016 ..:: 13.02.2017 :: 18:30
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SOVERATO :: Il
profitto scolastico non è un indicatore che consente delle
valutazioni sempre attendibili e osservando la grafia dei
loro allievi, gli insegnanti possono trovare nella
grafologia un valido strumento di supporto della didattica e
della loro funzione educativa. L’osservazione grafologica,
infatti, consente sia di apprezzare le potenzialità degli
studenti sia di valutare come evolve la loro personalità nel
decorso del tempo.
L’adolescenza è un’età dove le emozioni e le sensazioni
giocano un ruolo importante: l’identificazione con il
gruppo, il connubio tra gioco e interesse sentimentale, il
senso d’isolamento e la voglia di stare insieme, il senso di
pochezza o d’onnipotenza, il bisogno d’indipendenza e la
voglia di autonomia, la sicurezza e la spavalderia,
l’arroganza e la paura. E come se non bastasse, avviene una
vera trasformazione a livello fisico, tutto il corpo si
trasforma e arriva la maturazione sessuale. Il grafologo ha
il compito di individuare, attraverso l’esame della
scrittura, gli aspetti temperamentali e intellettivi che si
riflettono sul comportamento dell’adolescente. Spesso si
trova a decifrare dei “segnali d’allarme” o delle richieste
d’aiuto che a volte è molto difficile individuare. La
famiglia o le famiglie, come oggi intendiamo le situazioni
ambientali in cui il giovane si trova, favoriscono e nel
frattempo rendono difficile a ogni adolescente un modello
stabile e sicuro. In ogni caso il nucleo familiare è il
luogo privilegiato di formazione della personalità e per
questo motivo rappresenta il legame più profondo
dell’adolescente sia nel bene sia nel male. E’ nella
famiglia d’origine che il ragazzo cerca la sicurezza
affettiva garantita dalle figure genitoriali, anche con atti
di ribellione, di tensione e con atteggiamenti di palese
ostilità,ma è legittimo che il conflitto sia vissuto senza
timori e rigidità ingiustificate. È nella scuola dove
avviene, al primo incontro, il primo sentimento di paura e
di disagio anche se poi il ricordo diventa spesso piacevole.
E’ la scuola che costituisce il primo vero banco di prova di
ogni adolescente. Subentra l’ansia della perdita della
famiglia, il disagio nel trovarsi a contatto con coetanei
diversi e il timore degli insegnanti che sembrano
sostituirsi ai genitori e che li giudicano più severamente
disagio è il sentimento principe che accompagna
l’adolescente nella sua crescita e nella grafologia questo
stato d’animo è evidenziato dai segni della scrittura.
L’aggressività è una caratteristica dei giovani. Freud la
considerava una “pulsione innata” ed Erikson affermava che
“l’analisi del processo di socializzazione è una chiave di
lettura dei processi aggressivi”. Se il bambino ha vissuto i
primi anni della sua vita, in modo sereno, lo stimolo
aggressivo sarà rivolto soltanto a realizzare la propria
persona. Se, invece, ha vissuto dei forti disagi, si
realizzerà nel giovane un’azione di rivalsa e alla
rivendicazione del proprio “IO” e vivrà l’ambiente come un
terreno ostile, dove si deve lottare per sopravvivere. Se
avrà avuto dei modelli di adulti aggressivi, svilupperà
certamente comportamenti violenti e di sopraffazione e non
sarà in grado di valutare le esigenze degli altri. I giovani
del ’68 avevano un’esagerata voglia di discutere, di
contestare, di combattere. Il cambiamento dell’adolescente e
il disagio giovanile. L’adolescenza è il periodo evolutivo
più delicato e contrastato della crescita umana.
L’adolescenza è una condizione di passaggio dall’infanzia
all’età adulta. Il mondo dell’infanzia rappresenta uno
spazio sicuro e protetto dove le figure adulte di
riferimento appartengono alla sfera familiare. L’immagine
che il bambino costruisce di sé e del mondo esterno passa
attraverso il riconoscimento e il rispecchiamento dei
genitori, che garantiscono protezione e rassicurazione. E’
proprio nell’infanzia che l’individuo “getta le basi” per la
costruzione della sua personalità. Nella realizzazione della
persona questo periodo della vita riveste una grande
importanza perché, come i primi piani di un edificio,
permette di sostenere e determinare i livelli successivi di
sviluppo (i piani superiori). Durante l’adolescenza il
ragazzo si distanzia dalla sicurezza e prevedibilità del
mondo infantile, caratterizzato in larga parte dall’impronta
dei genitori, per avventurarsi nell’esplorazione del
territorio adulto utilizzando percorsi sempre più personali.
