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SOVERATO :: Cittadinanza e sport. (dalla legge 30.10.2008 n.169)
“(…) In questo insegnamento (scienze motorie e sportive)
assume speciale rilevanza la dimensione delle competenze
sociali o trasversali, in particolare quelle collegabili
alla educazione alla cittadinanza attiva, tra cui si possono
prevedere fin nel primo biennio le seguenti: utilizzare le
regole sportive come strumento di convivenza civile;
partecipare alle gare scolastiche, collaborando
all’organizzazione dell’attività sportiva; anche in compiti
di arbitraggio e di giuria, riconoscere comportamenti di
base funzionali al mantenimento della propria salute;
riconoscere e osservare le regole di base per la prevenzione
degli infortuni adottando; comportamenti adeguati in campo
motorio e sportivo. Sul piano metodologico, il percorso
didattico – in coerenza”. (Linee guida nazionali per il
passaggio al nuovo ordinamento, D.P.R 15 marzo 2010 n. 89,
art 8, comma 3).
Cittadinanza digitale.
Essere Cittadini attivi nell’utilizzo della rete significa
acquisire consapevolezza degli effetti delle azioni del
singolo nella rete e di una nuova forma di responsabilità
privata e collettiva, con l’obiettivo di prevenire anche
azioni di “cyberbullismo”. L’obiettivo dell’USR Lombardia è
quello di accompagnare la formazione tecnologica con
percorsi di apprendimento volti a far emergere i ruoli di
ognuno per la realizzazione di una adeguata cittadinanza
digitale della “generazione web”.
Cittadinanza economica.
La cittadinanza economica è un processo volto a favorire lo
sviluppo di conoscenze, capacità e competenze che permettano
al cittadino di divenire, all’interno della società, un
agente economico consapevole e rispettoso delle regole del
vivere civile e di comprendere il mondo economico che lo
circonda.
Il Titolo III Parte Prima della Costituzione enuncia
l'ambito di azione della cittadinanza economica (artt.
35-47) con il dovere sancito nell'art. 53 ( responsabilità
fiscale), sono compendiati da competenze in merito all'uso
consapevole del denaro, alla responsabilità verso il proprio
futuro previdenziale ed assicurativo. E' considerata
un’attività educativa strategica in quanto capacità di
compiere delle scelte economiche-finanziarie consapevoli
contribuisce non solo al benessere individuale, ma anche a
quello sociale di un paese. Tutti i programmi di financial
education nel mondo hanno tentato di attivare un “processo
attraverso il quale i consumatori/investitori finanziari
possano migliorare la propria comprensione di prodotti e
nozioni finanziarie e, attraverso l’informazione,
l’istruzione e un supporto oggettivo, sviluppare le capacità
e la fiducia necessarie per diventare maggiormente
consapevoli dei rischi e delle opportunità finanziarie, per
effettuare scelte informate, comprendere a chi chiedere
supporto e mettere in atto altre azioni efficaci per
migliorare il loro benessere finanziario.”(Definizione
OCSE). “Anche il tema dell’educazione finanziaria e del
relativo grado di “alfabetizzazione” dei cittadini (financial
literacy) è di grande rilevanza all’interno della
prospettiva qui considerata, poiché le scelte finanziarie
hanno conseguenze determinanti sulla qualità e sullo stile
di vita dei cittadini e sulla legalità della collettività.
Per questo è necessario dotare gli studenti di strumenti
utili a comprendere benefici e rischi collegati ad un
corretto utilizzo di beni e servizi finanziari quale utile
contributo per la cittadinanza consapevole”. (Linee guida
nazionali per il passaggio al nuovo ordinamento, D.P.R 15
marzo 2010 n. 89, art 8, comma 3).
Linee di indirizzo per Cittadinanza & Costituzione
Cittadinanza attiva a scuola.
