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I «Nuclei di valutazione» e la Buona Scuola.

001 ..:: 15.10.2016 :: 18:30

 

 

 

Dal 9 novembre del 2015 è stata istituita la Conferenza per il coordinamento funzionale del sistema nazionale di valutazione - che, per brevità, verrà d’ora in avanti chiamata “Conferenza” – composta dai seguenti membri: il Presidente dell’INVALSI, Prof.ssa Anna Mara Ajello, che la presiede, il Presidente dell’INDIRE, prof. Giovanni Biondi e il rappresentante del contingente ispettivo, dott. Giancarlo Cerini.
La Conferenza è un organo di coordinamento previsto dal “Regolamento del sistema nazionale di valutazione” (DPR 80/2013) e ha i seguenti compiti:
1. adottare, su proposta dell’INVALSI, i protocolli di valutazione e il programma delle visite valutative delle scuole;
2. formulare proposte al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ai fini dell’emanazione dei seguenti atti:
a.) la direttiva triennale che individua le priorità strategiche della valutazione del sistema educativo di istruzione nonché i criteri per assicurare l’autonomia del contingente ispettivo e per la valorizzazione del ruolo delle scuole nel processo di autovalutazione;
b.) le linee guida, da adottare d’intesa con la Conferenza unificata Stato / Regioni e con il Ministero del Lavoro, per l’individuazione delle priorità strategiche e le modalità di valutazione del sistema di istruzione e formazione professionale.

Nel complesso sistema di valutazione delle scuole la Conferenza rappresenta dunque l’organismo preposto al coordinamento dei tre soggetti che lo compongono - l’INVALSI, l’INDIRE e il Contingente ispettivo – e, in particolare, all'adozione degli strumenti di lavoro necessari affinché la valutazione esterna delle scuole sia effettivamente orientata al miglioramento delle scuole e sia caratterizzata da procedure corrette, imparziali e uniformi su tutto il territorio nazionale.
Il presente documento è stato voluto dalla Conferenza per dare una prima informazione pubblica degli scopi e delle modalità di conduzione della valutazione esterna delle scuole.
Ai lavori della Conferenza è data pubblicità in un’apposita sezione del sito istituzionale dell’Invalsi (Area “Valutazione delle scuole”, sezione “Conferenza coordinamento funzionale SNV”). Le determinazioni della Conferenza sono riassunte in un documento di sintesi delle decisioni.
La valutazione esterna della scuola si inserisce nel più ampio contesto normativo determinato dall’emanazione del Regolamento sul Sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione (DPR n. 80/2013) e dai successivi provvedimenti attuativi, in cui si ribadisce che: il Sistema Nazionale di Valutazione valuta l'efficienza e l'efficacia del sistema educativo di istruzione e formazione (DPR n. 80/2013).
La valutazione è finalizzata al miglioramento della qualità dell'offerta formativa e degli apprendimenti e sarà particolarmente indirizzata:
- alla riduzione della dispersione scolastica e dell’insuccesso scolastico;
- alla riduzione delle differenze tra scuole e aree geografiche nei livelli di apprendimento degli studenti;
- al rafforzamento delle competenze di base degli studenti rispetto alla situazione di partenza;
- alla valorizzazione degli esiti a distanza degli studenti con attenzione all'università e al lavoro (Direttiva n. 11 del 18 settembre 2014).

Il procedimento di valutazione delle Istituzioni scolastiche prevede complessivamente 4 fasi: l’autovalutazione delle istituzioni scolastiche, la valutazione esterna, la realizzazione delle azioni di miglioramento e da ultimo la condivisione, pubblicazione e diffusione dei risultati raggiunti (rendicontazione sociale).
Nell’anno scolastico 2014-2015 tutte le scuole hanno avviato il processo di autovalutazione utilizzando come strumento di lavoro una specifica piattaforma messa a disposizione del MIUR, al termine del quale ogni scuola ha generato il proprio Rapporto di autovalutazione (d’ora in avanti: RAV). Nel corrente anno scolastico le scuole hanno predisposto e stanno attuando il Piano di Miglioramento (d’ora in avanti PdM).
La valutazione esterna, fase ulteriore del procedimento di valutazione, viene condotta su un numero ristretto di scuole dai nuclei di valutazione esterna (d’ora in avanti: NEV).
Come viene svolta la visita di valutazione esterna, la sua durata, le figure coinvolte.
Le interviste a testimoni privilegiati, le visite agli spazi, gli incontri con la comunità scolastica contribuiscono a creare il quadro della qualità della scuola; la valutazione concorre a delineare l’efficacia e la sostenibilità del percorso di miglioramento intrapreso dalla scuola.
I tre principali protagonisti di questa fase sono: il personale scolastico di ogni scuola, le altre componenti delle comunità scolastiche (genitori, studenti, operatori esterni, amministratori locali, ecc.), oggetto delle visite valutative, e i NEV.
 

