015 ..:: 10.02.2017 :: 18:30
:::
SOVERATO :: Il
tema dell’educazione sociale e civica, ai diritti umani e
alla cittadinanza, è molto sentito a livello internazionale,
come dimostra una copiosa produzione di documenti delle
Nazioni Unite, dell’UNESCO, dell’OMS, del Consiglio d’Europa
e dell’Unione Europea. Il Consiglio d’Europa ha avviato
importanti progetti di educazione alla cittadinanza
democratica. L’Italia ha dedicato a questo tema la legge
30.10.2008 n.169, che nel 1° articolo afferma testualmente:
«A decorrere dall'inizio dell'anno scolastico 2008/2009,
oltre ad una sperimentazione nazionale, ai sensi
dell'articolo 11 del regolamento di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, sono
attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del
personale finalizzate all'acquisizione nel primo e nel
secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle
competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione»,
nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale
e del monte ore complessivo previsto per le stesse.
Iniziative analoghe sono avviate nella scuola
dell'infanzia».
La successiva legge 23.11.2012 n.222 afferma che
«nell'ambito delle attività finalizzate all'acquisizione
delle conoscenze e delle competenze relative a "Cittadinanza
e Costituzione" sono organizzati percorsi didattici,
iniziative e incontri celebrativi finalizzati a informare e
a suscitare le riflessione sugli eventi e sul significato
del Risorgimento nonché sulle vicende che hanno condotto
all'unità nazionale, alla scelta dell'inno di Mameli e della
bandiera nazionale e all'approvazione della Costituzione,
anche alla luce dell'evoluzione della storia europea». Il
Documento d'indirizzo ministeriale Il Ministero ha dedicato
all'interpretazione della legge 169 e alla sua traduzione
didattica il Documento d’indirizzo per la sperimentazione
dell’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”
(4.3.2009, prot. N. 2079). Questa legge è presentata
anzitutto come l’occasione per una messa a punto del
fondamentale rapporto che lega la scuola alla Costituzione,
sia dal punto di vista della sua legittimazione, sia dal
punto di vista del compito educativo ad essa affidato. Le
scuole istituite dalla Repubblica e quelle da essa
riconosciute come paritarie sono luoghi nei quali la
Costituzione affronta la sfida dell'incontro con le nuove
generazioni, che possono capirne e accettarne i principi e i
valori come fondamentali risorse, o trascurarli come
affermazioni retoriche e inefficaci. In questa prospettiva,
afferma il Documento, «l’ordinamento giuridico, che trova
nella Costituzione il suo nucleo generativo e il suo
fondamentale impianto organizzativo, non va considerato come
uno dei tanti schemi astratti e immutabili con cui la scuola
obbliga gli studenti ad affaticare la memoria, ma come un
germe vitale, che si sviluppa lentamente, e non senza
ostacoli e resistenze di tipo interno ed esterno, nella vita
dei ragazzi e in quella della classe e della scuola». Tale
ordinamento, se accostato con obiettività, può apparire
progressivamente ai ragazzi «come potente strumento per
capire, per accettare e per trasformare la realtà, per
impostare relazioni, per affrontare e risolvere in modo non
violento i conflitti a tutti i livelli e per immaginare e
promuovere nuove regole, coerenti con quei principi e con le
linee portanti dell’ordinamento democratico». L’attenzione
va rivolta sia ai contenuti da studiare, sia agli
atteggiamenti e ai comportamenti della cittadinanza attiva
da promuovere e da valutare, in classe, nelle assemblee e
nei consigli scolastici. La «pratica» della Costituzione a
scuola costituisce per tutti, dirigenti, insegnanti,
studenti, genitori, tecnici e ausiliari, sia nelle sedi di
partecipazione collegiale, sia nelle associazioni,
un'opportunità di apprendimento, di crescita e di
miglioramento del clima della comunità scolastica.