E’ necessario puntare sulla “messa in pratica dell’esercizio
dei diritti e dei doveri dentro la scuola”, esercitando la
democrazia diretta e deliberativa. La scuola deve essere
considerata la “comunità di dialogo, di ricerca, di
esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta
alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni”. In
essa “ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli
“deve aver garantito lo sviluppo delle proprie potenzialità
e “il recupero delle posizioni di svantaggio, in armonia con
i principi sanciti dalla costituzione e dalla convenzione
internazionale sui diritti dell’infanzia… e con i principi
generali dell’ordinamento italiano”. (DPR 24.6.1998, n.249,
introduzione dello Statuto delle studentesse e degli
studenti) “i Dirigenti Scolastici, dal canto loro, anche
attraverso raccordi in rete tra le rispettive scuole, si
renderanno parte attiva nell'incoraggiare e favorire
occasioni di partecipazione responsabile degli studenti alla
vita della comunità scolastica, con l'obiettivo di
contribuire a rafforzare il senso di identità e di
appartenenza, la solidarietà, il rispetto degli altri, il
bisogno di comunicare e progettare insieme”.
(Dir.10.11.2006, Indicazioni ed Orientamenti sulla
partecipazione studentesca). Si inseriscono in questa area
anche tutti i progetti didattici finalizzati a far acquisire
agli studenti la consapevolezza della cittadinanza attiva e
responsabile per la propria e altrui sicurezza (nella
scuola, nei contesti lavorativi e nella comunità sociale).
Cittadinanza culturale.
La finalità della formazione alla “cittadinanza culturale” è
di far acquisire agli studenti le competenze per essere
cittadini che sappiano valorizzare il proprio patrimonio
culturale, attraverso percorsi che prevedano sia la
conoscenza dell’esistente sia la realizzazione di progetti
di tutela e di potenziamento. In questa area si inseriscono
anche tutte le attività di formazione per studenti e docenti
promosse nell’ambito dell’insegnamento della Storia.
Cittadinanza e Volontariato.
Esercitare la cittadinanza attiva in termini di impegno
personale nel volontariato. Si legge nella nota che ha
accompagnato la Decisione del Consiglio 2010/37/CE del 27
Novembre 2009, relativa all’Anno Europeo delle attività di
volontariato che promuovono la Cittadinanza attiva (2011).”
La presente decisione proclama il 2011 Anno europeo delle
attività di volontariato che promuovono la cittadinanza
attiva. Il volontariato è uno degli elementi centrali della
cittadinanza attiva; la cittadinanza attiva rafforza la
coesione sociale e sviluppa la democrazia. Il 2011 coincide
inoltre con il decimo anniversario dell’Anno internazionale
dei volontari delle Nazioni Unite (2001). Tra gli obiettivi
educativi ci dovrebbe essere:” mirare a creare condizioni
favorevoli al volontariato; fornire agli organizzatori gli
strumenti per migliorare la qualità delle attività di
volontariato; migliorare il riconoscimento delle attività di
volontariato; sensibilizzare l’opinione pubblica al valore e
all’importanza del volontariato”.
Cittadinanza e Salute.
Alla luce dei documenti internazionali dell’OMS, oggi le
azioni di promozione della salute nella scuola implicano
l’adozione di un approccio globale che guarda da un lato
allo sviluppo delle competenze individuali (life skills),
nella logica di potenziamento dell’empowerment individuale e
di comunità, e dall’altro alle condizioni ambientali che
favoriscono l’adozione di comportamenti di salute. Questo
comporta un nuovo approccio a temi quali: educazione alla
salute (allo star bene con sé, con gli altri e con le
istituzioni, come antidoti al disagio e a diverse patologie,
a dipendenze, devianze e abusi, comprese sottovoci come
l’educazione all'alimentazione),educazione all'affettività e
alla sessualità, che implicano anche aspetti di natura
bioetica, relazionale e valoriale.