L’instabilità dell’adolescente è dovuta al fatto che egli
non è più il bambino di prima e non è ancora l’adulto che
sarà. L’adolescenza è perciò caratterizzata, da un lato,
dalla nostalgia e dal senso di perdita per un passato fonte
di sicurezza, rappresentato dall’universo familiare, e,
dall’altro, dal desiderio di crescere e sperimentare, che
porta con sé l’incertezza della nascita nell’universo
sociale. I cambiamenti di tipo fisiologico, le modificazioni
nel modo di pensare, nei sentimenti e nel rapporto con gli
altri si influenzano a vicenda, ma necessitano per attuarsi
e stabilizzarsi di essere, in una certa misura,
riconosciuti. L’idea di sé dell’adolescente si arricchisce
dell’immagine che vede riflessa negli altri
(rispecchiamento) e il bisogno di convalida, un tempo
soddisfatto dai genitori, si rivolge ora al sociale.
L’adolescenza è l’età in cui avvengono i maggiori
cambiamenti corporei nel minor lasso di tempo e, beffa della
sorte, il momento in cui la fisionomia del ragazzo si
caratterizza più precisamente nella somiglianza ai genitori,
proprio ora che è maggiore il bisogno di staccarsi da loro
per acquisire una propria identità. Poiché la crescita e il
cambiamento delle proporzioni del corpo di per sé non sono
fenomeni controllabili, essi possono, per molti adolescenti,
diventare fonte di insicurezza, per di più è possibile che i
tempi di maturazione del corpo e della mente, non essendo
sempre sincronizzati, accentuino nei ragazzi il vissuto di
disarmonia. Il senso di solitudine, che spesso può
accompagnare i ragazzi di questa età e che può derivare da
una sensazione di “scopertura” rispetto alle garanzie
dell’infanzia, viene affrontato attraverso il bisogno di
intimità e di solidarietà con il gruppo degli amici. E’ in
questa fase di ricerca, a volte convulsa, di trovare i
percorsi di emancipazione, saltando le fasi di approccio e
facendo a volte ricorso alle manifestazioni più pericolose
(droga, alcol, etc.) sino ad arrivare alle dipendenze, che
il ragazzo deve essere più supportato con la vicinanza e
l’affiancamento di figure di riferimento che possano fargli
capire che la maturità la si può conquistare non affogando
nell’alcol e nella droga (per fare due esempi) ma solo con
una progressiva crescita dell’autostima e della fiducia in
se stesso. L’ascolto e l’accompagnamento sono importanti,
ovvero il sentirsi riconosciuti e contestualizzati, sentirsi
al centro dell’attenzione dell’altro ed essere così
orientati a rivedere e a modificare la propria ottica,
riuscendo a non sentirsi soli nel percorso di sviluppo. Una
scuola che pensa solo a passare informazioni, seppur di
grande spessore culturale, è una scuola superata e di altri
tempi, che cammina non accanto alle nuove generazioni, ma
dietro un passo. Oggi invece la scuola deve aiutare i
ragazzi e le ragazze a gestire le informazioni, a
verificarne la veridicità e la provenienza, a coordinarle
per una positiva fruibilità ai fini della crescita personale
e della società.
GRAFIA DEL BULLO
Il bullismo è un fenomeno che desta preoccupazione in chi ha
figli in età adolescenziale.
Alcuni temono che il figlio possa esserne vittima, altri
invece non vorrebbero che ne fosse protagonista.
Il dialogo è certamente lo strumento migliore per capire se
il proprio figlio può essere toccato da questo fenomeno,
ormai alle cronache quasi quotidiane.
Sappiamo però come è difficile dialogare con i figli, a
volte per colpa nostra, a volte perché non vogliono aprirsi
e confidarci i loro problemi.
L’analisi della scrittura può supplire, ovviamente in parte,
a questa mancanza di dialogo.
Capire se un ragazzo si può lasciare andare ad episodi di
bullismo può far si che ciò non accada ed evitare brutte
sorprese.
Ma che caratteristiche ha la scrittura del bullo?
Ci sono alcuni segni grafologici, facili da individuare, che
possono darci delle indicazioni.
Lo “stampatello”, peraltro diffuso tra i giovani, è un
indicatore del fatto che il ragazzo non vuole mostrarsi per
quello che è, anche solo per non far trasparire le sue
insicurezze.
Il “calibro (dimensione delle lettere) grande” evidenzia che
si sente forte, quasi onnipotente, intoccabile ma solo
perché è inserito in un gruppo che lo “gasa”.
Questa presunta forza spesso evapora appena si trova da
solo.
I “tremolii e le stentatezze”, che si ritrovano qua e là
nello scritto, segnalano una insoddisfazione di base, ma
spesso anche una rabbia esistenziale. Il mondo circostante
gli appare ostile e nemico.
La “rovesciata a sinistra”, (cioè la pendenza verso il lato
sinistro del foglio) indica che il ragazzo non si sente
capito e per questo se la prende con gli altri.
Vuole essere al centro delle attenzioni, primeggiare e
quindi cerca la provocazione o reagisce in maniera
aggressiva alle osservazioni altrui. Ovviamente è l’insieme
di questi segni, non uno solo, che può far scattare un
allarme nei genitori. A quel punto è fondamentale cercare
comunque un dialogo e far sentire quell’affetto e quella
considerazione che in fondo sta cercando.
Cafa
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