022..:: 08.04.2011
..:: Del Buono Agostino
TRINITAPOLI - BT ..:: «Ben vengano FORUM di discussione sul
Disagio, Difficoltà, Disturbi Specifici di Apprendimento.
Non possono che portare a dei risultati positivi e stimoli a
tutti i docenti, sia essi curriculari, sia insegnanti
specializzati sul sostegno». E’ questo il commento del
prof. Ugo Avalle, pedagogista, relatore del corso di
formazione e aggiornamento on-line organizzato dall’Assodolab,
all’indomani della notizia ricevuta dal Direttore del corso
Prof. Agostino Del Buono sulla nascita del FORUM
DSA ASSODOLAB. In queste pagine ci sembra opportuno
inserire alcuni post effettuati dai docenti di tutta Italia
nella speranza che chi riceverà la rivista cartacea possa
contribuire alla discussione.
Per collaborare con l'ASSODOLAB e postare il tuo intervento,
occorre andare sul sito
www.assodolab.it e scegliere sulla parte sinistra della
HOME PAGE il pulsante ..:: Forum DSA, oppure si può premere
direttamente su questo banner...
FORUM PERMANENTE SULLA DISLESSIA...
Un aiuto concreto agli alunni con DSA da
parte degli insegnanti di sostegno e curriculari.
In questi venti anni ed oltre di insegnamento, penso di aver
visto un po’ tutto quello che succede negli Istituti di
Scuola Superiore italiana. Dal Nord al Sud, dall’Est
all’Ovest, anche se gli edifici scolastici cambiano dal più
moderno a quello più obsoleto, il materialo umano è sempre
lo stesso. Gli alunni in difficoltà vanno motivati o
rimotivati, gli insuccessi scolastici vanno portarli a dei
buoni risultati, la perdita di autostima ed atteggiamenti
rinunciatari nei confronti della Scuola devono essere un
punto prioritario di ogni docente, sia esso specializzato
sul sostegno, sia esso curriculare. Ognuno deve dare il
meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza
professionale. Gli alunni ed in special modo, gli studenti
con Disturbi Specifici di Apprendimento o con altre
patologie andranno trattati “con guanti bianchi” perché il
loro avvenire è alquanto incerto ed insicuro. Il buon
educatore dovrà alleviare il disagio, le difficoltà, i
disturbi che portano ad un rallentamento del programma nel
soggetto affetto da patologie. Occorre fare di tutto
affinché gli alunni abbiano lo stesso trattamento e la
stessa «change» nella vita piena di ostacoli che a volte
sono insormontabili. Un ringraziamento va all’associazione
Assodolab che ha affrontato questi discorsi attraverso corsi
di formazione e aggiornamento on-line e in presenza e a voi
che seguite con attenzione questi bambini. Prof. Agostino
Del Buono Presidente Nazionale Assodolab
DATA: 10/02/2011 - Autore Prof. Agostino Del Buono -
INTERVENTI AL FORUM ASSODOLAB SUI DSA
MESE DI MARZO 2011
DATA 11/02/2011 20.50.05 - AUTORE MICHELEZ600G
Da tre anni faccio l'insegnante di Ed. Fisica ma per dodici
anni ho svolto attività di sostegno in un Istituto
Secondario di II grado frequentato da un utenza con grossi
problemi socio-culturali essendo situata in una zona a
rischio. Questa esperienza mi ha permesso di ampliare il mio
bagaglio didattico, perchè tutto il personale scolastico ha
utilizzato metodi e strumenti differenti per ridurre la
dispersione scolastica. In questo periodo di lavoro ho avuto
un rapporto diretto con tutte le patologie dei miei discenti
con grossi problemi di socializzazione e di inserimento nel
contesto classe. Dopo un lavoro di Equipe da parte di tutti
i docenti curriculari si è riusciti ad avere ottimi
risultati utilizzando gli strumenti multimediali e alle
nuove metodologie sconosciute attraverso i corsi di
aggiornamento.