Qui di seguito sono elencate le priorità d’intervento
promosse dal MIUR per l’Anno Scolastico 2013-2014 in ordine
all’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione: sviluppare
“processi competenti” di intermediazione tra le scuole e I
progetti ministeriali, che si esprimono per lo più nella
forma concorsuale, dando contributi organizzativi e di
valorizzazione delle risorse del territorio per la
realizzazione delle indicazioni ministeriali; elaborare
linee d’indirizzo da condividere con gli ambiti territoriali
e con le reti, che favoriscano la condivisione di buone
pratiche modellizzabili e quindi trasferibili, con
particolare riferimento al curricolo verticale sulle
competenze chiave di Cittadinanza; in collaborazione con gli
ambiti territoriali, individuare le esperienze esportabili
relativamente agli ambiti di cittadinanza attiva definiti
nel presente documento, con l’elaborazione di materiali;
organizzare corsi di formazione nell’ambito
dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione rivolto a
docenti del primo e del secondo ciclo, con la finalità di
individuare insegnanti di riferimento per il proprio
contesto scolastico e territoriale; saranno intensificate le
azioni progettuali di collaborazione con OMG, terzo settore
e Volontariato, con la consapevolezza che per sviluppare
pratiche di cittadinanza attiva sia necessario operare sul
territorio, creando un diretto contatto tra la popolazione
scolastica e il tessuto sociale e istituzionale, sul quale
si costruisce e si regge la legalità e il rispetto dei
diritti umani; potenziare esperienze di alternanza
scuola-lavoro che tengano conto delle competenze di
cittadinanza attiva, come richiesto anche dalle Linee guida
per il passaggio al nuovo ordinamento (DPR 15 marzo 2010),
favorendo processi valutativi adeguati alla complessità
dell’esperienza formativa vissuta.
Monitorare i progetti e le iniziative di formazione attivate
per accompagnare le scuole all’attuazione delle Indicazioni
nazionali per il primo ciclo (2013), in accordo con
l’Ufficio Ordinamenti dell’USR Lombardia. Favorire
interventi formativi specifici per sostenere la cultura
della viabilità sostenibile, con particolare attenzione alla
viabilità ferroviaria (si rimanda alle linee d’indirizzo
dell’ USR Lombardia sulla specifica area progettuale e ai
progetti regionali attivi), e il valore dell’educazione
stradale, affrontata attraverso modalità di insegnamento
capaci di utilizzare metodologie didattiche attive e
funzionali alla riflessione sul tema specifico; favorire
l’inserimento dell’insegnamento di Cittadinanza e
Costituzione, con progetti dedicati, nei Licei scientifici
ad indirizzo sportivo; organizzare un seminario al quale
saranno invitate le associazioni, le istituzioni, le
università e i partner che tradizionalmente collaborano con
le scuole per condividere tempi, procedure formative e
linguaggi in una azione formativa di rete.
Le modalità didattiche per affrontare le tematiche relative
alla Cittadinanza attiva sono: didattica progettuale;
didattica integrata; didattica laboratoriale; didattica
digitale; stage, alternanza scuola-lavoro. I modelli
organizzativi, all’interno dei quali si inserisce
l’insegnamento della Cittadinanza attiva, sono: rete di
scuole; rete con il territorio; dipartimenti dedicati
all’insegnamento di Cittadinanza e costituzione; formazione
dei docenti.
L’inserimento nella curricolarità dell’insegnamento di
Cittadinanza e Costituzione passa attraverso: progettazione
per aree disciplinari; progettazione di classe;
progettazioni dipartimentali.
Le strategie didattiche da privilegiare sono: laboratorio;
peer tutoring; project work; stage e alternanza
scuola-lavoro; esperienze e percorsi di volontariato.
Nella classificazione dei progetti dedicati alla
Cittadinanza e costituzione si distingueranno: i progetti
ministeriali; i progetti regionali; i progetti degli UST; i
progetti delle reti; i progetti dei singoli istituti;
valutazione per competenze interdisciplinari di
cittadinanza.
A tal proposito si suggerisce di introdurre alla fine
dell’anno scolastico una valutazione collegiale del
Consiglio di classe sulle competenze trasversali di
Cittadinanza e Costituzione, identificando descrittori
rappresentativi di competenze specifiche riferite a:
imparare ad imparare; progettare; comunicare; collaborare e
partecipare; agire in modo autonomo e responsabile;
risolvere problemi; individuare collegamenti e relazioni;
acquisire ed interpretare l’informazione.
