005 ..:: 12.11.2016 :: 18:30
A partire dall’inizio dell’anno scolastico 2015/16 tutte
le scuole (statali e paritarie) sono tenute a pianificare un
percorso di miglioramento per il raggiungimento dei
traguardi connessi alle priorità indicate nel RAV.
Il RAV è definito “il documento di ingresso per elaborare il
Piano di Miglioramento” delle scuole che si è integrato,
chiaramente, prima, in fase di stesura, con il POF e poi,
con il PTOF, dovrà essere ultimato.
Il R.A.V. un documento importante, che deve necessariamente
essere condiviso con il Collegio docenti, visto che si
affronteranno materie che incideranno profondamente sulla
ordinaria vita didattica e programmatica della scuola. Vi
sono sezioni che richiedono particolare attenzione, per
esempio alla voce che riguarda la popolazione scolastica,
ergo il contesto socio economico del territorio. La fonte
principale da cui attingere è il questionario scuola come
predisposto dall'Invalsi, che non sempre è stato compilato e
se male indirizzato potrebbe presentare un territorio, dal
punto di vista socio economico come basso, ma quando nella
realtà questo basso non è.
Il Dirigente Scolastico responsabile della gestione del
processo di miglioramento.
Il Nucleo interno di valutazione (“unità di
autovalutazione”), costituito per la fase di autovalutazione
e per la compilazione del RAV, eventualmente integrato e/o
modificato. E’ importante il coinvolgimento della comunità
scolastica nel processo di miglioramento.
D.S. e Nucleo sono tenuti a:
• Favorire e sostenere il coinvolgimento diretto di tutta la
comunità scolastica, anche promuovendo momenti di incontro e
di condivisione degli obiettivi e delle modalità operative
dell’intero processo di miglioramento.
• Valorizzare le risorse interne, individuando e
responsabilizzando le competenze professionali più utili in
relazione ai contenuti delle azioni previste nel PdM.
• Incoraggiare la riflessione dell’intera comunità
scolastica attraverso una progettazione delle azioni che
introduca nuovi approcci al miglioramento scolastico, basati
sulla condivisione di percorsi di innovazione.
• promuovere la conoscenza e la comunicazione anche pubblica
del processo di miglioramento, prevenendo un approccio di
chiusura autore erenziale.
Per agire in maniera efficace sulla complessità del
sistema scuola, gli interventi di miglioramento vanno
collocati su due livelli: quello delle pratiche educative e
didattiche e quello delle pratiche gestionali ed
organizzative.
Procedura di costruzione del PdM:
- Scegliere gli obiettivi di processo più utili alla luce
delle priorità individuate nella sezione 5 del RAV.
- Decidere le azioni più opportune per raggiungere gli
obiettivi scelti.
- Pianificare gli obiettivi di processo individuati.
- Valutare, condividere e diffondere i risultati alla luce
del lavoro svolto dal Nucleo di valutazione.
Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa , che rappresenta
il documento fondamentale costitutivo dell’identità
culturale e progettuale della istituzioni scolastiche ed
esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare,
educativa e organizzativa, dovrà essere integrato(comma 14
dell’art. 1 L. 07/2015) con il piano di miglioramento
dell’istituzione scolastica, previsto dal D.P.R. 28 marzo
2013, n. 80.
Pertanto siamo tenuti a :
- Indicare nel PTOF le priorità, i traguardi di lungo
periodo e gli obiettivi di processo già individuati nella
parte 5 del Rapporto di Autovalutazione .
- Pianificare e indicare nel PTOF le azioni finalizzate al
raggiungimento dei traguardi previsti.
Le attività pianificate andranno monitorate in itinere al
fine di confermare o modificare le azioni di miglioramento
previste (il PdM è dinamico: aggiornabilità annuale con le
conseguenze sul PTOF).
Piano Triennale dell’ Offerta
Formativa. |
Attraverso il PTOF il Collegio Docenti «curva» le
Indicazioni Nazionali (o le Linee Guida) alle esigenze
derivanti dal contesto (socio-culturale-economico del bacino
di utenza della i.s.a.) costruendo il curricolo di Istituto
(o Scuola) in base al quale il Consiglio di Classe
costruisce il
Piano di Studi Personalizzato della Classe con le relative
individualizzazioni e, di conseguenza, ogni Docente
costruisce il suo percorso didattico.