DATA 15/02/2011 22.32.52 - AUTORE evaG999U
Sono una Psicologa che da diversi anni segue gli alunni con
DSA. Ho seguito principalmente bambini dai sette ai tredici
anni e quest’anno mi sono ritrovata a dovermi confrontare
con alunni con diagnosi di DSA nelle scuole superiori. Da un
punto di vista di carico scolastico non mi permetto di
intervenire, perché anche io sono stata studentessa (di
quelle turbolente) e riconosco che alle scuole superiori
l’impegno richiesto è molto maggiore rispetto alle scuole
precedentemente frequentate. La cosa che mi spiace più di
tutto è il grande senso di smarrimento in cui si ritrovano
questi alunni con DSA… già è complicato peri ragazzi senza
diagnosi di DSA l’affrontare la scuola superiore figuriamoci
per chi ha una difficoltà in più! Parlando con loro la cosa
che mi reca preoccupazione è che hanno la percezione che il
loro non riuscire nei compiti assegnati dipenda solo dal
fatto che hanno difficoltà di apprendimento e, non riuscendo
a capire che il loro insuccesso è un percorso che si
verifica anche nella maggior parte dei loro compagni, si
“buttano” ancora più giù e preferiscono mollare. Inoltre non
riuscendo a portare a termine parte dei compiti assegnati
non percepiscono che ciò dipende, non dalle loro difficoltà
ma semplicemente dal fatto che il carico scolastico
richiesto è maggiore. Sicuramente la situazione di classi
sovra affollate di circa trenta alunni non gli aiuta nel
loro iter scolastico e avrebbero bisogno non solo di essere
trattati con i “guanti banchi” ma anche con “molti occhi di
riguardo”.
DATA 25/02/2011 22.13.18 - AUTORE luciac067x
Sono un'insegnante di sostegno,e quest'anno sto seguendo
un'alunno affetto da dislessia.Dalla mia esperienza posso
dedurre che non è dicendo all'alunno leggi tanto a casa o
scrivi tanto che lo si aiuta,ma viene lesa ancora di più
l'autostima dello stesso.Ho utilizzato le misure
compensative e dispensative previste dal MIUR, facendo in
modo pero' che tali misure venissero usate anche dagli
alunni della classe,ad esempio,nell'utilizzo del
computer,con i programmi di videoscrittura o correttore
ortografico,l'alunno non è stato isolato ma sono stati
coinvolti i compagni di classe,anche quando ho utilizzato
mappe concettuali,schemi,documentari,questi sono stati
estesi all'intera classe.Da questa esperienza,ho costatato
che il DSA dell'alunno non rappresentava più un problema ma
una risorsa per il resto della classe.
DATA 26/02/2011 12.53.58 - AUTORE Pietro_B915X
Innanzi tutto voglio congratularmi con l’ASSODOLAB per
questo corso Basic on-line sui DSA – Disagio, Difficoltà,
Disturbi Specifici di Apprendimento. E’ uno dei pochi
esistenti in Italia che è possibile seguire dalla propria
abitazione nei ritagli di tempo o nelle ore a disposizione.
Le video lezioni, semplici e discorsive portano ad un
elevato grado di attenzione. Molto interessante è stata la
parte riferita alla Discalculia, alla Dislessia, ai Disturbi
Specifici della Scrittura. Fino ad oggi nella scuola dove
insegno non ho avuto mai un alunno affetto da DSA ma,
ritengo che è bene tenersi aggiornati o quanto meno essere
informati anche su questo particolare settore e soprattutto
sapere come intervenire nella fase iniziale. Mi auguro che
ci sia un proseguo di questi corsi on-line Intermediate e
Advanced in modo da poter approfondire gli argomenti.
DATA 26/02/2011 12.54.39 - AUTORE Michele_I158J
I Disturbi Specifici di Apprendimento, DSA, conosciuti con i
termini di disortografia, dislessia, discalculia, sono
disturbi dello sviluppo. Anche se vi sono pochi casi nelle
singole realtà scolastiche, devono essere affrontati nella
giusta misura dal personale addetto. Non parlo solo di
docenti, ma anche da parte del personale tecnico ed
ausiliario della Scuola. E’ bene che ognuno, nel suo
piccolo, una volta che si è venuto a conoscenza del
problema, se può dare una mano agli alunni, la deve dare,
senza tirarsi indietro. Con questo spirito collaborativo mi
sono iscritto ed ho iniziato la frequenza di questo corso
Basic on-line sui DSA. Anche nei laboratori di Informatica,
è bene che gli alunni con difficoltà di apprendimento,
devono essere rafforzati l’autostima e la motivazione
all’apprendimento. Occorre potenziare le abilità cognitive
funzionali all’apprendimento e favorire alcune strategie
didattiche diverse da quelle utilizzate per gli altri
studenti.