In particolare le Consulte provinciali degli studenti
possono offrire un notevole contributo in termini di: a)
conoscenza del mondo giovanile e dei suoi bisogni; b)
progettazione di azioni di sensibilizzazione e formazione
funzionali a promuovere il confronto e il dialogo intra ed
intergenerazionale; c) consolidamento di piani di
collaborazione concertati e condivisi, dalla forte valenza
responsabilizzante. Il Documento presenta anzitutto una
rassegna storica delle espressioni e dei contenuti con cui
fin dal 1958 si è affrontato il tema dell'educazione civica,
intesa come conoscenza, riflessione, prassi e clima della
vita scolastica, e l'analisi del nuovo contesto sociale,
politico e pedagogico in cui si pone oggi il problema
dell'insegnamento della Costituzione e dell'educazione alla
cittadinanza. Nella seconda parte presenta, per la scuola
dell'infanzia, per la scuola primaria, per la secondaria di
primo e per quella di secondo grado, una proposta di Nuclei
tematici e obiettivi di apprendimento relativi a
Cittadinanza e Costituzione. Questi sono articolati in
quattro ambiti di studio e di esperienza: dignità umana,
identità e appartenenza, alterità e relazione,
partecipazione. Si tratta di ambiti concettuali e valoriali
fra loro funzionalmente interconnessi, oltre che trasversali
a tutte le discipline e alla vita di tutte le persone. La
Circolare interpretativa Chiarificazioni utili su
Cittadinanza e Costituzione sono poi venute dalla CM
27.10.2010 n.86. In essa si precisa che «l’insegnamento /
apprendimento di Cittadinanza e Costituzione è un obiettivo
irrinunciabile di tutte le scuole», e che «è un insegnamento
con propri contenuti, che devono trovare un tempo dedicato
per essere conosciuti e gradualmente approfonditi», e che
tale insegnamento implica sia una dimensione integrata,
ossia interna alle discipline dell’area
storico-geografico-sociale, con ovvie connessioni con
filosofia, diritto ed economia (dove sono previste), sia una
dimensione trasversale, che riguarda tutte le discipline, in
riferimento a tutti i contenuti costituzionalmente sensibili
e suscettibili di educare la personalità degli allievi in
tutte le dimensioni. Pur non potendo prevedere un
insegnamento con orario e voto distinto per questa materia
sui generis, dati i limiti finora imposti dalla crisi
finanziaria e dai Regolamenti, la Circolare fornisce in
proposito una sintesi organica di chiarimenti operativi, che
andrebbero ora raccordati con le nuove Indicazioni nazionali
e magari discussi anche con genitori e studenti. La
Circolare parla anche di valutazione, aggiungendo, quasi in
modo incidentale, che Cittadinanza e Costituzione, «pur se
non è una disciplina autonoma e dunque non ha un voto
distinto», tuttavia entra a costituire il «complessivo voto
delle discipline di area storico-geografica e
storico-sociale, di cui essa è parte integrante», e
«influisce nella definizione del voto di comportamento, per
le ricadute che determina sul piano delle condotte
civico-sociali espresse all’interno della scuola, così come
durante esperienze formative al di fuori dell’ambiente
scolastico». Le Indicazioni nazionali per il secondo ciclo
Nelle Indicazioni nazionali (DPR 15.3.2010 n.89) riguardanti
le Linee generali e competenze di storia e geografia, a
proposito della storia dei nuovi licei si dice che «uno
spazio adeguato dovrà essere riservato al tema della
cittadinanza e della Costituzione repubblicana, in modo che,
al termine del quinquennio liceale lo studente conosca bene
i fondamenti del nostro ordinamento costituzionale, quali
esplicitazioni valoriali delle esperienze storicamente
rilevanti del nostro popolo, anche in rapporto e confronto
con alcuni documenti fondamentali (solo per citare qualche
esempio, dalla Magna Charta libertatum alla Dichiarazione
d’indipendenza degli Stati Uniti d’America, dalla
Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino alla
Dichiarazione universale dei diritti umani)». Senza altre
indicazioni di normativa secondaria, i concetti di spazio
adeguato e di conoscere bene rischiano di restare nobili
aspirazioni, anche se affidate ad autorevoli
raccomandazioni, che impegnano docenti e studenti solo «al
termine del quinquennio liceale», ma non in sede di esame
finale. Nelle Linee Guida per il passaggio a ordinamento
degli istituti tecnici (DPR 15.3.2010, n.88), Orientamenti
per l’organizzazione del curricolo, 2.2.1, si precisa che:
«Le attività e gli insegnamenti relativi a Cittadinanza e
Costituzione coinvolgono tutti gli ambiti disciplinari
dell’istruzione tecnica e si sviluppano, in particolare, in
quelli di interesse storico-giuridico e giuridico-economico;
interessano però anche le esperienze di vita e, nel
triennio, le attività di alternanza scuola-lavoro, con la
conseguente valorizzazione dell’etica del lavoro».
