018..:: 29.02.2012
..:: Nella foto, il prof. Davide Fiorito.
SAN PROSPERO - MO ..:: In una società in continua evoluzione
dal punto di vista tecnologico, la maggior parte degli
alunni può essere definita “digital natives”(1) proprio
perché è in grado di usare al meglio le ultime tecnologie
come cellulari di terza generazione con M.M.S.(2),
videochiamate e connessione ad internet, i-pod, i-pad,
fotocamere digitali. Il ragazzo passa la maggior parte del
proprio tempo libero connesso ad internet, utilizzando
social networks (facebook, twitter), software di messaggeria
istantanea e chat come forme di comunicazione.
Questi mezzi sono più rapidi e lontani anni luce dalle
lettere, ma anche dalle e-mail percepite “lente” e formali”,
per cui è indispensabile la presenza e l’’utilizzo della
L.I.M. (lavagna interattiva multimediale) nella scuola
odierna, per ridurre il divario tra alunni e docenti,
rendere gli alunni più partecipi e farli sentire al passo
coi loro tempi.
La L.I.M. è un "dispositivo elettronico" simile alla
"lavagna tradizionale" a muro ma, a differenza di essa, "è
collegata ad un computer connesso ad internet e ad un
videoproiettore"(3). Ciò rende visibile a tutta la classe lo
schermo della lavagna, un desktop, su cui docenti e alunni
possono operare direttamente tramite speciali “penne
digitali” in modalità “touchscreen”, che possono essere
utilizzate al posto del mouse come cursore o come penne
multiuso. Esse fungono da penne, se vogliamo scrivere, da
evidenziatori se vogliamo selezionare delle parti salienti
in un testo o ancora da pennarelli se vogliamo colorare (4).
Una volta accesi il pc, il videoproiettore e la L.I.M., se
utilizziamo il software Interwrite Workspace, avremo dei
cursori o icone alla nostra destra che ci permetteranno di
svolgere diverse funzioni. Come docente d’inglese con la
L.I.M. ho potuto preparare diversi tipi di lezione, ad
esempio su Londra, mostrando delle foto caricate sulla
pen-drive, aprendo Word da Interwrite e chiedere in lingua
agli alunni di una seconda classe superiore di secondo grado
di specificare se sanno cosa rappresentano e di descriverle.
Quando tutti gli alunni hanno terminato la descrizione, ho
aperto una discussione in modo da far parlare i volontari ed
ho scritto le loro risposte od impressioni sotto le foto
come didascalia.
Dopo aver notato la reazione della classe, ho collegato la
lavagna ad Internet ed in base ai luoghi che hanno indicato
gli alunni, ho verificato insieme a loro se si trattava di
risposte esatte od errate oppure incomplete in modo da
renderli partecipi alla lezione, che è diventata dialogica.
Visto che sulla L.I.M. è possibile caricare immagini, ho
potuto anche effettuare altri tipi di lezione sulla civiltà
anglosassone, mostrando loro una piantina degli Stati Uniti,
poi ho tenuto una lezione sul New Mexico, presentando
immagini sui “Native Americans” (5), sulla loro arte, sulle
loro città e parlandone insieme. Successivamente, ho scritto
alla lavagna dei nomi di città americane o di paesi di
lingua anglosassone, ho diviso la classe in gruppi, ho
assegnato loro delle parti da svolgere a casa ed in classe,
sotto forma di attività di gruppo e di cooperative learning.
Così tutti gli studenti hanno potuto produrre qualcosa di
proprio, sentendosi protagonisti, e presentando, a lavoro
ultimato, il loro studio alla classe, proiettandolo sulla
L.I.M. In questo modo ho potuto verificare che la L.I.M. è
utile come tecnica innovativa per tutti e compresi i ragazzi
con difficoltà di apprendimento, perchè hanno bisogno di
maggior tempo per apprendere. Tramite la L.I.M., è possibile
svolgere percorsi di studio personalizzati (6). Per i
disgrafici, ho constatato che la funzione “riconoscimento
testo a mano libera” (7) permette di trasformare la grafia a
mano libera in grafia standard, attuando così una didattica
"su misura” (8) ed offrendo al docente la possibilità di
capire l’elaborato dello studente e allo studente
l'opportunità di esprimersi senza problemi. Tale metodologia
permette di integrare l’alunno con difficoltà in classe, ma
soprattutto è possibile spingere i compagni di classe a far
"lavoro di squadra”, aiutando il compagno in difficoltà (9),
facendolo sentire partecipe della propria classe ed
abbattendo le "barriere culturali", che potrebbero risultare
più pesanti di quelle architettoniche. Inoltre, se la LIM è
usata bene, coinvolge tutti e non solo alcuni (10). Si
supera così il concetto di integrazione, in cui nonostante
si producano vantaggi su tutta la classe, "il fulcro del
lavoro" rimane "l'alunno disabile" (11) e si può parlare di
"azione inclusiva", in cui tutti hanno la possibilità di
apprendere senza isolare nessuno (12).