DATA 26/02/2011 12.56.31 - AUTORE Pietro_B915X
Gli alunni affetti da DSA – Disturbi Specifici di
Apprendimento, non riescono ad imparare a leggere, scrivere
e contare in modo del tutto automatico. Per questo motivo,
ritengo opportuno che il buon docente che si trovi a
contatto con uno studente con questo “disturbo” debba
evitare di far copiare dalla lavagna. E’ bene posizionare
l’alunno al primo banco in modo che sia più vicino al mezzo
di comunicazione (lavagna di ardesia o a quella interattiva
multimediale LIM). Gli altri aiuti possono essere: quello di
portare già delle fotocopie preparate della spiegazione in
modo che l’alunno possa seguire dalle stesse gli argomenti
che l’insegnante sta accingendosi a spiegare. Per i compiti
in classe si potrebbero preparare degli elaborati a cui gli
alunni dovranno rispondere con delle crocette SI, NO, VERO,
FALSO. Insomma, ogni docente ha un metodo di insegnamento
per i soggetti normodotati. Occorre solo trovare delle
strategie alternative per gli alunni con DSA e questo è
possibile farlo!
DATA 26/02/2011 12.57.11 - AUTORE Maricia_A669T
Tra gli aspetti specifici del disagio è bene che
l’insegnante tenga presente sia i fattori relativi al
soggetto (caratteristiche psicologiche generali del
soggetto, scarso livello di conoscenza ecc…) sia i fattori
contestuali (svantaggio socio culturale, atteggiamenti
educativi inadeguati, metodologie e relazioni, l’ambiente di
provenienza, la cultura ecc….). Tutti questi fattori
influiscono, interagiscono e formano l’alunno affetto da DSA.
La qualità e la quantità dell’attenzione che l’ambiente
Scuola e casa dedicano allo studente è in qualche modo
proporzionale ai risultati attesi. Occorre che l’alunno
accolga le sollecitazioni dalle due realtà in modo positivo
in modo da costruire un percorso educativo unico e
fortemente motivato.
DATA 26/02/2011 12.57.45 - AUTORE Michele_I158J
Uno degli obiettivi principali che l’insegnante dovrà
affrontare in classe, è quello di non mettere l’alunno in
condizione di difficoltà, malessere, disagio, complessità.
Se questi sono gli obiettivi principali per gli alunni
normodotati, a maggior ragione devono essere tenuti in
considerazione per gli studenti affetti da DSA. Un
comportamento del genere da parte del docente, potrebbe
tramutarsi in resistenza, rifiuto, aggressività, ostilità,
demotivazione allo studio a cura del ragazzo-studente. E’
bene quindi che l’insegnante curriculare o specializzato sul
sostegno abbiano in mente questi fattori e cercare di
attenuare quanto più possibile questi comportamenti. A
livello di intelligenza, il ragazzo con DSA è “normale” agli
altri suoi coetanei, anzi, forse è più intelligente degli
altri, per cui un comportamento errato potrebbe segnare la
fine del suo percorso scolastico già dai primi mesi di
scuola.
DATA 26/02/2011 12.58.37 - AUTORE Maricia_A669T
Credo che un insegnante debba tenere presente il problema
del “disagio” visto nella sua struttura poliedrica. Se da
una parte viene considerato “non grave” paragonabile ad uno
stato di malessere per piccoli insuccessi scolastico,
sportivo ecc…, dall’altra abbiamo quello “intermedio” e
quello “grave”. Il primo si manifesta con comportamenti
trasgressivi, il secondo con comportamenti auto lesivi. Gli
insegnanti, con la loro esperienza professionale,
sicuramente potranno proporsi come modelli per alleviare il
disagio ed essere propositivi agli studenti affetti da
Disturbi Specifici di Apprendimento.
DATA 27/02/2011 9.05.01 - AUTORE Corrado_Z112D
Il disagio e le difficoltà di apprendimento di un bambino
affetto da DSA è noto a tutti. Gli insegnanti che hanno
avuto tra i loro alunni un bambino con problemi di disagio,
sanno come affrontare i problemi sin da subito. Questo corso
che sto frequentando on-line, ritengo che sia un valido
supporto non solo per l’insegnante specializzato sul
sostegno ma anche per gli insegnanti curriculari di tutte le
discipline. Il problema del disagio viene affrontato nei
diversi aspetti e portano alla soluzione del problema. E’
ovvio che in realtà non vi è solo un problema da affrontare
con l’alunno affetto da DSA, ma diversi, per cui, man mano
che vengono alla luce, il docente dovrà trovare delle
“strategie alternative” per il conseguimento degli obiettivi
minimi. Sono disponibile alla frequenza di altri corsi dell’Assodolab
(Intermediate e Advanced) se verranno attivati.