Considerazioni e indicazioni analoghe si trovano nella
Direttiva MIUR 28.7.2010 n. 65, Linee guida per il passaggio
a ordinamento degli istituti professionali, a norma
dell'art. 8 del D.P.R. 15.3.2010, n.87, Orientamenti per
l’organizzazione del curricolo, Legalità, cittadinanza e
Costituzione: «Già nel primo biennio dei percorsi di
istruzione tecnica, il superamento dei tradizionali
programmi di Educazione civica avviene, quindi, sulla base
di una concreta prospettiva di lavoro che incardina
Cittadinanza e Costituzione nel curricolo, perché è
concepita non come discorso aperto a tutte le prospettive,
ma come un orizzonte di senso trasversale e come un organico
impianto culturale diretto a conferire particolare rilievo
al concetto di “cittadinanza attiva”; esso diviene, come
tale, elemento catalizzatore della valenza educativa di
tutte le discipline. Il richiamo alla “cittadinanza attiva”
è basato sugli orientamenti europei in materia di
apprendimento permanente, recepiti nella Raccomandazione del
Parlamento Europeo e del Consiglio del 18/12/2006, relativa,
appunto, alle competenze chiave per l’apprendimento
permanente (2006/962/CE), assunte, come riferimento a
livello nazionale, dal Decreto 22/8/2007 (Regolamento
recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di
istruzione) il cui insegnamento è previsto». Si dovrebbero
così identificare, per le singole classi e meglio ancora per
i singoli studenti, sulla base della conoscenza che ne ha
ciascun docente, in relazione alle sue discipline, da un
lato le carenze e le disarmonie presenti nelle idee e nei
comportamenti dei ragazzi, dall’altro i principi, i valori,
i diritti e i doveri che si trovano in quello «spartito» che
è la Costituzione,in riferimento alla realtà culturale,
economica e sociale che ci caratterizza. Non si tratta di
svolgere minicorsi di diritto costituzionale, in un percorso
che inizia nella scuola dell'infanzia e si conclude con gli
esami del secondo ciclo, quando gli studenti sono
maggiorenni e votanti, ma d’aver presente, da parte
anzitutto degli insegnanti, a partire da quello di storia (e
di diritto dove è previsto), in tempi e modi programmati e
concordati, l’intero menu costituzionale e saper «lavorare»
con l'aiuto di quegli articoli che possono illuminare il
cammino culturale e/o di cittadinanza attiva che si ritenga
opportuno proporre ai ragazzi.
Le Indicazioni nazionali per il primo ciclo.
Le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola
dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (2012) danno
voce ad una nuova idea di Cittadinanza e Costituzione e
dedicano un paragrafo al tema in cui si afferma fra l'altro:
«Obiettivi irrinunciabili dell’educazione alla cittadinanza
sono la costruzione del senso di legalità e lo sviluppo di
un’etica della responsabilità, che si realizzano nel dovere
di scegliere e di agire in modo consapevole e che indicano
l’impegno a elaborare idee e a promuovere azioni finalizzate
al miglioramento continuo del proprio contesto di vita, a
partire dalla vita quotidiana a scuola e dal personale
coinvolgimento in routine consuetudinarie che possono
riguardare la pulizia e il buon uso dei luoghi, la cura del
giardino o del cortile, la custodia dei sussidi, la
documentazione, le prime forme di partecipazione alle
decisioni comuni, le piccole riparazioni, l’organizzazione
del lavoro comune, ecc.». «Accanto ai valori e alle
competenze inerenti la cittadinanza, la scuola del primo
ciclo include nel proprio curricolo la prima conoscenza
della Costituzione della Repubblica italiana. Gli allievi
imparano così a riconoscere e a rispettare i valori sanciti
e tutelati nella Costituzione, in particolare i diritti
inviolabili di ogni essere umano (art.2), il riconoscimento
della pari dignità sociale (art.3), il dovere di contribuire
in modo concreto alla qualità della vita della società (art.