Mi sono chiesto anche: "E’ sempre necessario utilizzare
la Lavagna Interattiva Multimediale?”
La mia risposta è "non sempre", infatti l'ho utilizzata per
certe attività come creare un ipertesto, analizzare insieme
alla classe una poesia o un testo e selezionare insieme le
parti salienti. Abbiamo visto insieme anche un film in
relazione ad argomenti di letteratura e dei video musicali,
commentandoli in lingua, intensificando così la
conversazione (speaking).
Dopo aver fatto ascoltare delle canzoni in lingua inglese e
fatto con loro attività di listening, reading and
comprehension, ho consegnato loro il testo della canzone con
delle parole mancanti da inserire. Ho finito questa attività
con un canto collettivo, rilevando che hanno appreso nuovi
termini in modo piacevole, unendo così l’utile al
dilettevole. Ho già provato questa attività da alunno, a
Ragusa, presso la sede decentrata della Facoltà di Lingue e
Culture Europee dell’Università di Catania, seguendo un
corso intensivo di American English con una professoressa
americana, Jann Huizenga, insegnante certificata del New
Mexico, che ha collaborato anche col MIUR. Ho poi svolto
questa attività da docente con gli alunni del Liceo Pico di
Mirandola (Modena), facendo ascoltare alla classe una
canzone del gruppo musicale inglese dei Blue, presente sul
loro libro di testo, inserendo le parole mancanti ed
intonando alla fine il brano insieme.
Da alunno, durante il corso di American English, ho talmente
gradito quell'attività che ho voluto trasmetterla agli
alunni del liceo. Ho riscontrato in loro partecipazione ed
entusiasmo e vi assicuro che è una bella soddisfazione
quando si vedono gli alunni felici, attenti ed interessati.
Io, pur valorizzando la L.I.M., continuerei ad utilizzare
anche la lavagna di ardesia ed il testo didattico, per non
far perdere agli alunni l’abitudine di scrivere o leggere
sul cartaceo, visto che ormai la maggior parte del tempo è
trascorso a leggere su schermi in digitale tra computer e
cellulari, scartando il cartaceo. Altro motivo per non usare
sempre la lavagna interattiva, è la "vista", infatti, se si
trascorre parecchio tempo su di essa, la "si può affaticare"
e danneggiare e negli alunni ciò potrebbe trasformarsi in
"stanchezza e demotivazione" (13).
Inoltre sono contrario all’utilizzo della L.I.M. come una
sorta di televisore, perché porterebbe ad un atteggiamento
passivo l’alunno, il quale si annoierebbe, si distrarrebbe
facilmente e quindi non apprenderebbe.
Concludo, mettendo in rilievo che bisogna guardare se negli
occhi degli alunni c’è un certo feedback per l’attività che
si sta svolgendo, poiché non sono solo essi ad imparare, ma
anche noi insegnanti, migliorando così la nostra
metodologia, purché stimolati anche a ricercare e ad
approfondire le varie tematiche in modo che il nostro lavoro
non sia a compartimenti, ma coinvolga trasversalmente molte
altre discipline. Tale metodologia apre la strada alla
formazione integrale di ogni alunno-persona.
Davide Fiorito
NOTE:
1. Nati nell’era “digitale", definizione data nel
2001 da M. Prensky, scrittore americano ed ideatore
di videogiochi. Cfr. A.A.V.V., “La Lavagna
Interattiva Multimediale (LIM) e le nuove tecnologie
per l’insegnamento", dispensa del Corso di
Perfezionamento e di Aggiornamento Professionale,
(200 ore – 8 Crediti Formativi) realizzato dall'Ipsef
di Benevento in collaborazione con l'Università
telematica G. Fortunato.
2. Acronimo per “Multimedia Messaging Service”
(Servizio di messaggistica multimediale),
consistente nell’inviare dal proprio cellulare un
messaggio accompagnato da una foto o da un video.
3. A.A.V.V., Modulo 1, Verso un'aula multimediale,
La Lim nella scuola, p.3, Ipsef ed Università
telematica G. Fortunato, op. cit. in nota 1.
4. Cfr. A.A.V.V., Modulo 2, Primi passi con la Lim,
op. cit., p.10.
5. Abitanti autoctoni degli Stati Uniti D’America,
spesso definiti in italiano “Indiani d’America”.
6. Cfr. A.A.V.V., Modulo 5, La LIM per i bisogni
educativi speciali, op. cit. p..5-6.
7. Cfr. Prof. A. Pincillo, Videocorso n.4 dal corso
sulla LIM, citato in nota 1 e dispensa A.A.V.V.,
Modulo 2, Primi passi con la LIM, op. cit., p. 57.
8. A.A.V.V., Modulo 5, La LIM per i bisogni
educativi speciali, op. cit. p.3.
9. Ivi, p.19.
10. Ivi, p.7.
11. Ivi, p.3.
12. Ivi, p. 22.
13. A.A.V.V., Modulo 1, Verso un'aula multimediale,
La Lim nella scuola, op. cit. p.57.
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