Il PTOF conterrà:
Priorità, traguardi ed obiettivi
Si parte, quindi, dalle risultanze della autovalutazione di
Istituto:
- Scelte conseguenti ai risultati delle prove INVALSI, se i
risultati INVALSI non sono già stati presi in considerazione
nella sezione precedente.
- Proposte e pareri provenienti dal territorio e dall’utenza
L. 107/2015, art. 1, c. 14, sub 5. :«Ai fini della
predisposizione del piano, il Dirigente Scolastico promuove
i necessari rapporti con gli enti locali e con le diverse
realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche
operanti nel territorio; tiene altresì conto delle proposte
e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni
dei genitori e, per le scuole secondarie di secondo grado,
degli studenti»
Il PTOF è un atto che attiene alla “macroorganizzazione”
dell’Istituto scolastico e quindi è un “atto amministrativo”
e pertanto la sua approvazione, in quanto procedimento
amministrativo, è regolata dalla241/90 e successive
modifiche.
Ai sensi dell’art.21 della legge 15/05, il PTOF è
annullabile se illegittimo ossia se si ravvisa in esso
almeno uno dei seguenti vizi: violazione di legge, eccesso
di potere, incompetenza. Pertanto è necessario che l’iter
previsto dalla legge venga seguito perfettamente se si vuole
emanare un PTOF legittimo ed efficace. Quindi bisogna
«sentire» anche i rappresentanti «del territorio e della
utenza».
Il Piano di Miglioramento:
- Si inserisce il PdM
- Scelte conseguenti alle previsioni di cui alla legge
107/15
- Fabbisogno di organico di posti comuni e di sostegno
- Fabbisogno di organico di posti di potenziamento (le
richieste vanno motivate e quindi bisogna dimostrarne la
necessità e la utilità).
- Fabbisogno di organico di personale ATA
- Fabbisogno di attrezzature ed infrastrutture materiali
- Obiettivi prioritari adottati dalla scuola fra quelli
indicati dal comma 7della L.107.
- Scelte di gestione e di organizzazione
- Educazione alle pari opportunità e prevenzione della
violenza di genere Insegnamenti opzionali, orientamento,
valorizzazione del merito.
- Alternanza Scuola-lavoro
- Azioni coerenti con il Piano Nazionale Scuola Digitale
(animatore digitale; scelte per la formazione degli
insegnanti; miglioramento delle dotazioni hardware della
scuola; contenuti/attività correlate al PNSD che si conta di
introdurre nel curricolo degli studi).
- Didattica laboratoriale
- Uso dei locali al di fuori dei periodi di attività
didattiche
- Formazione in servizio docenti (priorità di formazione che
la scuola intende adottare per tutti i docenti; le tematiche
formative comuni; eventuali tematiche specifiche emergenti
dal RAV ; misura minima di formazione (in termini di ore)
che ciascun docente deve certificare a fine anno; eventuale
indicazione della misura triennale complessiva; sipossono
prevedere attività di istituto e anche attività individuali
che ognuno sceglie liberamente).
Con
nota del 4 settembre 2015 il MIUR ha comunicato che
devono essere conferiti a Dirigenti Tecnici, in servizio
presso l'Amministrazione Centrale n.10 incarichi di funzione
dirigenziale non generale per la realizzazione degli
obiettivi del Sistema Nazionale di Valutazione e il
coordinamento dei nuclei di valutazione esterna delle
scuole. Tale attività, che impegna i componenti del
contingente in maniera prevalente ma non esclusiva e che
prevede l'assegnazione, di norma, di un numero variabile da
15 a 25 scuole da valutare per ogni anno scolastico, verrà
svolta nell'ambito delle realtà territoriali che dovessero
presentare esigenze di intervento, tenendo conto del
programma delle visite dei nuclei di valutazione esterna che
sarà predisposto per ciascun Ufficio scolastico regionale.
Ciò in attuazione dell'art.5, commi 1 e 2, del DPR 28 marzo
2013, n.80, nonché del DM n. 598 agosto 2015; da un minimo
di 15 ad un massimo di 25 scuole assegnate ai componenti del
contingente che saranno impegnati ad analizzare il RAV delle
scuole affidate.