4), la libertà di religione (art. 8), le varie forme di
libertà (artt.13-21). Imparano altresì l’importanza delle
procedure nell’esercizio della cittadinanza e la distinzione
tra diversi compiti, ruoli e poteri. Questo favorisce una
prima conoscenza di come sono organizzate la nostra società
(artt. 35-54) e le nostre istituzioni politiche
(artt.55-96). Al tempo stesso contribuisce a dare un valore
più largo e consapevole alla partecipazione alla vita della
scuola intesa come comunità che funziona sulla base di
regole condivise». Si tratta di opportune indicazioni
esemplificative, che colgono il nesso fra i principi etici,
le norme costituzionali e la prassi della vita quotidiana.
Ciò vale ovviamente anche per il non citato titolo II,
relativo agli articoli 29-34, che riguardano i Rapporti
etico-sociali, ossia famiglia, salute, scuola.
Le aree di formazione relative a Cittadinanza e
Costituzione.
Formare il cittadino responsabile e attivo significa non
solo insegnare le norme fondamentali degli ordinamenti di
cui siamo parte, ma anche aiutare i ragazzi a trovare dentro
di sé e nella comprensione degli altri, nella storia e nella
cronaca, le basi affettive ed etiche da cui dipendono sia il
rispetto delle norme esistenti, sia l'impegno a volerne di
migliori. Per consentire agli studenti di diventare
cittadini in grado di esercitare il proprio giudizio
consapevolmente è importante aiutarli a conquistare le
conoscenze e le competenze necessarie per gestire: 1. Il
piano descrittivo di un tema (aspetti tecnico-scientifici e
legislativi). 2. Il piano valoriale implicito nel discorso
che si sta conducendo (teorie, linguaggi e argomentazioni
etiche). 3. Il piano esperienziale preso in considerazione
(istituzioni, associazioni, enti, aziende, persone e
comportamenti…). La competenze chiave di cittadinanza devono
rappresentare la piattaforma dalla quale partire per
costruire i progetti e i piani di intervento delle
programmazioni di ambito disciplinare e interdisciplinare e
relative alle attività integrative e complementari ((DPR
567/1996 e successive integrazioni).
L’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione sarà sostenuto
dal MIUR con corsi di formazione per docenti finalizzati a
fornire loro gli strumenti perché tale insegnamento sia
gestito in modo competente, rispettando la sua duplice
natura disciplinare e interdisciplinare.
Nell’ambito dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione
sono previste anche le seguenti aree di approfondimento: 6.a
Cittadinanza europea Essere cittadini attivi con il senso
dell’Unione Europea vuol dire non solo conoscere le tappe e
le linee fondamentali della normativa europea, ma anche le
problematiche politiche ed economiche, e i programmi di
azione deliberati e finanziati dalle istituzioni europee.
Gli allievi devono conoscere la costellazione dei diritti e
delle opportunità che consentono di sentirsi insieme
cittadini italiani e cittadini europei. Un testo
fondamentale è la cosiddetta Carta di Nizza (2000), che
dedica 54 articoli ai valori che caratterizzano i paesi
aderenti all'UE (dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà,
cittadinanza, giustizia). Questa Carta è stata inserita nel
Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1°dicembre 2009,
che ha il rango di Costituzione dell'Unione europea. La
partecipazione ai programmi europei costituisce una valida
occasione per definire e realizzare con scuole di altri
Paesi strategie didattiche finalizzate favorire tra i
giovani il dialogo interculturale, con particolare
riferimento alle problematiche civiche e sociali e alle
norme che caratterizzano i diversi paesi, dalle rispettive
costituzioni ai diversi statuti dei diritti e doveri degli
studenti. (www.progettocostituzione.net ) Il potenziamento
delle azioni formative in ordine alla cittadinanza europea,
tenuto conto che il 2013 è stato l’Anno europeo dei
cittadini, sarà sostenuto anche dal MIUR, che ha programmato
un progetto di cittadinanza europea, che si svilupperà nel
corso dell’Anno Scolastico 2013-2014.
Cittadinanza e legalità.
