002..::.05.01.2014
..:: SOVERATO (CZ) - La domanda di formazione rivolta
all’istituzione scolastica dalla nostra società è sempre più
condizionata da una realtà complessa e contrassegnata dal
repentino evolversi delle conoscenze, una sorta di
“villaggio globale” (Mc Luhan). In un contesto di valori che
cambiano, la mission della scuola, vale a dire il successo
formativo, è inscindibile dalla qualità. Il cambio
prospettico della scuola comunità di apprendimento,
coinvolge anche il sistema di valutazione. La nuova
valutazione scolastica è concepita in termini di ricerca
volta ad individuare i fattori di qualità e metodi efficaci.
Spunti di riflessione ci vengono offerti da esperti come
Eugène Enriquez: fino a che punto è veramente necessario
valutare? E’ interessante la posizione di Carl Rogers:
piuttosto che valutare è meglio orientarsi a comprendere.
Infatti non si tratta tanto di classificare, giudicare e
stabilire chi ha fatto bene e chi male; si tratta piuttosto
di sviluppare delle modalità per permettere di capire perché
le cose sono andate secondo certe modalità e con determinati
risultati e per trovare miglioramenti, aggiustamenti,
correzioni possibili, per identificare le iniziative più
congruenti. La valutazione è un processo complesso e mai
completato: è un continuo imparare dell’esperienza
attraverso l’esercizio della riflessione, dell’analisi e
della sintesi, è un raffinarsi progressivo nelle capacità di
leggere e interpretare la realtà. Il valutatore è collocato,
nella tassonomia di Bloom al più alto livello di complessità
di comportamento. Nel concetto di valutazione risiede il
nucleo fondamentale, integratore e sistemico del progetto
educativo didattico: la valutazione non riguarda solo il
“che cosa” impara, ma anche il “chi”, il “perché”, il
“come”, il “quando”, il “dove” (Comoglio). Ciò significa
attivare e promuovere nell’alunno processi di “meta
cognizione” e di sviluppo del pensiero strategico che
conducono alla costruzione dell’autostima e dall’autoriflessività,
determinanti per le sue scelte nella vita. Si individuano,
nella valutazione scolastica, diverse funzioni,come la
“funzione regolativa”, che serve a “garantire con continuità
e sistematicità un flusso di informazioni sull’andamento del
processo educativo al fine di predisporre gli interventi
necessari per la ottimizzazione della qualità
dell’istruzione; determinante risulta pure la “funzione
diagnostica” che corrisponde all’accertamento dei
prerequisiti ; segue la funzione formativa, che permette di
ricalibrare il percorso proposto; infine, molto importanti
ai fini di una valutazione efficace, si sono rivelate la
funzione prognostica e la funzione orientativa. In ogni
paese europeo l’autonomia impone una nuova cultura della
valutazione come supporto alla persona, allo studente, al
professionista, ma anche alla struttura organizzativa,
superando la percezione di un’attività di controllo
finalizzata alla sanzione dei comportamenti. (“perché
l’autonomia scolastica non si trasformi in autarchia»:
Gelmini) La nuova valutazione scolastica, pertanto, è
concepita in termini di ricerca volta ad individuare i
fattori di qualità e metodi efficaci (benchmarking),
finalizzata all’individuazione delle best practices.
Parola d’ordine è, quindi, attivare politiche di sviluppo e
di governance adeguate, basate sull’innovazione e sulla
conoscenza, per agevolare crescita economica e coesione
sociale.
Nella scuola del 21° secolo la valutazione è finalizzata ad
aiutare a crescere e ad adeguare la proposta formativa a
ciascuno studente ed alle necessità locali, nazionali ed
internazionali. Affinché ci sia piena rispondenza tra
risultati attesi, processo ed esiti finali, è necessario un
sistema di valutazione che verifichi, all’interno
dell’istituzione scolastica, la rispondenza del progetto ai
processi e agli esiti (microsistema), ed all’esterno, la
rispondenza del progetto agli standard qualitativi di
istruzione, configurati a livello nazionale ed europeo
(macrosistema). L’autovalutazione d’istituto, riconosciuta
come indispensabile per il miglioramento del servizio
scolastico sin dal 1984 da un’apposita Commissione OCSE,
oggi si rivela essere valido strumento per soddisfare le
aspettative di allievi e famiglie. L’adozione della Carta
dei Servizi (D.P.C.M. 7 giugno 1995), ha favorito i primi
passi verso l’uso di strumenti scientifici come la relazione
finale, i questionari per la customer satisfaction,
l’analisi di contesto, la rilevazione dei bisogni,
l’individuazione delle risorse umane, professionali,
finanziarie, strumentali.