 

Gli scopi della valutazione esterna.

 

Nell’ambito del Sistema Nazionale di Valutazione (d’ora in avanti: SNV) la valutazione è orientata al miglioramento della scuola: gli esiti della valutazione esterna forniscono alle scuole elementi e indicazioni per la messa a punto, l’attuazione e/o la modifica dei Piani di miglioramento. Il termine miglioramento in questo contesto è usato per descrivere i processi che la scuola intraprende in un’ottica collaborativa con tutti i soggetti che ne fanno parte per innalzare i livelli di apprendimento degli studenti, la qualità dell’offerta formativa e l’innovazione degli ambienti di apprendimento. Gli esiti della valutazione esterna dovrebbero quindi favorire i meccanismi di dialogo e riflessione all’interno della scuola e attivare di conseguenza la partecipazione e il cambiamento a tutti i livelli dell’organizzazione scolastica per poter rispondere efficacemente ai bisogni formativi degli studenti.
La valutazione esterna condotta dai NEV ha il compito quindi di approfondire la lettura dei diversi aspetti dell’organizzazione scolastica e delle priorità sulle quali orientare il miglioramento, in un’ottica multi prospettica, favorita anche dal confronto tra la rappresentazione che la scuola si è data attraverso l’autovalutazione e quella fornita dai valutatori esterni.
Durante la visita a scuola gli esperti dei NEV non si limitano a esaminare quanto scritto nel RAV, ma ripercorrono l’intero processo di valutazione, considerando tutte le aree oggetto di valutazione, tenendo conto di qualsiasi elemento ritenuto rilevante al fine di comprendere la situazione della scuola. Nel SNV l’autovalutazione e la valutazione esterna condividono lo stesso quadro di riferimento. Un quadro di riferimento è una cornice all’interno della quale viene rappresentato un determinato aspetto della realtà: definisce in maniera rigorosa e non ambigua il problema, lo specifica in termini operativi e ne rende possibile l’osservazione. In questo caso il quadro di riferimento è la cornice che lega e rappresenta le diverse dimensioni della qualità della scuola oggetto di valutazione e precisa gli aspetti da osservare e valutare tanto per le scuole nel processo di autovalutazione quanto per i valutatori nella fase di valutazione esterna.
La condivisione del quadro di riferimento per il processo di autovalutazione e valutazione presenta infatti diversi vantaggi:
• il valutato è pienamente consapevole delle aree e degli aspetti sui quali sarà valutato;
• c’è un dialogo continuo tra il processo di autovalutazione e quello di valutazione esterna;
• il rapporto tra valutato e valutatore è facilitato dalla presenza di una base comune di confronto.
Il quadro di riferimento del RAV è caratterizzato da un modello concettuale a tre dimensioni: Contesto, Esiti e Processi. Ciascuna dimensione è articolata in specifiche aree. Le dimensioni e le aree individuano gli ambiti di contenuto considerati rilevanti per la valutazione delle scuole .
 

 

Contesto.

Il contesto è inteso come struttura sociale in cui si colloca un intervento educativo. In generale esso rappresenta un dato strutturale, non direttamente modificabile dall’azione educativa, anche se alcune condizioni di contesto possono essere definite "malleabili", in quanto è comunque possibile provare a modificarle. Questa dimensione si compone delle aree:
- Popolazione scolastica, che considera la provenienza socio economica e culturale degli studenti e le caratteristiche della popolazione che insiste sul territorio della scuola;
- Territorio e capitale sociale, che pone attenzione alle caratteristiche economiche del territorio e alle risorse e competenze presenti nella comunità per la cooperazione, la partecipazione e l’interazione sociale;
- Risorse economiche e materiali, in relazione alle fonti di finanziamento di cui la scuola può usufruire e alle strutture e infrastrutture scolastiche disponibili;
- Risorse professionali, che considera il personale a disposizione.
 

 

Esiti.

La dimensione degli Esiti si riferisce al successo formativo di ogni alunno, da perseguire nel quadro di uno sviluppo armonico e integrale della persona. Le aree indagate in questa dimensione sono:
- Risultati scolastici, intesi come successo formativo a breve e medio termine, tenendo in considerazione l’incidenza di ripetenze, trasferimenti, abbandoni, debiti formativi ecc.;
- Risultati nelle prove standardizzate nazionali, in cui si guarda alla capacità della scuola di assicurare a tutti gli studenti l’acquisizione dei livelli essenziali di competenza in italiano e matematica;
- Competenze chiave e di cittadinanza, in relazione alla capacità della scuola di assicurare un insieme di competenze, anche di natura trasversale, ritenute fondamentali per l’esercizio della piena cittadinanza;
- Risultati a distanza, che considera il successo degli studenti nei successivi percorsi di studio e lavoro.
In questa dimensione si considerano quei processi che risultano maggiormente collegati ai risultati e quindi ai livelli degli apprendimenti degli studenti e alla loro riuscita scolastica. Si considerano sia i processi connessi all'insegnamento/apprendimento (“Pratiche educative e didattiche”), sia i processi che avvengono ad un livello più generale di scuola, compresi quelli che si realizzano in sinergia con il territorio e le famiglie (“Pratiche gestionali e organizzative”).