La valutazione esterna inciderà soprattutto sul piano di
miglioramento e, pertanto, ne comporterà una ridefinizione,
da parte delle Istituzioni scolastiche, in base agli esiti
dell'analisi effettuata dai nuclei senza. E’ anche previsto,
eventualmente, anche il coinvolgimento ed il supporto
dell'INDIRE e/o di altri soggetti pubblici e privati
(università, enti di ricerca, associazioni professionali e
culturali).
Le nuove regole per l’elaborazione
del piano dell’offerta formativa. |
La Legge 107 del 2015 ha tracciato le nuove linee per
l’elaborazione del Piano dell’offerta formativa che avrà
ormai una durata triennale, ma sarà rivedibile annualmente
entro il mese di ottobre di ciascun anno scolastico. L’art.3
del DPR n.275 del 1999 è stato difatti novellato dal comma
14 della legge succitata che ne ha cambiato anche le
modalità di elaborazione, affidando un ruolo preminente al
dirigente scolastico, chiamato nella nuova previsione
normativa, a definire al collegio dei docenti, gli indirizzi
per le attività della scuola e per le scelte di gestione e
di amministrazione. L’intera progettazione del piano è
elaborata dal Collegio dei docenti, sulla base degli Atti di
Indirizzo forniti dal Dirigente Scolastico e la sua
approvazione avverrà in seno al consiglio di istituto.
I contenuti del P.T.O.F. si possono stralciare dalla legge
107 del 2015 tenendo certamente conto del DPR n.275 del 1999
che costituisce ancora oggi un valido supporto a sostegno
del sistema scolastico autonomo.
In ogni caso è indispensabile tenere presente anche le
finalità del sistema di istruzione poste in essere dal
legislatore nella legge 107, che ogni singola scuola dovrà
concretizzare per dare appunto piena attuazione
all’autonomia, oltre agli obiettivi formativi, indicati nel
comma 7, che le scuole dovranno individuare come prioritari.
Ne consegue che nel PTOF andrà inserita una cornice di
presentazione delle finalità generali che la scuola ha
intenzione di perseguire, traendole direttamente dalla legge
107, ma adeguandole al tempo stesso al contesto sociale e
culturale di appartenenza.
Il documento triennale sarà strettamente connesso e
perfettamente coerente con le rilevazioni emerse dalle
azioni di valutazione poste in in atto nella scuole,
iniziate con la stesura del RAV e con il Piano di
miglioramento che dovrà essere anch’esso parte integrante
del PTOF.
Il piano di ogni singola istituzione scolastica potrà trarre
le sue finalità generali sia dal comma 1 della legge citata,
sia dalle risultanze della prima fase di autovalutazione
delle scuole eseguita attraverso il R.A.V.
Così prendendo spunto dal comma 1 della legge 107, ciascuna
istituzione scolastica potrà impegnarsi per affermare il
ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza,
innalzare i livelli di istruzione e le competenze delle
studentesse e degli studenti, rispettare i tempi e gli stili
di apprendimento, contrastare le disuguaglianze
socio-culturali e territoriali, recuperare l’abbandono e la
dispersione scolastica, realizzare una scuola aperta, quale
laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione ed
innovazione didattica, di partecipazione e di cittadinanza
attiva, garantire il diritto allo studio, le pari
opportunità di successo formativo e di istruzione permanente
dei cittadini.
Programmazione dell’offerta formativa
triennale. |
Alla definizione delle finalità, intese come quadro di
accesso e di lettura del piano, farà seguito la
programmazione dell’offerta formativa triennale che ai sensi
del comma 2 della legge 107 servirà per “il potenziamento
dei saperi e delle competenze delle studentesse e degli
studenti e per l’apertura della comunità scolastica al
territorio con il pieno coinvolgimento delle istituzioni e
delle realtà locali”.
