013..:: 29.02.2012
..:: Nella foto, la dottoressa Nembrotte Menna Luciana.
SAVIGNANO SUL RUBICONE - FC ..:: Negli ultimi anni si parla
spesso della "dispersione scolastica", un problema vasto e
complesso che interessa, seppure in percentuali diverse,
tanto le scuole del nord Italia quanto quelle del sud.
Le cause della dispersione scolastica possono essere
molteplici e le variabili che concorrono e favoriscono lo
sviluppo di tale fenomeno sono:
svantaggio socio-culturale della famiglia;
difficoltà di apprendimento (causata da una assenza di
individuazione di diagnosi di disturbo specifico
dell'apprendimento come la dislessia, disgrafia,
disortografia, discalculia), portando dietro di sè, come
ulteriore conseguenza di un DSA, emarginazione,
demotivazione e bassa autostima;
difficoltà relazionali all'interno del gruppo.
A tutto ciò va anche aggiunto il fatto che i "giovani" di
oggi godono di maggiore libertà, crescono sì protetti ma
privi di autostima, subiscono indifferenza e, soprattutto,
vivono nella solitudine della molta tecnologia che ci
circonda, diminuendo così il dialogo in famiglia e i
rapporti interpersonali tra i coetanei. La dispersione
scolastica è dunque il risultato di un insieme combinato di
circostanze; l’istituzione scuola si trova in un crocevia
mobile ed è costretta a fronteggiare spinte e dinamiche
talora ostili e che hanno in gran parte radici al suo
esterno, nella stessa società che essa è deputata a educare
e istruire. Un primo passo fondamentale consiste dunque nel
riconoscere e nel quantificare i segnali di tale
dispersione.
Di fronte a questa realtà, allora, come si deve porre
l'istituzione scolastica di oggi?
Quando si parla di disagio scolastico, dunque, si parla di
alunni "difficili, alunni che hanno un evidente bisogno di
insegnanti sempre più competenti non solo a svolgere il loro
lavoro didattico, ma a gestire anche situazioni non
strettamente legate a un loro percorso formativo. La scuola
è una "agenzia" formativa, dove l'alunno trascorre otto ore
al giorno e quindi essa non deve trasmettere solo nozioni,
saperi, ma deve costruire la personalità e l'identità di
ogni alunno.
Il mondo della scuola per sconfiggere il fenomeno
dell'abbandono scolastico e innalzare il tasso di scolarità
e il successo formativo, deve impegnarsi nella ricerca di
alleati, un insieme sinergico di educatori/docenti,
famiglia, territorio e istituzioni, e darsi un solo
obiettivo: formare giovani che alla fine del loro percorso
educativo possiedano gli strumenti per affrontare le
successive esperienze lavorative e, soprattutto, di vita.
Tale approccio è centrale a tutta la qualità
dell’istruzione, perché non si tratta soltanto di “dare una
mano” ai ragazzi in difficoltà, ma di assicurare un futuro
migliore a generazioni di ragazzi. Di questo bisogna essere
consapevoli quando si vuole produrre un risultato sociale.
Per concludere, l’attenzione alle nuove generazioni si deve
basare infatti su una visione strategica e di lungo periodo
che sappia rafforzare la sinergia tra istruzione formale,
istruzione informale, formazione professionale e sistema
produttivo.
Non dimentichiamoci che i ragazzi di oggi sono la società
del domani!
Nembrotte Menna Luciana
Bibliografia
Carugati, F. in Morgagni E. (a cura di), Adolescenza
e dispersione scolastica, Carocci Ed. 1998
Crepet P. - Non siamo capaci di ascoltarli -
Einaudi, Torino, 2001
Liverta Sempio, Confalonieri, Scaratti. -
L’abbandono scolastico. Aspetti culturali,
cognitivi, affettivi, Raffaello Cortina Ed. 1999
Mancini G. e Gabrielli G. (1998) - TVD Test di
valutazione del disagio e della dispersione
scolastica, Trento, Erickson
Regni R. Educazione e disagio nella modernità - Ed.
Era Nuova, Firenze, 1998
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