Nei programmi della scuola media del 1979 (ministro Pedini)
l’educazione civica era intesa come «specifica materia
d’insegnamento, esplicitamente prevista dal piano di studi».
(…) «La comprensione della Costituzione, che gioverà anche a
dare sistemazione, quasi secondo un indice ragionato, agli
altri temi di educazione civica, avrà un momento più
organico nella terza classe». Si trattava insieme di una
materia e di «un grande campo di raccordo culturale,
interdisciplinare, che ha anche suoi contenuti specifici…».
La sua gestione era affidata al consiglio di classe.
Educazione alla convivenza democratica. E’ l’espressione
utilizzata nei programmi della scuola primaria del 1985
(ministro Falcucci), per indicare uno dei «principi e fini
della scuola primaria». Essa «sollecita gli alunni a
divenire consapevoli delle proprie idee e responsabili delle
proprie azioni, alla luce di criteri di condotta chiari e
coerenti, che attuino valori riconosciuti». Accanto alla
storia e alla geografia, compariva la materia studi sociali.
Con essi la scuola intendeva fornire «gli strumenti per un
primo livello di conoscenza dell’organizzazione della nostra
società nei suoi aspetti istituzionali e politici, con
particolare riferimento alle origini storiche e ideali della
Costituzione». Educazione civica e cultura costituzionale.
E’ il nome con cui la direttiva 8.2.1996 n.58 (ministro
Lombardi) indica l’educazione civica, integrandola con un
esplicito riferimento alla Costituzione. Le «educazioni»
(alla salute, all’ambiente, alla pace, all’intercultura …),
esplose successivamente nella scuola come risposte alle
emergenze di fine secolo, trovano tutte fondamento nel testo
costituzionale, in continuità e oltre il dpr Moro del 1958.
Ciò ha insieme legittimato, limitato e ricondotto a sintesi
le molteplici «educazioni», consentendo una visione
strategica sia delle contingenti emergenze, sia delle
risposte educative cui è tenuta la scuola. Nello stesso
tempo si prevedeva un’ora settimanale distinta per
l’«educazione civica e cultura costituzionale», rinforzando
il decreto Moro. La norma non è però entrata in vigore, per
la caduta del Governo Dini. Il ministro Berlinguer,
impegnato a riformare i cicli, ha varato lo Statuto delle
studentesse e degli studenti (24.6.1998), ha dato rilievo
alle Consulte e ha previsto lo studio del Novecento negli
ultimi anni dei cicli scolastici. Educazione alla convivenza
civile. L’espressione, già presente nel non approvato
disegno di legge Gonella del 1951, è riproposta nella legge
delega Moratti del 28.3.2003, n.53: a proposito dell’ambito
della scuola primaria, parla di educazione «ai principi
fondamentali della convivenza civile». Il civile è un ambito
più ampio dello statale e del legale. L’orizzonte dei
diritti umani, che ha a che fare anche con l’etica e con la
buona educazione («etichetta»), sollecita la scuola a
promuovere una educazione che precede e sorregge la
comprensione del momento giuridico e di quello politico. Nei
nuovi programmi ministeriali (Indicazioni nazionali) questa
materia è stata articolata, in sei educazioni, raggruppabili
in due fuochi: uno di tipo oggettivo-istituzionale
(cittadinanza, sicurezza stradale, ambiente), uno di tipo
soggettivo esistenziale (salute, alimentazione, affettività
e sessualità). Si tratta di tematiche trasversali, che vanno
esplicitamente affrontate e valutate, non però come materie
a sé stanti. Queste Indicazioni sono mutate con i successivi
ministri Fioroni, Gelmini, Profumo, che hanno lasciato
cadere il termine «convivenza civile» e il pur ridotto
spazio curricolare previsto prima per l'educazione civica.