“In termini formativi il concetto di convivenza civile si
connette strettamente ai cosiddetti “saperi della legalità”,
che attengono a diversi e complessi livelli conoscitivi
fondamentali in termini di educazione alla cittadinanza
democratica, quali: a) la conoscenza storica, che dà
spessore alle storie individuali e a quella collettiva, dà
senso al presente e permette di orientarsi in una dimensione
futura; b) la conoscenza della Costituzione e delle
istituzioni preposte alla regolamentazione dei rapporti
civili, sociali ed economici, quale background fondamentale,
che deve diventare parte del patrimonio culturale degli
alunni e degli studenti; c) la conoscenza del contesto
sociale nel quale i ragazzi si muovono e agiscono: essi non
possono prescindere dalla conoscenza delle fondamentali
dinamiche europee ed internazionali, di alcune delle altre
lingue, culture e religioni, maturata anche attraverso la
capacità di accedere alle opportunità di mobilità culturale,
telematica e geografica esistenti. Per educare alla
democrazia, alla legalità, alla cittadinanza attiva possono
essere utilizzate e valorizzate diverse forme espressive
degli studenti e delle studentesse. Un contributo
all’acquisizione di conoscenze, competenze e atteggiamenti
che possono aiutare i giovani a diventare cittadini e a
svolgere un ruolo nella società, può venire dalla
cooperazione europea. (Documento d’ indirizzo per la
sperimentazione dell’insegnamento di Cittadinanza e
Costituzione, Prot. 2079, 4 marzo 2009).
Cittadinanza e cultura scientifica.
Essere cittadini attivi nell’ambito della scienza significa
essere in grado di orientarsi consapevolmente nei confronti
dei risultati della ricerca tecnico-scientifica e delle sue
ricadute nella vita quotidiana, in riferimento in
particolare alla biomedicina, alla neuroscienza, alle
scienze ambientali, alle nanotecnologie e alla robotica. I
percorsi di apprendimento degli allievi dovrebbero
comprendere moduli dedicati alla gestione competente di iter
deliberativi sui temi scientifici studiati, avendo come base
imprescindibile la conoscenza dell’area scientifica
affrontata e della legislazione di riferimento. La scuola è
infatti il luogo privilegiato di educazione alla
cittadinanza scientifica.
Cittadinanza e sostenibilità ambientale.
Essere cittadini attivi quando si parla di “ambiente”
significa essere in grado di contribuire alla salvaguardia
dell’ambiente, non solo con i nostri comportamenti privati e
pubblici ma anche con il nostro intervento competente alle
decisioni collettive. Vuol dire quindi dare contributi
progettuali di carattere tecnico-scientifico, supportati da
azioni etiche e da decisioni sostenibili. Vuol dire
conoscere l’ambiente per rispettarlo, con un nuovo senso di
responsabilità. Nella sostenibilità ambientale rientrano
diverse aree di azione che vanno dalla sostenibilità in
riferimento alla produzione e consumo di energia, alla
viabilità, alla creazione di smart city, alla tutela del
patrimonio paesaggistico, ecc… “Il dibattito a livello
mondiale sulla difesa dell’ambiente, sui cambiamenti
climatici, sui problemi energetici e sui recenti impegni
assunti in sede internazionale, testimonia come l’educazione
ambientale e allo sviluppo sostenibile rappresenti oggi una
sfida non più procrastinabile per responsabilizzare tutti
cittadini ad assumere comportamenti e stili di vita
all’insegna del rispetto dell’ambiente. (...) Lo sviluppo
sostenibile si richiama, quindi, in modo pragmatico alla
necessità di conciliare due obiettivi fondamentali per la
società contemporanea: tutelare gli ecosistemi e promuovere
lo sviluppo socio-economico. Tale concetto si configura come
l’intersezione tra vivibilità, crescita, equità sociale e
tutela della natura e, soprattutto, si qualifica come
elemento caratterizzante dall’interno ogni programma, ogni
progetto, sino alla singola decisione, in un’ottica di
mainstreaming. Si può parlare, quindi, più genericamente, di
sostenibilità la quale può avere più declinazioni:
ambientale, socio-culturale ed economica. Essa è
strettamente connessa alla qualità dello sviluppo, ponendosi
come principio guida nel gestire energie, risorse e saperi
nella società contemporanea ed anche nel progettare percorsi
di formazione finalizzati all’acquisizione di competenze
chiave di cittadinanza, come previsto anche a livello
europeo.
Cafa
|