Oggi, il nuovo assetto della Legge 107, pur lasciando
invariato in alcune parti l’art.3 del DPR 275 del 1999 ,
propone una serie di obiettivi formativi , ricavabili dal
comma 7, che le scuole dovranno scegliere ai fini della
determinazione della programmazione. Per il raggiungimento
di tali obiettivi formativi il legislatore indica alle
istituzioni scolastiche le forme di flessibilità
dell’autonomia didattica e organizzativa, dispositivi
previsti dal regolamento 275, ancora ineludibili per
progettare ed attuare le azioni che la scuola intende
realizzare. Pertanto alle scuole sono indicate tre modalità
di organizzazione riferibili al tempo scuola e alla relativa
programmazione:
“a) l'articolazione modulare del monte orario annuale di
ciascuna disciplina, ivi compresi attività e insegnamenti
interdisciplinari;
b) il potenziamento del tempo scolastico anche oltre i
modelli e i quadri orari, nei limiti della dotazione
organica dell'autonomia di cui al comma 5, tenuto conto
delle scelte degli studenti e delle famiglie;
c) la programmazione plurisettimanale e flessibile
dell'orario complessivo del curricolo e di quello destinato
alle singole discipline, anche mediante l'articolazione del
gruppo della classe.”
Individuazione degli obiettivi
formativi prioritari. |
Gli obiettivi formativi di cui al comma 7 della legge 107
sono qui di seguito elencati e non è ultroneo ricordare che
le scuole sono chiamate ad individuarli prendendo in
considerazione quanto emerso da rapporto di autovalutazione
e dal piano di miglioramento, documenti senz’altro utili per
la definizione della programmazione dell’offerta formativa.
Gli obiettivi prioritari di cui al comma 7, scelti dalle
scuole, costituiscono, una chiave di lettura delle
intenzionalità delle scuole circa l’ampliamento dell’offerta
formativa:
“a) valorizzazione e potenziamento delle competenze
linguistiche, con particolare riferimento all'italiano
nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione
europea, anche mediante l'utilizzo della metodologia Content
language integrated learning;
b) potenziamento delle competenze matematico-logiche e
scientifiche;
c) potenziamento delle competenze nella pratica e nella
cultura musicali, nell'arte e nella storia dell'arte, nel
cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di
diffusione delle immagini e dei suoni, anche mediante il
coinvolgimento dei musei e degli altri istituti pubblici e
privati operanti in tali settori;
d) sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza
attiva e democratica attraverso la valorizzazione
dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto
delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno
dell'assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e
della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei
diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze in
materia giuridica ed economico-finanziaria e di educazione
all'autoimprenditorialità;
e) sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla
conoscenza e al rispetto della legalità, della sostenibilità
ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle
attività culturali;
f) alfabetizzazione all'arte, alle tecniche e ai media di
produzione e diffusione delle immagini;
g) potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di
comportamenti ispirati a uno stile di vita sano, con
particolare riferimento all'alimentazione, all'educazione
fisica e allo sport, e attenzione alla tutela del diritto
allo studio degli studenti praticanti attività sportiva
agonistica;
h) sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con
particolare riguardo al pensiero computazionale,
all'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei
media nonché alla produzione e ai legami con il mondo del
lavoro;
i) potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle
attività di laboratorio;
l) prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di
ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche
informatico; potenziamento dell'inclusione scolastica e del
diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi
speciali attraverso percorsi individualizzati e
personalizzati anche con il supporto e la collaborazione dei
servizi socio-sanitari ed educativi del territorio e delle
associazioni di settore e l'applicazione delle linee di
indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni
adottati, emanate dal Ministero dell'istruzione,
dell'università e della ricerca il 18 dicembre 2014;
m) valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva,
aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare
l'interazione con le famiglie e con la comunità locale,
comprese le organizzazioni del terzo settore e le imprese;
n) apertura pomeridiana delle scuole e riduzione del numero
di alunni e di studenti per classe o per articolazioni di
gruppi di classi, anche con potenziamento del tempo
scolastico o rimodulazione del monte orario rispetto a
quanto indicato dal regolamento di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89;
o) incremento dell'alternanza scuola-lavoro nel secondo
ciclo di istruzione;
p) valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e
coinvolgimento degli alunni e degli studenti;
q) individuazione di percorsi e di sistemi funzionali alla
premialità e alla valorizzazione del merito degli alunni e
degli studenti;
r) alfabetizzazione e perfezionamento dell'italiano come
lingua seconda attraverso corsi e laboratori per studenti di
cittadinanza o di lingua non italiana, da organizzare anche
in collaborazione con gli enti locali e il terzo settore,
con l'apporto delle comunità di origine, delle famiglie e
dei mediatori culturali;
s) definizione di un sistema di orientamento.”