Le indagini internazionali come TIMMS, OCSE/ Pisa 2006,
INVALSI e anche la recente “prova nazionale” svolte per gli
alunni di fascia d’età che va dai 13 ai 15 anni, hanno dato
tutte lo stesso risultato: la qualità dell’apprendimento nel
nostro Paese, soprattutto in matematica, non è soddisfacente
e con grandi differenze tra nord e sud. Emerge chiara la
necessità di un ripensamento generale dell’intera attività
scolastica, soprattutto su due interventi: una formazione
professionale continua e costante per tutto il personale
scolastico e una rivisitazione di metodologie e strategie
didattiche sotto una luce nuova. Com’è precisato sul
Quaderno Bianco del 2007, i risultati dell’apprendimento
dipendono dall’organizzazione della scuola e dell’azione
educativa. D’altronde “non si può realizzare un servizio
scolastico dotato di autonomia didattica e organizzativa
senza un’opera costante e puntuale di valutazione della sua
efficienza ed efficacia, cioè della sua qualità” (Trainito).
Il North Central Regional Educational Laboratory (USA) ha
rilevato la necessità di distinguere tra la valutazione
degli apprendimenti e la valutazione delle competenze. Le
ricerche internazionali piùrecenti sostengono il concetto di
‘performance assessment’: -si riferisce alla valutazione di
capacità ‘di ordine superiore’.
Si riferisce a compiti reali, ‘autentici’, ‘taken from
life’; implica attenzione al processo di produzione della
prestazione, e non solo al prodotto in termini di
performance; e quindi alla strategia cognitiva adottata, al
‘comportamento cognitivo’ che conduce alla performance.
Inoltre si individuano diversi tipi di validità da
rispettare:Validità predittiva o riferita ad un criterio (predictive
o concurrent validity): Validità di contenuto o curricolare
(content validity): Validità concettuale o di costrutto (construct
validity).
Tutti i documenti europei ( Raccomandazioni del Parlamento
Europeo e del Consiglio, 2006; Raccomandazioni consiglio
europeo EQF- 2008; Conclusioni del Consiglio d’Europa 2009 e
2010) sottolineano che le competenze trasversali quali
imparare ad imparare, imparare a cambiare e saper apprendere
durante l'intero arco della vita, agevolano il successo nel
mondo del lavoro e nella società. La sfida consiste nel
riuscire a garantire che le competenze chiave per la
cittadinanza europea e l’apprendimento permanente divengano
priorità politiche, che si possano adattare i programmi
scolastici e promuovere la formazione degli insegnanti. Tre
“elementi” risultano essere fondamentali: la qualità della
scuola, il tipo di management praticato e lo stile di
leadership adottato, (Bouvier). Comprendere le necessità
dell’utenza, (customer satisfaction) educarne e orientarne
le richieste, riconducendole entro i fini istituzionali,
sono linee d’azione condivise. Per contrastare l’emergenza:
si suggerisce l’introduzione di un efficace sistema di
valutazione dei sistemi scolastici da parte di un ente terzo
(anche premiando i migliori), e la definizione di programmi
di motivazione dei docenti tramite carriere e retribuzione
(Direzione Corporate Communication). Tali proposte risultano
in linea col documento europeo “Migliorare le competenze del
XXI secolo”: “La qualità degli insegnanti risulta essere
primo fattore interno alle scuole tra quelli che incidono
sulle prestazioni degli studenti. (E’ opportuno sottolineare
che in Italia si recepiscono le istanze europee nel “rendere
più attraente l'insegnamento in quanto scelta professionale”
e instaurare un sistema meritocratico, con L'art. 64 del
decreto legge 112/2008 ,poi convertito in legge 133/2008).
L’attenzione viene accentrata sul flusso dei processi, sul
modo di migliorarli, sulla ottimizzazione dei risultati:
(North Central Regional Educational Laboratory, USA) Il
leitmotiv consiste nel ridurre la variabilità associata ai
processi, attraverso l’analisi delle cause e della loro
eliminazione. Un ‘idea è condivisa a livello internazionale:
è utile monitorare per svolgere azioni di miglioramento.
