relazioni collaborative di sostegno e di guida: si prefigura un modello organizzativo dinamico in rete (DPR 275/99, art 7 e 9), non gerarchico e decisionale, ma basato su elementi di diffusione, sensibilizzazione e divisione dei ruoli. Si pone in essere, in tale contesto, l’attività negoziale, del dirigente scolastico, (Art.33 del D.I. n. 44/01), che consente la stipula di protocolli d’intesa inter-istituzionali e non, accordi, convenzioni e contratti di prestazione d’opera (art. 2230 e ss. del codice civile ), partecipazione della scuola ad iniziative che comportino il coinvolgimento di agenzie, enti, Università, associazioni socio-artistico-culturali, di volontariato e che si configura come una reale capacità di confronto e interazione con gli enti locali, le istituzioni, le organizzazioni sociali, e le associazioni operanti nell’ambito territoriale di competenza. L'autonomia di RICERCA, SPERIMENTAZIONE E SVILUPPO comporta la possibilità di studi ed elaborazioni su tutte le materie che riguardano la progettazione e la valutazione, la formazione degli operatori, la documentazione e l'integrazione tra i diversi soggetti presenti sul territorio. Pertanto consideriamo l'unità scolastica come SISTEMA FORMATIVO INTEGRATO dotato di strutture e funzioni, aperto, in interazione con un preciso contesto socio economico culturale.
Ai sensi del citato DPR 275/99 l’autonomia DIDATTICA comporta la costruzione di "percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni", che "riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno, adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo".
L'autonomia ORGANIZZATIVA comporta la possibilità di adattare, in funzione del Piano dell'offerta formativa, il calendario scolastico, l'orario del curricolo e delle singole discipline. In particolare viene precisato che "la determinazione del curricolo tiene conto delle diverse esigenze formative degli alunni concretamente rilevate, della necessità di garantire efficaci azioni di continuità e di orientamento"; I curricoli determinati a norma dell'articolo 8 possono essere arricchiti con discipline e attività facoltative che, per la realizzazione di «percorsi formativi integrati, le istituzioni scolastiche programmano sulla base di accordi con le Regioni e gli Enti locali». Si tratta di strumenti che consentono al DS di porre in essere una gestione formativa integrata avvalendosi dell’apporto costruttivo di altri soggetti, istituzionali e non, accomunati dalla condivisione di obiettivi formativi. E’ evidente, inoltre, che il D.I. n. 44 dell’1/2/2001, emanato in conformità a quanto stabilito dal comma 2 dell’art. 21 della legge delega 59/1997, nasce dalla necessità di fornire alle scuole autonome strumenti per una gestione amministrativo-contabile più agile e rispondente ai principi dell’autonomia: semplificazione, decentramento e flessibilità.

 

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