Determinazione dell’organico
dell’autonomia. |
Le eventuali scelte progettuali saranno perseguite
attraverso l’organico dell’autonomia, funzionale alle
esigenze didattiche, organizzative e progettuali delle
istituzioni scolastiche come emergenti dal piano triennale
dell’offerta formativa. I docenti dell’organico
dell’autonomia concorrono alla realizzazione del piano
dell’offerta formativa con attività di insegnamento, di
potenziamento, di sostegno, di organizzazione, di
progettazione e di coordinamento (comma 5 della legge 107).
Una volta individuati gli obiettivi formativi e le connesse
attività progettuali, curricolari, extracurricolari,
educative ed organizzative nonché le iniziative di
potenziamento, all’interno del PTOF, occorrerà definire
anche l’organico dell’autonomia che includerà:
- il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno (i docenti
inseriti nell’organico di diritto), sulla base del monte
orario degli insegnamenti, con riferimento anche alla quota
di autonomia dei curricoli e agli spazi di flessibilità,
nonché del numero di alunni con disabilità, ferma restando
la possibilità istituire posti di sostegno in deroga nei
limiti delle risorse previste a legislazione vigente;
- il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell’offerta
formativa (i docenti che saranno immessi in ruolo
nella fase C, assegnati alle scuole e i quali saranno i
diretti interessati a svolgere le attività programmate);
- il fabbisogno relativo ai posti del personale
amministrativo, tecnico e ausiliare;
- il fabbisogno di infrastrutture e di attrezzature
materiali.
Le istituzioni scolastiche sono chiamate a perseguire le
loro finalità educative e formative, l’attuazione di
funzioni organizzative e di coordinamento attraverso
l’organico dell’autonomia (comma 63).
In ogni caso il piano dovrà recare la definizione delle
risorse occorrenti in base alla quantificazione disposta per
le istituzioni scolastiche (comma 12).
Le attività relative alla programmazione dell’offerta
formativa nonché l’incluso organico dell’autonomia,
costituendo parte integrante del PTOF, devono
necessariamente essere deliberati dagli organi collegiali,
partendo in primis, come già detto, dagli indirizzi forniti
dal dirigente scolastico al collegio dei docenti per
l’elaborazione del Piano.
Organico potenziato o aggiuntivo. |
I docenti di potenziamento (Nota Miur 30549 del 21
settembre 2015), svolgeranno, nell’ambito dell’istituzione
scolastica, interventi mirati al miglioramento dell’offerta
formativa. Alle scuole è lasciato il compito di elencare le
priorità relative al potenziamento, cosiddetti campi, in cui
detti docenti dovranno impegnarsi. Ciò significa che
l’azione dirigenziale avrà anche in questo caso un peso per
le capacità di impiego e valorizzazione delle risorse
assegnate ai fini della valutazione. L’organico potenziato
non potrà essere impiegato solo per la sostituzione dei
colleghi assenti, certo è che la natura triennale del piano
esigerà una rendicontazione dei risultati, non solo riguardo
alle risorse economiche ma anche umane.
Fondo di funzionamento
dell’istituzione scolastica. |
Il comma 11 della legge 107 regolamenta il fondo per il
funzionamento dell’istituzione scolastica, stabilendo che
l’erogazione della somma spettante ad ogni istituzione
scolastica avverrà tempestivamente ed entro il mese di
settembre; la quota erogata sarà a valere per i mesi di
settembre, ottobre, novembre e dicembre dell’anno scolastico
di riferimento. Successivamente le scuole riceveranno
comunicazione dal Ministero dell’ulteriore risorsa
finanziaria a loro assegnata, relativa al periodo compreso
tra il mese di gennaio e il mese di agosto dell’anno
scolastico di riferimento, tale somma sarà erogata nei
limiti delle risorse iscritte in bilancio a legislazione
vigente entro e non oltre il mese di febbraio dell’esercizio
finanziario successivo.
Altro campo obbligatorio all’interno del PTOF, previsto
dal comma 14 della legge 107, è l’allegato Piano di
miglioramento dell’istituzione scolastica così come
scaturito dal rapporto di autovalutazione. Il PDM avrà una
naturale corrispondenza con i contenuti del piano
dell’offerta formativa. Le scelte progettuali e i relativi
obiettivi formativi saranno speculari agli obiettivi di
processo individuati nel rapporto di autovalutazione.