DATA 27/02/2011 9.07.23 - AUTORE Corrado_Z112D
Gli errori ortografici che un bambino affetto da DSA
potrebbe commettere sono veramente tanti. Ritengo che spetta
all’insegnante aiutare l’alunno, sin dalla prima elementare,
per poi, proseguire durante gli altri anni scolastici.
Spesse volte vi è una sovrapposizione e/o una sostituzione
tra grafemi e fonemi. Per esempio, il bambino può leggere
“bala” invece di “pala”; oppure, può leggere “lapa” invece
di “pala” e così tantissime altre parole. Occorre insistere
sulle parole enunciate erroneamente dagli alunni con
problemi, affinché possa correggere sin dall’inizio questi
lemmi nella sua crescita culturale e intellettiva. Questo è
un aiuto concreto che potrebbe essere preso dall’insegnante
singolarmente o in gruppo, in seguito ai consigli degli
psicologi e all’equipe degli esperti del settore. I
progressi a medio e a lungo termine si vedranno!
DATA 27/02/2011 9.08.01 - AUTORE Agostino_I072R
La disortografia e la disgrafia sono disturbi specifici
della scrittura. Se la lettura è una abilità complessa, lo è
ancora di più la scrittura perché richiede un feed-back tra
informazioni visive e quelle fonologiche. Per non parlare
poi dei movimenti che interessano la scrittura: dita, polso,
avambraccio, e quindi l’intera postura. I componenti che
fanno parte del disturbo specifico della scrittura si
possono così riassumere in due punti essenziali: il primo è
quello “motorio”; il secondo è quello “linguistico”.
L’insegnante può correggere alcuni di questi aspetti
nell’alunno disgrafico sin dalla scuola dell’infanzia con
una maggiore attenzione su “come si impugna una matita, una
penna ecc…” per quanto riguarda i componenti motori.
L’altro, molto più complesso, quello linguistico, nel
ripetere pian piano le parole che il piccolo alunno non
riesce ad enunciare. Penso che quest’ultimo punto si debba
continuare fino alla seconda o terza elementare o fino a
quando lo si ritiene opportuno. Insomma, un docente potrebbe
fare veramente tanto per un bambino disgrafico e
disortografico! Sta a noi dare una mano certa.
DATA 27/02/2011 9.08.40 - AUTORE Agostino_I072R
Una lettura faticosa, lenta e poco corretta, la difficoltà
di automatizzare la trasformazione fra i segni grafici e i
suoni, gli errori ortografici causati da difficoltà
nell’aspetto costruttivo della scrittura, porta alla
definizione di “dislessia” e “disortografia”. Questi
disturbi di origine neurobiologica, possono presentarsi
isolatamente o insieme ad altri fattori chiamati comunemente
“disgrafia” e “discalculia”. La prima è una grafia poco
chiara, pasticciata, difficilmente comprensibile; la seconda
rappresenta la difficoltà nei calcoli numerici. Il docente
deve rendersi conto del problema e del grado di deficit
dell’alunno per poi applicare le strategie nell’arco degli
anni scolastici, secondo l’età del discente e secondo i veri
problemi che si riscontrano durante l’iter formativo.