Cittadinanza e Costituzione. Prevista dalla legge
30.10.2008, n.169 (art. 1... «sono attivate azioni di
sensibilizzazione e di formazione del personale, finalizzate
all'acquisizione, nel primo e nel secondo ciclo di
istruzione, delle conoscenze e delle competenze relative a
Cittadinanza e Costituzione, nell'ambito delle aree
storico-geografica e storico sociale e del monte ore
complessivo previsto per le stesse. Iniziative analoghe sono
avviate nella scuola dell'infanzia...»), la nuova
denominazione tenta la sintesi fra il termine
internazionalmente accreditato cittadinanza, che è una
relazione fra una persona e un ordine politicogiuridico, da
cui scendono diritti e doveri, e tutti i contenuti della
nostra «Carta», ossia della legge istitutiva della
Repubblica italiana. La Costituzione infatti costituisce una
sorta di carta d’identità e di bussola di orientamento sia
per gli italiani, sia per gli immigrati nel nostro Paese,
per i quali il Governo ha elaborato una Carta dei valori
della cittadinanza e dell’integrazione (Min. Interno,
23.4.2007) Oltre ad anticipare in modo originale i contenuti
della fondamentale Dichiarazione universale dei diritti
umani (1948) e la successiva Carta dei diritti fondamentali
dell'Unione Europea (Nizza 2000 e Lisbona 2007), la nostra
Carta limita la sovranità dello Stato verso l’interno, con
l’autonomia, e verso l’esterno, in particolare verso
l’Europa, «in condizioni di parità con gli altri stati», in
nome della cooperazione internazionale e della pace. Inoltre
la Costituzione, mentre riconosce i diritti inviolabili dei
singoli e delle formazioni sociali ove si svolge la loro
personalità, e richiede l'adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale,
impegna la Repubblica (e cioè tutte le sue istituzioni e
tutti i cittadini italiani, in relazione ai loro poteri e
alle loro responsabilità) a rimuovere gli ostacoli al pieno
sviluppo della persona umana e all'effettiva partecipazione
di tutti i lavoratori (anche gli studenti lo sono)
all'organizzazione politica economica e sociale del Paese. I
termini educazione e cultura, secondo questa visione ampia
dell'educazione civica, connotano tutta l’attività
scolastica, quella che si svolge nell'ambito delle
discipline e quella che si svolge in tempi e modi
programmati dalle scuole autonome. Ciò non significa che la
Costituzione scompaia come oggetto di studio, come se fosse
sufficiente «respirarne i valori», senza darsi la pena di
studiarli, di ricordarli e di utilizzarli ove serva. Il
presidente Napolitano ha dichiarato che «la legge
30.10.2008, n. 169 ha introdotto nelle nostre scuole
l’educazione alla cittadinanza e l’insegnamento della
Costituzione». Si tratta di un’esegesi autorevole e
generosa, affidata alla buona volontà di ministri,
funzionari, dirigenti e docenti della scuola italiana.
All'Amministrazione compete la mediazione fra la legge e
l'autonomia scolastica, attraverso chiarimenti e «azioni di
sensibilizzazione e di formazione del personale» (della
scuola), che aiutino la scuola stessa a promuovere, in modo
non alternativo ma integrato, l'educazione alla cittadinanza
e l'insegnamento della Costituzione, in vista del
raggiungimento delle conoscenze e competenze di cui parla la
legge.
Cittadinanza e cittadinanze.
Il termine cittadinanza comprende qualcosa di più del
civismo tradizionalmente inteso: il cittadino dell’era
planetaria deve essere in grado di conoscere e di vivere
diritti e doveri, relazioni, appartenenze e partecipazioni
sempre più ricche e problematiche, in rapporto agli
ordinamenti locali, statali, europei, planetari e alle
problematiche della globalizzazione, dell’ambiente, della
pace e dello sviluppo. Si tratta di «cittadinanze a raggio
variabile», intorno alle quali si discute animatamente.