PTOF, enti locali, territorio. |
I rapporti con gli Enti Locali e con il territorio
spettano al Dirigente dell’Istituzione scolastica, ai sensi
della legge 107: “Ai fini della predisposizione del piano,
il dirigente scolastico promuove i necessari rapporti con
gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali,
culturali, sociali ed economiche operanti nel territorio;
tiene altresì conto delle proposte e dei pareri formulati
dagli organismi e dalle associazioni dei genitori e, per le
scuole secondarie di secondo grado, degli studenti”.
Pertanto, nell’ambito degli obiettivi formativi ritenuti
imprescindibili dall’istituzione scolastica e nelle attività
progettuali, le scuole potranno far emergere all’interno del
PTOF il raccordo con il territorio ossia con il contesto
culturale, sociale ed economico di appartenenza. In aggiunta
al fatto che tale intersecazione con il territorio è già
prevista nella lett. m) del comma 7 della legge 107 che
fornisce, come già detto, l’elencazione degli obiettivi
formativi individuati come prioritari dalle istituzioni
scolastiche.
Il piano dell’offerta formativa , quindi, potrà focalizzare
“la valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva,
aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare
l'interazione con le famiglie e con la comunità locale,
comprese le organizzazioni del terzo settore e le imprese”.
Attività di formazione del personale
scolastico e formazione degli studenti. |
Il comma 12 della legge 107 è foriero di un’altra
innovazione la formazione in servizio del personale
scolastico: si legge infatti che il Piano dell’offerta
formativa triennale “contiene anche la programmazione delle
attività formative rivolte al personale docente e
amministrativo, tecnico e ausiliare”. Direttamente collegato
al predetto comma vi è il 124 che così stabilisce
“nell'ambito degli adempimenti connessi alla funzione
docente, la formazione in servizio dei docenti di ruolo è
obbligatoria, permanente e strutturale. Le attività di
formazione sono definite dalle singole istituzioni
scolastiche in coerenza con il piano triennale dell'offerta
formativa e con i risultati emersi dai piani di
miglioramento delle istituzioni scolastiche previsti dal
regolamento di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 28 marzo 2013, n. 80, sulla base delle priorità
nazionali indicate nel Piano nazionale di formazione,
adottato ogni tre anni con decreto del Ministro
dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sentite le
organizzazioni sindacali rappresentative di categoria”.
Il PTOF potrà contenere le iniziative di formazione
rivolte agli studenti, per promuovere la conoscenza delle
tecniche di primo soccorso (comma 10 della legge 107) nonché
attività per assicurare l’attuazione dei principi di pari
opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado
l’educazione alla parità dei sessi, la prevenzione della
violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di
informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i
genitori sulle tematiche indicate nell’art.5, comma 2 del
decreto legge 14 agosto 2013, n.93. (comma 16 della legge
107).
A quanto sopra si aggiungono anche i percorsi formativi e
iniziative diretti all’orientamento e alla valorizzazione
del merito scolastico e dei talenti (comma 29 della legge
107). Tali attività e progetti di orientamento devono essere
sviluppati con modalità idonee a sostenere eventuali
difficoltà e problematiche proprie degli studenti di origine
straniera (comma 32 della legge 107). Il tutto dovrà essere
svolto nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e
strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque,
senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Il comma 33 della legge 107 prevede altresì che nel piano
dell’offerta formativa delle scuole secondarie di secondo
grado siano inseriti percorsi di alternanza scuola-lavoro e
di conseguenza anche le attività di cui al comma 38,
attività di formazione in materia di tutela della salute e
della sicurezza nei luoghi di lavoro sempre nei limiti delle
risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili.
Per lo sviluppo delle competenze digitali di cui al Piano
nazionale per la scuola digitale i cui obiettivi specifici
sono indicati nel comma 58 della legge, destinatari possono
essere sia gli studenti che il personale docente e il
personale tecnico e amministrativo.
INDIRE ha messo a punto uno spazio virtuale raggiungibile su
internet, nato per i docenti e i dirigenti impegnati
nell'autovalutazione e nel miglioramento delle scuole.