DATA 27/02/2011 20.54.15 - AUTORE evaG999U
Buonasera, anche io mi unisco al ringraziamento che ho
appena letto sul forum... Una volta tanto credo che sia
meraviglioso poter usufruire della propria formazione nei
tempi e neil luoghi più idonei per ognuno di noi. Tornando a
noi e facendo diverse ricerche su internet ho trovato
numerosi software che potrebbero essere di aiuto non solo
per gli insegnanti ma anche per i genitori e per i ragazzi
stessi sia con diagnosi di dsa, sia con difficoltà
scolastiche. Il punto è che ce ne sono talmente tanti che
sarebbe utile riuscire a costruire una rete nella quale
poter scambiare notizie sicure su ogni software che è
possibile reperire sul web Mi verrebbe in mente quasi un
"censimento", una specie di "bibliografia ragionata" su
tutti questi programma, che dovrebbero poter essere sia
diffusi in maniera più massiccia, sia usufruibili da
tutti... Non so se saràpossibile ma io butto in questo forum
l'idea. Magari esiste già se fosse così mi piacerebbe sapere
dove reperirlo. Grazie mille
DATA 27/02/2011 20.59.35 - AUTORE evaG999U
Al mio post precedente aggiungo un'altra osservazione con la
quale mi piacerebbe sapere, dagli insegnanti, secondo loro,
quali potrebbero essere gli strumenti utili, a livello
didattico, per me che sono psicologa, (non so libri,
articoli, ecc) per poter accrescere le mie personali
consocenze riguardo alla didattica in generale e in maniera
più specifica didattica con DSA. Come psicologa ho numerosi
strumenti per entrare in relazione di apprendimento con i
ragazzi ma mi sembra sempre che mi manchi una conoscenza più
specifica riguardo alla didattica che gli insegnati seguono.
DATA 28/02/2011 18.08.50 - AUTORE Agostino_I072R
Insieme per aiutare gli alunni con DSA. Bambini, ragazzi,
studenti, genitori, insegnanti, professionisti. L'obiettivo
scaturito da alcuni POST appena letti, mi portano ad
attivare nella sezione DSA la recensione di alcuni software
gratuiti e a pagamento che potrebbero aiutare lo studente
affetto da DSA. Chiunque ha testato dei software di questo
tipo, può inviare il link dove reperirlo in modo tale da
poterlo recensire nel più breve tempo possibile ed inserirlo
nelle nostre pagine web. Chi intende collaborare può inviare
detta documentazione a tutordsa@assodolab.it - Agostino Del
Buono
DATA 05/03/2011 17.11.08 - AUTORE caterinaF246A
Sono una docente di sostegno laureata in lingue e
letterature straniere moderne. Complimenti ad ASSODOLAB per
la chiarezza delle video-lezioni. pur avendo frequentato
altri corsi di formazione ho trovato spunti interessanti per
sperimentare strategie didattiche in favore degli alunni
dislessici. La parte che ho trovato molto interessante è
stata quella relativa ai consigli su come procedere per la
correzione degli elaborati per non suscitare problemi di
disistima nell'alunno.
DATA 05/03/2011 17.16.38 - AUTORE caterinaF246A
L'uso degli strumenti compensativi e dispensativi sono mezzi
utili all'alunno per essere facilitato nel suo percorso di
apprendimento. Ma che vengano questi corsi di formazione!
Nonostante la Legge n 170 sono ancora troppi i docenti che
ignorano i disagi degli alunni e che non sono in grado di
garantire il diritto allo studio.Facciamo portavoce con i ns
colleghi e diamo sollievo e fiducia ai nostri alunni non
dimenticandoci dei genitori degli alunni che vivono con
ugual ansia, preoccupazione e angoscia il vissuto scolastico
dei propri figli.
DATA 10/03/2011 19.51.35 - AUTORE silviaz110q
Salve a tutti , insegno lettere da 23 anni in un liceo e ho
iniziato ad informarmi sui DSA quando,qualche anno fa, ho
avuto un alunno dislessico.Quella esperienza è stata molto
importante non solo dal punto di vista umano,ma anche
professionale.Sono quindi contenta di poter imparare ad
affrontare meglio le eventuali situazioni che si
presenteranno perchè ritengo che il successo scolastico sia
un diritto che deve essere garantito a tutti gli studenti.
DATA 10/03/2011 22.01.41 - AUTORE Concettaf158x
In qualità di insegnante di sostegno di ruolo da 11 anni e
mamma di un bimbo di 9 mesi, antepongo subito i miei
ringraziamenti per poter usufruire di questa chance "online"
.. non avrei potuto fare altrimenti!! La mia modesta
opinione è che gli interventi per gli studenti con DSA
dovrebbero effettivamente essere eseguiti da subito a
scuola,con personale aggiornato, sensibile e preparato,
anche per evitare etichette improprie e l'impatto emotivo di
un percorso che in molte realtà passa per medici e centri di
riabilitazione. La mia scuola ideale sarebbe quella dove noi
insegnanti di sostegno e tutta l'equipe pedagogica, possa
essere affiancata FATTIVAMENTE da Psicologi Scolastici in
grado di dare in primis, un supporto emotivo alla famiglia
di queste giovani vite e di interpretare con precisione, i
meccanismi di queste difficoltà sviluppando a 360° dei
percorsi di intervento specifici per noi a scuola che a
casa. Credo questa sia una buona soluzione a questo ed a
tanti altri problemi, permettendo allo stesso tempo, di
avvalersi di interventi specialistici senza rinunciare alla
serenità di un percorso scolastico "naturale" senza le
pericolose etichette che tutti i genitori, vogliono
comprensibilmente evitare ai propri figli.