Anche in Italia, in accordo con le direttive europee,
desideriamo sapere dove intervenire, per
migliorare:“Conoscere per decidere”, diceva Einaudi.
Ma per conoscere occorre valutare. Nel 1999, con la
conversione dal CEDE (Centro Europeo dell’Educazione),nell’Istituto
Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di
istruzione e di formazione, si è realizzato l’intento di
costruire una serie storica di dati, al fine di interpretare
differenze e riconoscere tendenze in tempo utile per poter
intervenire. Con il D. Lg.vo n. 258 del 20 luglio 1999,
l’Istituto svolge attività di“promozione della cultura
dell’autovalutazione da parte delle scuole”, avvalendosi dei
servizi dell’amministrazione scolastica periferica e degli
ispettori.
L’obiettivo non è fornire giudizi, bensìriconoscere
variabili indipendenti, riferite alle condizioni didattiche
e organizzative.
Le normative seguenti (La Legge n. 53 del 28 marzo 2003; Il
D.L.vo n. 286 del 19 novembre 2004; la Legge 27 settembre
2007, n. 165.; e le due direttive emanate nel 2008 n. 74 e
n. 75) sanciscono la natura giuridica dell’INVALSI e le
competenze, con relativo riordino, compiti e funzioni. Sono
disposte “verifiche periodiche e sistematiche sulle
conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità
complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni
scolastiche e formative”, finalizzate al “ progressivo
miglioramento e dell’armonizzazione della qualità del
sistema di istruzione e di formazione”. Le attività
dell’INVALSI assumono valore strategico nel raggiungimento
degli obiettivi fissati dall’Unione Europea correlati al
"processo di Lisbona", in due aree di intervento: nelle
indagini internazionali comparative sulla qualità dei
sistemi di istruzione e nei livelli di apprendimento degli
studenti. Nel triennio 2008 – 2011 L’INVALSI assicura la
partecipazione italiana ai progetti di ricerca
internazionali e comunitari in campo valutativo dei ragazzi
e degli adulti OCSE-PISA, IEA-TIMSS Advanced (2008),
IEA-ICCS (2009), IEA-TIMSS (2011), IEA-PIRLS (2011) e
OCSE-PIIAC (2011). Lo studio dei sistemi di valutazione di
circa 201 paesi ha avuto funzione propedeutica rispetto alla
scelta del modello concettuale più pertinente e
all’individuazione della metodologia per sviluppare un
framework relativo al nostro sistema di istruzione. Le
rilevazioni piùsignificative si possono ricondurre a quattro
grandi aree: le conoscenze e competenze acquisite dagli
studenti; il livello di istruzione conseguito e il successo
scolastico;i risultati sociali, che riguardano gli effetti
prodotti dal sistema di istruzione nella società; a
soddisfazione degli utenti del servizio scolastico (customer
satisfaction). La Legge 30 ottobre 2008, n. 169
(“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge
n. 137) sancisce regole relative alla valutazione del
comportamento e del rendimento scolastico degli studenti.
Con il D.P.R. del 22 luglio 2009, n. 122 “Ogni alunno ha
diritto ad una valutazione trasparente e tempestiva” e “Il
collegio dei docenti definisce modalità e criteri per
assicurare omogeneità, equità e trasparenza della
valutazione.” L’Atto di indirizzo del Ministro dell’8
settembre 2009 individua le priorità necessarie ad orientare
l’attività dell’ANSAS e prevede “ azioni continuative e di
sistema per la valorizzazione del merito. Il MIUR, con la
C.M. n. 86 del 22.10.2009 - detta chiarimenti relativi al
progetto di valutazione degli apprendimenti predisposto
dall’ L’INVALSI, esteso gradualmente a tutti gli ordini e
gradi di scuola. Come si evince dalla normativa, la tendenza
alla razionalizzazione e alla “premialità”, registrata dalle
rilevazioni europee, è stata recepita dal governo italiano,
che ha provveduto a regolamentare in tal senso (L'art. 64
del decreto legge 112/2008 (poi convertito in legge
133/2008). Da quest’anno ,per la prima volta, partono in
Italia dei progetti concreti mirati a individuare criteri,
metodologie e competenze per valorizzare il merito e
migliorare quindi la qualità del sistema scolastico secondo
le migliori esperienze europee ed internazionali (
misurazione della performance: rendimento- risultato). Tali
proposte (Gelmini e Abravanel) sono coerenti col D. Lgs.