Immigrazione, etnie, religioni, chiusure e integrazioni,
intercultura e conflitti armati sono chiamati in causa da
questo termine «caldo». La cittadinanza non è dunque solo
una caratteristica anagrafica e giuridica, ma è anche una
dimensione spirituale e culturale, psicologica e
relazionale, che si sviluppa col sentimento e con la
coscienza della propria identità, della propria e
dell’altrui dignità e della propria appartenenza ad uno o
più contesti relazionali e istituzionali. Soltanto con
adeguata maturazione affettiva, culturale e relazionale si
diviene consapevoli di una serie di diritti e di doveri,
giuridici e/o morali, relativi ai diversi ambiti sociali di
cui si è parte. La cittadinanza insomma appartiene
all’ordine del civile e del morale e non solo del giuridico:
e cioè anche all'ordine del sentire, del condividere e del
fare. Il passaggio dell'individuo da suddito a cittadino,
previsto nella Costituzione, implica un ripensamento
dell’intera cultura e una coerente prassi educativa. Occorre
anzitutto distinguere fra le istituzioni e le persone che le
rappresentano, a differenza di quello che succede nelle
dittature. Si tratta di educare a rispettare le leggi e più
in generale le regole legittime (e in ciò consistono lo
spirito civico e la legalità) e a promuovere leggi e regole
migliori (e in ciò consiste l’impegno politico, in qualunque
ambito di vita sociale, a partire dalla famiglia e dalla
scuola). Si tratta perciò di imparare a interagire in
termini di dialogo, di dibattito e di valutazione critica
delle idee e dei comportamenti, per vivere il più pienamente
possibile una cittadinanza attiva, sia nelle istituzioni,
sia nei gruppi di riferimento, anche in termini di
volontariato. Oltre la distinzione fra cittadinanza civile,
sociale e politica, si vanno rivelando altri aspetti della
cittadinanza, definiti per lo più in termini di cittadinanza
attiva, che hanno trovato un alto riconoscimento nell'art.
118 della Costituzione, che ha sancito il valore della
sussidiarietà. In altri termini si riconoscono la
legittimità e il valore dell'occuparsi, da parte del
cittadino, singolo o associato, di attività di interesse
generale, a fianco delle istituzioni o collaborando con
esse. Tali attività riguardano la difesa e la promozione dei
beni comuni. Appartengono a questi beni il territorio,
l’ambiente, l’acqua, l’aria, la sicurezza, la fiducia nei
rapporti sociali, la legalità, i diritti dell’uomo, la
regolazione del mercato, la salute, l’istruzione, la ricerca
scientifica e tecnologica, le infrastrutture (le strade, le
scuole, gli ospedali, i musei…), i beni culturali, i servizi
pubblici, e altri simili a questi, di cui ciascuno potrebbe
godere liberamente, se questi non fossero continuamente
minacciati da comportamenti egoistici e criminosi.
L'arricchimento di questi beni è nell’interesse generale,
così come lo è evitare il loro impoverimento. Per i
cittadini attivi l’interesse generale diventa anche un modo
per esprimere la propria creatività personale, e per
esercitare la propria sovranità di cittadini responsabili,
alla stessa stregua di chi governa. Nella scuola,
apprendimento e partecipazione non sono antagonisti, ma
possono produrre, per i singoli e per la società, quei beni
personali e sociali, della cui carenza si soffre
particolarmente, anche in termini economici. Come si vede,
documenti ampi e organici come la Costituzione, la
Dichiarazione universale dei diritti umani e la Carta dei
diritti fondamentali dell'Unione Europea includono e fondano
diversi concetti di cittadinanza, che perciò viene anche
detta «cittadinanza plurale». Se occorre averne una visione
panoramica, di fatto sul piano della concreta attività e
della prassi scolastica si concentra l'attenzione su
qualcuno dei significati e dei beni presi in considerazione
a proposito della cittadinanza attiva: per esempio la
legalità, la scienza, il rispetto e la cura dell'ambiente e
del patrimonio culturale, l'economia e la finanza, la
comunità scolastica, lo sport, il volontariato, relativo a
diversi ambiti del sociale, il teatro a scuola, la musica...