DATA 10/03/2011 23.18.13 - AUTORE domenicoc351w
Sono un’insegnate di sostegno; solo da quattro anni insegno
a scuola prima mi occupavo di fitness in palestra, adesso
che sono nel mondo della scuola, ma soprattutto nel campo
della diversabilità, mi accorgo che c’è ancora moltissima
strada da fare per cercare di integrare ed includere i
ragazzi nel cosiddetto mondo “normale” ancora più difficile
appare la situazione di alunni affetti da DSA, perché mi
accorgo che è veramente difficile accogliere realmente la
“diversità”, studiarla e, comunicare serenamente con il
ragazzo che è affetto da dsa e dimostrargli comprensione
.Penso invece che ogni insegnante dovrebbe tranquillamente
parlare alla classe e non nascondere il problema; Spiegare
alla classe il perché del diverso trattamento che viene
riservato in varie occasioni ai ragazzi affetti da dsa e
sarebbe, secondo me, molto utile poter utilizzare le risorse
dei compagni di classe assegnando ad esempio un compagno più
bravo al bambino dislessico.
DATA 10/03/2011 23.39.30 - AUTORE Concettaf158x
caro collega Domenico ti racconto una mia esperienza,
anch'io ho condiviso la tua idea di sedere la mia alunna con
un compagnetto più bravo, ma il più delle volte i
compagnetti "più bravi" si son rifiutati palesemente di
stare con la bambina e ciò come potrai ben capire causò
subito effetti di chiusura/sofferenza nell'atteggiamento già
introverso della bambina... cosa fare allora.. inizialmente
trovai grande riscontro in piccoli gesti quotidiani, come
nel far avvicinare la bambina ai compagnetti durante la
ricreazione, pian piano lei ha portato giochini da casa e
ciò ha fatto si che fossero i compagnetti stessi a
cercarla!! ho proseguito poi con unità didattiche di
musicoterapia dove si coinvolgeva l'intero gruppo classe e
ballando e scherzando si sono instaurati rapporti e
atteggiamenti di apertura non solo nel soggetto H ma anche
in altri bimbi cosìdetti normodotati.. da allora una volta a
settimana facciamo musicoterapia in classe e i bambini sono
tutti molto entusiasti..
DATA 10/03/2011 23.51.40 - AUTORE scianrosa
Molto spesso succede che i genitori degli alunni in
difficoltà non accettano di avere un sostegno per il proprio
figlio, allora dobbiamo fare qualcosa noi insegnanti, che
con un numero abbastanza alto di alunni,non riusciamo sempre
a dedicare abbastanza tempo a questi bambini
DATA 11/03/2011 15.03.35 - AUTORE domenicoc351w
un ottima strategia che ho usato, per far si che i ragazzi h
e quelli con dsa potessero socializzare con il gruppo classe
è stata l'utilizzo della danza terapia, soprattutto,
attraverso l'ascolto della musica, sono riuscito anche a far
si che loro assumessero un atteggiamento piu corretto anche
nei confronti dei docenti,,, chissà....
DATA 11/03/2011 16.52.21 - AUTORE marisaL331A
Sono un’insegnante di sostegno, di un Istituto Tecnico
Industriale della Provincia di Catania. Non ho mai insegnato
ad alunni con DSA, però ritengo che alcune tecniche di
insegnamento possano essere applicate anche a ragazzi con
altro genere di problemi, e che spesso la condivisione
dell’esperienza sia di grande giovamento nella nostra
professione. Leggo quindi con piacere tutti i vostri
consigli, e spero di poter trarre il massimo profitto da
questa esperienza on line. A presto, Marisa.