150/2009, orientato, tra l’altro, a riconoscere e
incentivare la produttività nel pianeta scuola e per
migliorare il sistema. Con il D.M. n. 9/2010, è stato
adottato il modello di certificato dei saperi e delle
competenze acquisiti dagli studenti al termine dell’obbligo
di istruzione, in linea con le indicazioni dell’Unione
europea sulla trasparenza delle certificazioni. Un piano di
formazione curato dall’INVALSI accompagnerà l’attuazione di
questa innovazione. La Direttiva n. 10 del 30 luglio 2010
promuove ancora misure di merito e premialità. Si prevede la
partecipazione in progetti come il PQM, considerando la
misurazione degli apprendimenti l’elemento essenziale per un
processo di miglioramento della didattica.
il DS, nel rispetto della normativa vigente avrà cura di
utilizzare la valutazione come strategia per la piena
formazione degli alunni, secondo i principi ed i criteri
della migliore personalizzazione possibile, in vista della
cittadinanza attiva, dell’occupabilità e dell’inclusione.
Esso dovrà bandire ogni vieta forma di valutazione
selettiva, assicurando diritto di cittadinanza solo alla
valutazione formativa, intesa quale strumento per
individuare le strategie educative e didattiche più adeguate
anche alle caratteristiche personali dei singoli alunni.
Poiché la scuola è un organismo vivo, tutti gli operatori
scolastici saranno, grazie all’azione di propulsione del DS
attivamente e consistentemente coinvolti nel miglioramento
dei processi apprenditivi e formativi volti a garantire il
successo formativo ai singoli alunni. Un efficace sistema di
valutazione degli apprendimenti e delle competenze
riguarderà il processo, gli esiti e la ricaduta sulla
scuola. La trasparenza sarà garantita da idonee procedure di
comunicazione istituzionale dei vari momenti dell’ipotesi
progettuale (sito istituzionale, network, reti sociali,
piattaforme multimediali ).
L’ attribuzione della responsabilità dei risultati anche
attraverso la gestione unitaria(D.lgs 165/2001 art.25 bis ),
investe il DS del compito di promuovere una continua
verifica della qualità del servizio scolastico in termini di
offerta formativa efficientemente personalizzata. E’ per
questo che promuoverà, mobilitando gli appositi organismi
,l’autovalutazione d’istituto nella direzione del
miglioramento continuo in termini di qualità. Egli
mobiliterà il NAUS il quale attraverso una serie di attività
accerterà se l’attività formativa dell’istituzione
scolastica ha realizzato i risultati attesi’autovalutazione
di istituto, grazie all’ azione del DS diventerà il volano
dello sviluppo delle politiche di innovazione scolastica in
direzione di una centratura sulla singola scuola come unità
di cambiamento, per attivare processi di trasformazione del
sistema scolastico orientati verso un incremento degli spazi
di autonomia offerti al singolo istituto scolastico. Il DS,
attraverso l’ autovalutazione, promuoverà il controllo
sistematico dei risultati ,come occasione di verifica e di
revisione interna, valorizzando l’identità della scuola e
legittimando l’autonomia della stessa nella direzione
dell’assunzione di responsabilità in ordine alla qualità dei
servizi erogati e dei risultati ottenuti. All’interno
dell’istituto attraverso il sistema di valutazione,
caratterizzato da criteri di scientificità e finalizzato al
miglioramento del servizio, mirerà a coinvolgere
direttamente gli operatori, promuovendo azioni di
miglioramento, contestualizzando l’approccio valutativo e
valorizzando il processo formativo. Attraverso diverse
strategie, modalità, forme, tempi e strumenti controllerà
soprattutto l’efficienza e l’efficacia; la prima intesa come
ottimizzazione dell’uso delle risorse umane, materiali e
finanziarie nei processi, concepita, cioè, come l’insieme
delle attività che trasformano le risorse in prodotti, la
seconda come raggiungimento di risultati il più possibile
corrispondenti a quelli attesi. Farà in modo che lo sviluppo
del servizio scolastico sia tenuto, costantemente sotto
controllo attraverso strategie che ne consentono il
miglioramento continuo per piccoli passi, utilizzando una
metodologia che aiuti a prevenire i problemi. La ruota di
Deming, per esempio, attraverso le quattro fasi (PDCA)
consente di controllare, gestire e modificare la politica
scolastica e di veicolarla sempre verso il miglioramento,
tenendo presente, nell’erogazione del servizio, la priorità
dell’utente, la qualità come piena soddisfazione del
cliente, il miglioramento continuo, il coinvolgimento del
personale e soprattutto l’apprendimento organizzativo come
opportunità continua e sistematica di formazione del
personale. Farà in modo che siano utilizzati quegli
strumenti (Il diagramma causa-effetto, il piano di
miglioramento, il modello Gantt) che risultano utili per
controllare il processo e predisporre eventuali
rimodulazioni e miglioramenti al piano.