Nell’ambito delle Pratiche educative e didattiche si considerano le seguenti aree:
- Curricolo, progettazione e valutazione, che riguarda la capacità della scuola di proporre un curricolo aderente alle esigenze del contesto; di progettare attività didattiche coerenti con il curricolo e di valutare gli studenti utilizzando criteri e strumenti condivisi;
- Ambiente di apprendimento, in relazione alla capacità della scuola di offrire un ambiente innovativo, curando gli aspetti organizzativi (tempi, spazi ecc.), metodologici e relazionali (es. clima) del lavoro d'aula;
- Inclusione e differenziazione, che esamina la capacità della scuola di porre attenzione all’inclusione degli studenti con bisogni educativi speciali; di valorizzare le differenze culturali e adeguare l'insegnamento ai bisogni formativi di ciascun allievo attraverso percorsi di recupero e potenziamento;
- Continuità e orientamento, in relazione alle attività che assicurano la continuità tra percorsi scolastici e che favoriscono l’orientamento personale, scolastico e professionale degli studenti.

Per le Pratiche gestionali e organizzative si prendono in considerazione le aree:
- Orientamento strategico e organizzazione della scuola, in relazione alla capacità della scuola di individuare le priorità da raggiungere e di perseguirle dotandosi di sistemi di controllo e monitoraggio, convogliando le risorse economiche sulle azioni ritenute prioritarie;
- Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane, che indaga la promozione di percorsi formativi di qualità, la collaborazione interna e le azioni di valorizzazione del personale;
- Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie, che riguarda la capacità della scuola di svolgere un ruolo propositivo nella promozione di politiche formative territoriali e coinvolgere le famiglie nella definizione dell'offerta formativa.
Nel nuovo SNV il miglioramento della scuola rappresenta la finalità ultima delle azioni di valutazione. Tutte le scuole italiane, siano esse statali o paritarie, sono tenute a riflettere sul proprio operato e a stendere un Rapporto di autovalutazione (RAV), documento nel quale indicano i propri punti di forza e di debolezza e individuano le linee di azione per il miglioramento. Questo rapporto è un documento centrale per il successivo percorso valutativo.
La valutazione esterna infatti avviene valorizzando il ruolo delle scuole nel processo di autovalutazione. L’orientamento al miglioramento e gli obiettivi di miglioramento individuati dalle scuole rappresentano dei punti di riferimento imprescindibili per l’azione di valutazione esterna. La lettura del RAV ha in primo luogo lo scopo di individuare elementi conoscitivi che aiutino i valutatori ad orientare la visita a scuola, attraverso la formulazione di domande specifiche che, durante la visita a scuola, serviranno per ricercare ulteriori evidenze e per approfondire la comprensione di processi, attività e punti di vista.
Il percorso di valutazione esterna è articolato in tre fasi: prima della visita a scuola il nucleo di valutazione esterna legge e analizza i documenti e i dati sulla scuola e organizza la visita di valutazione esterna; durante la visita il nucleo procede con la raccolta di dati e informazioni attraverso interviste, analisi di documenti e osservazione degli spazi; dopo la visita il nucleo formula i giudizi sulla scuola e le relative motivazioni, stende il rapporto di valutazione esterna e restituisce i risultati alla scuola.
Per conoscere la scuola prima della visita i valutatori leggono i documenti più importanti prodotti dalla scuola, con particolare attenzione al Rapporto di autovalutazione (RAV) e al Piano dell’Offerta Formativa (POF o PTOF). Considerano inoltre anche i documenti gestionali e consultano il sito web della scuola. Questi documenti forniscono nel loro insieme molte informazioni di dettaglio e permettono di cogliere la rappresentazione che la scuola offre di se stessa.
I valutatori esaminano inoltre i dati e gli indicatori - disponibili sulla piattaforma online del MIUR - che offrono una fotografia dall’esterno della scuola. I NEV devono conoscere entrambe le prospettive - quella interna presente nei documenti redatti dalla scuola e quella esterna offerta dai dati - al fine di orientare la visita a scuola.
La visita di valutazione esterna ha una durata di tre giorni e si articola di norma in questo modo: incontro iniziale con il dirigente scolastico, lo staff di dirigenza e il nucleo interno di valutazione (NIV); raccolta delle evidenze attraverso interviste individuali e di gruppo e esame della documentazione della scuola; visita e osservazione degli spazi della scuola; incontro conclusivo con il dirigente scolastico, lo staff di dirigenza e il nucleo interno di valutazione e breve comunicazione informale sugli esiti della visita.

Lucia Scuteri
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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