005..::.06.02.2014
..:: Nella foto, l'insegnante Barbara Carpentieri.
..:: TRANI (BT) - Prima che Howard Gardner presentasse la
sua teoria delle intelligenze multiple e dei processi
creativi erano in tanti a pensare che la creatività di
ciascun individuo potesse essere testata con carta e penna.
Ambizione assurda e del tutto infondata, visto che si tratta
di un aspetto che non può essere certo testato in
laboratorio. Se osserviamo i bambini in età scolare ci
rendiamo conto di come essi siano un meraviglioso
concentrato di immaginazione e creatività. La creatività è
in grado di portare il processo di immaginazione ad un altro
livello, poiché la applica e la rende operativa ed in tal
modo rappresenta l’esempio più evidente di natura dinamica
dell’intelligenza. In una classe di scuola primaria,
precisamente nell’ora di arte ed immagine, l’insegnante
assegna un compito a bimbi di sei anni. Una bambina, di
solito poco interessata alle altre discipline, appare molto
presa e concentrata. L’insegnante le si avvicina e le
chiede: “Cosa stai disegnando?” Le risponde: “Il ritratto di
Dio”. “Ma nessuno sa quale aspetto abbia Dio” replica la
maestra.
Molto tranquilla e fiduciosa, la piccola risponde: “Lo
sapranno presto”. Questo racconto riportato da Ken Robinson
nel suo libro THE ELEMENT(1), è un chiaro esempio di come la
creatività sia presente nei bambini e di come essi siano
totalmente consapevoli delle loro potenzialità. Siamo,
infatti, nati con incredibili capacità naturali, che spesso
perdiamo man mano che si cresce. Ecco che vi sono talenti
potenziali che non riescono ad esprimersi, perché mai
compresi o non incoraggiati od altri che sono riusciti a
realizzarsi in campi in cui non avrebbero mai pensato di
farlo. L’incoraggiamento e la perseveranza sono gli elementi
chiave che ci permettono di poter scoprire, in una sorta di
epifania, di auto rivelazione, il proprio potenziale ed in
tale ottica diventa fondamentale investire
nell’insegnamento. L’educazione non va riformata, come
spesso è avvenuto negli ultimi anni, ma trasformata. Nei
processi educativi regna sovrano il pensare logico e
lineare, ma il pensiero creativo va ben oltre. Significa
coinvolgere nuovi percorsi e prospettive che vanno a
caratterizzare il pensiero divergente. Non si tratta di
considerare le due strade in antitesi, poiché la logica è e
resta molto importante, ma di comprendere che il pensiero
creativo va oltre la logica e coinvolge non solo tutte le
aree del cervello (non solamente l’emisfero sinistro), ma
l’intero corpo. Si pensi, ad esempio, ad attività quali
suonare uno strumento musicale, dipingere, danzare, ecc.
Pertanto, per aiutare a tirar fuori i talenti individuali,
il processo educativo deve puntare non sulla
standardizzazione, ma sulla personalizzazione.
Imparare è un percorso personale che deve portare la scuola
ad essere più concentrata sugli alunni i quali apprendono
nelle menti e negli animi e di certo non con tests a scelta
multipla. Ecco perché è necessario realizzare contesti di
apprendimento e di lavoro dove ogni individuo possa
esprimere la propria creatività e trovarne la giusta
gratificazione. L’obiettivo deve essere quello di creare una
scuola amabile dove si possa star bene, dove si produca non
l’apprendimento, ma condizioni favorevoli di apprendimento
attraverso insegnanti che abbiano un atteggiamento
coinvolto, che imparino insieme ai propri alunni e che
rendano possibile trovare il punto di incontro tra
attitudine naturale e passione personale, THE ELEMENT,
appunto, per dirla con Robinson. Scoprire ed aiutare a
scoprire “THE ELEMENT” in ogni individuo porta a vivere in
armonia con se stessi e con gli altri e non è mai troppo
tardi per farlo, aprendosi al cambiamento ed alla
perseveranza. Mi piace concludere con una bellissima poesia
di Loris Malaguzzi “INVECE IL CENTO” c’è, che ben incarna
tale concetto.
Invece il cento c’è.
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Il bambino
è fatto di cento.
Il bambino ha
cento lingue
cento mani
cento pensieri
cento modi di pensare
di giocare e di parlare
cento sempre cento
modi di ascoltare
di stupire di amare
cento allegrie
per cantare e capire
cento mondi
da scoprire
cento mondi
da inventare
cento mondi
da sognare.
Il bambino ha
cento lingue
(e poi cento cento cento)
ma gliene rubano novantanove.
Gli dicono:
di pensare senza mani
di fare senza testa
di ascoltare e di non parlare
di capire senza allegrie
di amare e di stupirsi
solo a Pasqua e a Natale.
Gli dicono:
di scoprire il mondo che già c’è
e di cento
gliene rubano novantanove.
Gli dicono:
che il gioco e il lavoro
la realtà e la fantasia
la scienza e l’immaginazione
il cielo e la terra
la ragione e il sogno
sono cose
che non stanno insieme.
Gli dicono insomma
che il cento non c’è.
Il bambino dice:
invece il cento c’è.
Barbara Carpentieri
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Barbara Carpentieri
Note: (1) KEN ROBINSON – “THE ELEMENT” – How
finding your passion changes everything
KEN ROBINSON – “BRING ON THE LEARNING REVOLUTION” –
Video su www.ted.com
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