Il raccordo, poi, con le altre realtà istituzionali e gli
Enti presenti nel territorio costituisce una fondamentale
prerogativa per l’attuazione di un’offerta formativa
calibrata rispetto alle esigenze del territorio. In questo
caso funzione strategica assume il dirigente scolastico che
deve modulare, opportunamente ed efficacemente, il suo
intervento nelle diverse fasi negoziali, formali ed
informali, nell’organizzazione interna scolastica e nella
comunicazione istituzionale verso l’esterno. Preoccupazione
prioritaria del DS dovrà essere anche la formazione del
personale della scuola riguardo le attività di valutazione
da attuare anche i rete con altre istituzioni scolastiche.
Infatti il pluralismo culturale e la complessità del nostro
tempo richiedono necessariamente una continua crescita
professionale. Nel raccordarsi, il dirigente scolastico (e
con lui l’istituzione scolastica) realizza un rapporto
ispirato ai principi di solidarietà, che implica la
necessità dell’aiuto da fornire, e di sussidiarietà, che
indica le modalità con cui, invece, si deve offrire l’aiuto.
Quest’ultimo concetto entra nel nostro ordinamento con la
Legge n. 3 del 2001 che modifica il titolo V della
Costituzione, negli articoli 117 e 118, che rispettivamente
disciplinano la legislazione esclusiva dello Stato e quella
concorrente spettante alle Regione e sanciscono
l’introduzione, nei rapporti tra Enti locali, del principio
della sussidiarietà verticale ed orizzontale. Con la legge
di Riforma delle istituzioni scolastiche ( 53/2003) il
principio della sussidiarietà diventa principio fondante
delle regole dell’organizzazione della scuola e della
didattica.
Risulta imprescindibile hic e nunc l’azione di raccordo tra
l’attività progettuale esplicitata nel P0F e le implicazioni
di natura gestionale a livello amministrativo contabile. Il
D S in qualita’di responsabile della gestione unitaria delle
risorse dell’istituzione scolastica e di responsabile dei
risultati attuerà Il raccordo attraverso la predisposizione
dei singoli progetti, ciascuno corredato da un’apposita
scheda illustrativa finanziaria prevista dal D I 44/2001. L’accontability,
infine, si configura come rendicontazione dei risultati ai
cittadini, ai soggetti interessati, agli utenti, ai
destinatari dei servizi in termini di efficienza, efficacia,
produttività in relazione agli obiettivi dichiarati e ai
risultati attesi (D.lvo 150/2009). Il bilancio sociale
permette al DS di costruire tale quadro complessivo di
progettualità, gestione e rendicontazione delle scelte
operate, nonché la misurazione e valutazione delle
performance organizzative individuali. ( DPCM del 26 gennaio
2011).
L’azione propulsiva promossa dai dirigenti scolastici
include, quindi, un processo basato sulla socializzazione e
diffusione di una cultura della valutazione, connesse allo
studio delle condizioni ritenute migliori per favorirne lo
sviluppo.
E’ un concetto di valutazione che non va inteso come
sanzionatorio o punitivo, ma come volano di meritocrazia.
I sistemi d’Istruzione a livello europeo e molti a livello
internazionale hanno acquisito la consapevolezza che dalla
qualità della propria prestazione dipende la formazione
delle nuove generazioni e, conseguentemente, lo sviluppo
dell’intero Paese.
Nei Paesi europei ed extraeuropei si avverte, negli ultimi
anni, la necessità di un controllo maggiore delle politiche
di istruzione, i relativi costi, risorse e finanziamenti,
associata alla governabilità di un sistema scolastico sempre
più autonomo e decentrato.