. Molti sono stati i termini con cui si è parlato di
educazione civica e di iniziative progettuali riconosciute e
anche finanziate dalle istituzioni, secondo le rispettive
competenze, e persino dal mondo imprenditoriale. Si pensi al
Progetto Giovani del Ministero, che ha accreditato le
"educazioni", proponendo la logica progettuale relativa a
diversi valori e iniziative anche "dal basso" in termini
integrativi e non alternativi alla logica
dell'insegnamento/apprendimento. Un documento prodotto nel
maggio 2007 da un gruppo di lavoro ministeriale parla di
«nuove educazioni trasversali», recensendole in questo modo:
1. educazione alle relazioni interpersonali, alla socialità
e alla convivenza civile; 2. educazione alla cittadinanza
(democratica, attiva, responsabile, italiana, europea,
mondiale, plurale, a raggio variabile, ecc.) e alla cultura
costituzionale, ai diritti umani, alle responsabilità, al
volontariato, alla legalità e simili (comprese sottovoci
rilevanti come l’educazione stradale); 3. educazione
interculturale e alle differenze di genere e alle pari
opportunità; 4. educazione alla pace e alla gestione
(democratica, non violenta, creativa) dei conflitti e
simili; 5. educazione all’ambiente, naturale e culturale, e
allo sviluppo (umano, globale, planetario, locale, ’glocale’,
sostenibile ecc.); 6. educazione ai media e alle nuove
tecnologie, e simili; 7. educazione alla salute (allo star
bene con sé, con gli altri e con le istituzioni, come
antidoti al disagio e a diverse patologie, a dipendenze,
devianze e abusi, comprese sottovoci come l’educazione
all'alimentazione); educazione all'affettività e alla
sessualità, che implicano anche aspetti di natura bioetica,
relazionale e valoriale. In rapporto all'equilibrio e alla
competenza degli operatori, l'impatto fra queste educazioni
è risultato talora positivo, talora meno. Si è notata in
certi casi una crisi di rigetto, dovuta non alla irrilevanza
delle proposte, ma alla mancanza di criteri e di strumenti
operativi capaci di organizzare la complessità dell'unico e
unitario compito educativo della scuola, senza mutilarla e
impoverirla, o all'opposto, affaticarla e ingolfarla. Di qui
la necessità di cogliere l'opportunità che la legge 169/2008
offre alle scuole autonome, impegnando le scuole a ripensare
sinteticamente e collegialmente i valori e le attività che
appaiono oggi più rilevanti sul piano educativo. Ci si
rivolge perciò a dirigenti e docenti consapevoli non solo
delle difficoltà, ma anche dell'importanza della posta in
gioco, in un Paese che si manifesta più che in passato
bisognoso di criteri alti di orientamento e di disponibilità
a comprendere e a collaborare.
Le competenze sociali e civiche raccomandate dall’Unione
Europea.
Il
Quadro di riferimento europeo allegato alla Raccomandazione
del Parlamento europeo e del Consiglio del 18.12.2006, ha
identificato 8 competenze chiave per l’apprendimento
permanente, ritenendole necessarie per la realizzazione e lo
sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l'inclusione
sociale e l'occupazione. Il nostro ordinamento richiama e
adotta questa elaborazione, presentando le otto competenze
chiave da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria,
negli allegati al DM 22.8.2007 n. 139 (Regolamento recante
norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione):
esse si riferiscono sia all’asse dei linguaggi, sia a quello
scientifico-tecnologico, sia a quello personale,
interpersonale e interculturale, sia a quello civico e
sociale. La competenza sociale riguarda il sapere e il fare
per conseguire una salute fisica e mentale ottimali, la
comprensione dei diversi codici di comportamento, la
tolleranza, la capacità di negoziare, cooperare, creare
fiducia, superare stress, frustrazioni, pregiudizi. La
competenza civica dota le persone degli strumenti per
partecipare alla vita civile, grazie alla conoscenza dei
concetti e delle strutture sociopolitici e all’impegno a una
partecipazione attiva e democratica, a tutti i livelli. In
tale prospettiva la scuola, presidio di legalità, è
credibile nella sua funzione educativa quando è in grado di
elaborare, testimoniare e proporre modelli positivi di
comportamento, valorizzando la cittadinanza attiva, nelle
forme della partecipazione, a livello di classe, di scuola,
di provincia, di regione, di nazione, di Europa, anche
attraverso le reti telematiche, e nelle forme di un
credibile volontariato.
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