All'interno si trovano video e documenti e la piattaforma è
organizzata in sezioni utili per il lavoro dei NIV:
1. Tecniche e strumenti di progettazione: dove si trovano le
modalità di utilizzo dei dati e il format per il PdM
2. Innovazione per il miglioramento: dove si danno
suggerimento per l'innovazione dello spazio e del tempo
scolastico. Nonché modalità di innovazione legate alle
tecnologie e ai nuovi linguaggi digitali.
3. Valorizzazione della scuola: dove vengono raccolti i
documenti normativi e si affronta il tema del rapporto della
scuola con il territorio.
Nella sezione 5 del RAV, in base agli esiti degli studenti,
dopo aver individuato la tipologia di risultati che
necessita prioritariamente di miglioramento, sono state
definite le priorità strategiche e i relativi traguardi di
lungo periodo e, coerentemente con tali traguardi, sono
stati fissati gli obiettivi di processo e definite le
conseguenti azioni di miglioramento.
A partire dagli obiettivi di processo e dalle corrispondenti
azioni di miglioramento si costruisce il PdM il quale deve
essere integrato nel PTOF.
Quanto più il processo di autovalutazione sarà stato
«aderente alla realtà» e quanto più «coerenti e stringenti»
(rispetto a priorità e traguardi) saranno stati gli
obiettivi di processo e le conseguenti azioni tanto più
significativi saranno i miglioramenti che si otterranno.
Esiti degli scrutini e degli Esami di Stato, risultati delle
prove Invalsi, informazioni sulla prosecuzione negli studi o
nel mondo del lavoro degli studenti diplomati,
caratteristiche del dirigente scolastico (anni di
esperienza, tempo di permanenza nella scuola),
caratteristiche del corpo insegnante (dall’età media dei
docenti alla tipologia di contratto prevalente),
informazioni dettagliate sull’organizzazione del curricolo e
della progettazione didattica. Tutto a portata di click.
Finalmente la scuola italiana si mette davvero in chiaro:
sono, infatti, on line i Rapporti di autovalutazione (Rav)
delle scuole, frutto di un anno di lavoro in cui ogni
istituto ha confrontato i propri dati con quelli
provinciali, regionali e nazionali e ha messo nero su bianco
i propri punti di forza e debolezza, abbinandoli a precisi
obiettivi di miglioramento.
“Questa è una giornata straordinaria per il nostro Paese –
sottolinea il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini,
intervenuta nel corso della presentazione al Miur – Le
scuole hanno dato prova di grande maturità e responsabilità
mettendo in trasparenza i propri dati. Siamo di fronte ad
uno strumento potente che ci porta all’avanguardia in
Europa. In un anno è stato fatto un lavoro enorme, che mette
nelle mani di dirigenti, docenti, cittadini e genitori
importanti elementi di analisi del sistema di istruzione.
Trasparenza e responsabilità non sono più un tabù, ma un
dato di fatto. Si finisce con le sperimentazioni e si inizia
un processo permanente che porta avanti la nostra visione di
autonomia. Lo step successivo sarà quello della valutazione
esterna, che partirà nel secondo quadrimestre sul 10% delle
scuole. Stiamo avviando anche la valutazione dei dirigenti
scolastici e, in parallelo, come previsto dalla Buona
Scuola, quella dei docenti.
Finalmente abbiamo un sistema integrato di valutazione”.
“Oggi gli istituti scolastici hanno confermato quello che
questo Governo afferma con convinzione da tempo: la
valutazione è uno strumento fondamentale per intervenire
laddove necessario, appianare le differenze e potenziare le
eccellenze. È una risorsa straordinaria per dare benzina
alle scuole, motore di sviluppo del nostro Paese – ha
aggiunto il Sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone–
Il Rapporto di autovalutazione presentato oggi non è una
fotografia, un fermo immagine. Noi vogliamo cambiare la
situazione, fare scorrere le immagini e per questo abbiamo
investito risorse economiche e professionali. Grazie al Rav,
all’Anagrafe dell’edilizia scolastica, al portale Scuola in
chiaro, siamo in grado di avere un quadro definito e globale
del nostro sistema d’istruzione. E lavorare su questo in
maniera strategica”.
Lucia Scuteri
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