Un ‘idea è condivisa a livello internazionale: è utile
monitorare per svolgere azioni di miglioramento. Il sistema
di valutazione FRANCESE si vale del contributo del: -DEPP
(Direction de l’Evaluation et de la Prospective et de la
Performance); -e del corpo degli Ispettori Generali o
Territoriali dell’Educazione Nazionale (IGTEN).
Dal 1990 esistono due corpi ispettivi territoriali
focalizzati sull’educazione: -Ispettori pedagogici
regionali(“inpecteurs d’académie”- IA-IPR-settore secondario
:lycées e collages); -Ispettori dell’Educazione nazionale (IEN),(scuola
primaria-formazione professionale-apprendistato).
Valutazione interna degli istituti scolastici.
Nel ciclo primario e secondario alla fine di ogni anno
scolastico, il consiglio della scuola effettua la
valutazione del funzionamento dell’istituto scolastico,
attraverso la verifica del “progetto di scuola”; in aggiunta
è previsto un sistema di indicatori per il monitoraggio
delle scuole secondarie (IPES - Indicateurs de Pilotage des
Etablissements Secondaires). Queste analisi sono finalizzate
a incrementare la crescita ed il successo dei loro allievi.
Valutazione esterna degli istituti scolastici. All’interno
di ciascuna académie i referenti dell’IGEN stabiliscono i
compiti permanenti ed il programma annuale di lavoro delle
autorità ispettive territoriali. Tre compiti principali sono
affidati a tali referenti: motivazione, valutazione e
ispezione del personale. Gli Ispettori di Educazione
Nazionale (IEN) possono avere in carico una circoscrizione
di insegnamento primario; la loro attività valutativa
riguarda il funzionamento delle scuole ma anche funzioni
specifiche della politica educativa generale. A livello
nazionale, i corpi ispettivi generali esercitano un ruolo
cruciale nell’elaborazione dei programmi scolastici ed
inoltre svolgono funzioni consultive nei confronti del
Ministero. La valutazione esterna degli istituti scolastici
è affidata a: IGEN, IGAEN e DEPP.
Valutazione del sistema nel suo complesso.
Diverse autorità partecipano alla valutazione ed al
controllo del sistema educativo, in particolare l’Haut
Conseil de l’Education, in termini di raccomandazioni e
proposte sui metodi per valutare gli apprendimenti degli
allievi, sull’organizzazione e i risultati del sistema
educativo e sulla formazione degli insegnanti. Ogni anno, l’Haut
Conseil de l’Education elabora un rapporto al presidente
della Repubblica sui risultati ottenuti dal sistema
educativo, che viene discusso in Parlamento. La valutazione
delle politiche pubbliche messe in atto nel sistema
educativo per migliorare il successo degli allievi si
applica alle misure approntate a livello di collège per
rimediare le lacune osservate all’inizio della sixiéme
classe e prevenire le relative difficoltà di apprendimento
attraverso: programmi più chiari, supervisione degli studi,
classi o gruppi mirati, incoraggiamento della responsabilità
degli allievi verso la formazione alla cittadinanza. I
servizi di ispezione generale conducono una indagine
accurata su metodi e su effetti, forze e debolezze del
processo di valutazione realizzato in Francia. In
Inghilterra il controllo del servizio scolastico è affidata
all’Office for Standards in Education (OFSTED). Valutazione
interna degli istituti scolastici. Gli Istituti scolastici
dispongono di un ampio livello di autonomia, pertanto la
verifica della qualità dei loro servizi è affidata allo
school governing body e al Capo di Istituto di ciascuna
scuola. L’OFSTED riassume nel seguente modo i passaggi
chiave di un processo autovalutativo: monitorare le
prestazioni a tutti i livelli nella scuola; analizzare il
livello di raggiungimento degli standard di apprendimento
previsti; valutare la qualità dell’insegnamento e
dell’apprendimento in rapporto ai criteri nazionali;
progettare gli interventi necessari ad affrontare le
debolezze, definire traguardi di miglioramento; promuovere
un processo formativo più efficace attraverso iniziative
formative e di supporto. Prima dell’ispezione viene
preparato dalla scuola un rapporto autovalutativo basato sui
criteri indicati dall’OFSTED, integrato da un rapporto di
autoverifica sul funzionamento amministrativo, redatto dallo
school governing body. Questi materiali, insieme ad altre
informazioni, sono impiegati dagli Ispettori dell’OFSTED per
focalizzare il loro lavoro ispettivo; l’OFSTED supporta
questo processo fornendo un sistema di raccolta di dati via
internet e materiali e indicazioni di lavoro per le scuole.
Valutazione esterna degli istituti scolastici.
Tutte le scuole devono essere ispezionate periodicamente, da
un Ispettore registrato, il quale deve garantire
l’adeguatezza del team ispettivo in rapporto ai requisiti
previsti dalla legge e l’adattamento alle condizioni
contestuali della scuola. I giudizi ispettivi si basano
sulle seguenti fonti di informazione: -analisi delle
evidenze documentali (dati di prestazione degli allievi,
rapporto autovalutativo, piano di sviluppo, prospetti orari,
rapporto di monitoraggio dell’Autorità locale, questionari
alle famiglie, etc.); -osservazione di lezioni; - analisi
dei lavori degli allievi; -discussione con gli allievi; -
discussione con gli insegnanti, rappresentanti del School
governing body, genitori e altri soggetti implicati nel
lavoro della scuola. Il giudizio conclusivo indica se la
scuola presenta punti di debolezza particolari in relazione
agli standard previsti a livello nazionale. Sono previste le
seguenti azioni di follow-up: - lo School governing body
deve predisporre un piano d’azione,tempi e monitoraggio; -
alle scuole che presentano punti di debolezza particolari
viene affiancato un Ispettore di Sua Maestà e sono sostenute
dalle Autorità locali. In casi limite la scuola può essere
chiusa. I risultati delle ispezioni sono documentati nel
rapporto annuale da parte dell’Ispettore Capo di Sua Maestà
che viene presentato agli organi parlamentari. La
Valutazione di sistema. L’OFSTED è un ente non ministeriale
responsabile nei confronti del Parlamento e completamente
separato dal Department for Education and Skills; è guidato
dall’Ispettore Capo di Sua Maestà. L’OFSTED conduce anche
indagini focalizzate su un insieme di problematiche
educative, produce analisi per identificare tendenze, valuta
gli effetti delle politiche educative e approfondisce temi
posti all’attenzione dai risultati delle visite ispettive.
Gli enti pubblici non dipartimentali (il QCA – Qualification
and Curriculum Authority, ad esempio) hanno il compito di
monitorare i curriculum scolastici e valutare la loro
appropriatezza e rilevanza in rapporto ai cambiamenti dei
bisogni individuali e sociali. La Commissione di controllo è
l’ente pubblico indipendente responsabile della spesa
pubblica da parte del governi locali; essa accerta le
prestazioni delle LAs attraverso il Comprehensive
Performance Assessment programme (CPA), che riguarda anche
il settore dei servizi all’infanzia e alla gioventù. Lo
Stato di Victoria (Australia) ha rafforzato il metodo di
auto-valutazione (self-review) delle scuole, ma lo ha
bilanciato con ispezioni esterne che, ogni tre anni, svolge
personale appositamente preparato e formato. Nel 2004 sono
stati introdotti alcuni cambiamenti nel metodo di
valutazione: le scuole di eccellenza (high performing
schools) possono autovalutarsi senza ispezioni esterne,
mentre le scuole con i livelli più bassi sono tenute a
svolgere autovalutazioni più approfondite e a mantenere
procedure di controllo esterno dei risultati. Le scuole non
collocate in queste categorie continueranno con il processo
di verifica in uso (self-review/external). Dal 2003, è stato
introdotto The Blueprint, (Department of Education &
Training,): un “modello” differenziato di valutazione. Le
tre categorie di valutazione sono: analisi negoziata, di
miglioramento continuo, diagnostica. L’accento è posto sulla
responsabilità contrattuale (contractual ccountability) nei
confronti dell’utenza e del territorio. 1 Analisi negoziata:
la scuola che appartiene a questo gruppo deve dimostrare,
confrontandosi con altre scuole, di superare, in modo
significativo, i livelli previsti (eccellenza). 2. Analisi
di miglioramento continuo: in questo gruppo sono incluse la
maggior parte delle scuole che, pur avendo prestazioni
soddisfacenti, hanno ampi margini di miglioramento. 3.
Analisi diagnostica. Le scuole qui classificate risultano
sotto i livelli .
Lucia Scuteri
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