DATA 11/03/2011 19.04.02 - AUTORE elisabetta
Salve!sono un'insenante di sostegno da 11 anni e mi è
capitato negli anni passati di aver avuto degli alunni
affetti da DSA. Io penso che uno dei compiti principali di
un insegnante, non solo di sostegno, sia quello di ridurre
il più possibile lo stato di disagio e di frustazione in cui
si viene a trovare un alunno affetto da DSA e di favorire il
processo di integrazione all'interno del gruppo classe.
Ritengo che gli strumenti compensativi e dispensativi siano
un valido supporto all'apprendimento ma non sono sufficienti
se alla base non c'è una sinergia e una collaborazione da
parte di tutti i componenti del Consiglio di Classe il quale
dovrebbe avere come obiettivo comune il successo formativo
di "tutti" gli alunni.
DATA 12/03/2011 17.17.14 - AUTORE GiovanniA_L989X
sono docente di sostegno alle superiori da oltre 10 anni.
Noi siamo sempre a contatto con alunni in situazione di
handicap che sono spesso "dimenticati" da alcuni docenti
curricolari. Per i soggetti con la certificazione DSA, sono
chiamati in causa proprio i docenti delle discipline e
diversi di loro sono impreparati ad affrontare i singoli
casi in modo personalizzato. Alcuni chiedono dei chiarimenti
ai docenti di sostegno, altri continuano a considerare gli
alunni con DSA come svogliati o che non studiano. Ritengo
che sia necessario un corso di formazione per tutti i
docenti curricolari sulle tematiche dei DSA.
DATA 12/03/2011 18.36.26 - AUTORE giuseppinaI294E
Ritengo necessario che tutti i docenti, e non solo quelli di
sostegno, debbano formarsi e aggiornarsi sui DSA, in modo da
poter individuare tempestivamente il problema ed
eventualmente inviare l'alunno per gli accertamenti
necessari. Inoltre, tutti gli insegnanti dovrebbero, come
riferisce la Circ. Ministeriale del 05/10/2004, utilizzare
strategie efficaci di intervento con strumenti compensativi
e dispensativi per gli alunni affetti da DSA.
DATA 13/03/2011 10.24.41 - AUTORE caterina b521a
La figura dell’insegnante curriculare è particolarmente
rilevante poiché è la prima persona che riconosce se
l'alunno incontra difficoltà nel percorso scolastico,
pertanto quando un insegnante sospetta la possibile presenza
di DSA ne deve parlare con la famiglia, suggerendo un
approfondimento diagnostico. In attesa della diagnosi la
scuola deve informarsi, inserendo nel POF attività
didattiche o di formazione sui DSA, che coinvolgano tutto il
corpo docenti del consiglio di classe. Successivamente per
aiutare l'alunno con DSA, l’insegnate di sostegno, in
particolare, dovrebbe, prima di tutto creare uno spazio
favorevole all’apprendimento; creare un percorso didattico
personalizzato in cui siano individuate metodologie
didattiche adeguate e flessibili per i bisogni del bambino
e, se necessario, utilizzare strumenti compensativi. Tutto
ciò dovrà essere attuato in collaborazione con gli
specialisti e la famiglia, con i quali attuare un lavoro di
rete per concordare insieme i compiti a casa, le modalità di
aiuto, gli strumenti compensativi, le dispense, le
interrogazioni, la riduzione dei compiti, ecc…
DATA 13/03/2011 12.17.48 - AUTORE antoninaF158B
Insegno da tantissimi anni,da precaria nella scuola
primaria,diruolo nella scuola dell'infanzia.Purtroppo,noi
docenti quando constatiamo che i bambini presentano dei
disturbi specifici di apprendimento,incontriamo pregiudizi e
un muro impenetrabile con le famiglie.Credo fermamente che
in tutte le scuole sia fondamentale avviare dei corsi di
formazione e aggiornamento rivolto ai genitori.
DATA 13/03/2011 12.49.15 - AUTORE PaolaB049Y
Insegno matematica e scienze in una scuola secondaria di I
grado e sono arrivata al 26esimo anno di servizio. Sono
felice di aver acquisito strumenti per leggere e affrontare
il disagio dei miei alunni, sono felice di avere
l'opportunità di acquisirne altri attraverso la frequenza di
questo corso di formazione. Non posso, però, fare a meno di
pensare a tutti i ragazzi che la scuola e la società
italiana hanno perso e ancora perdono per inadeguatezza
culturale e strumentale nei confronti del disagio giovanile,
spesso negato, rimosso, trascurato, emarginato. Troppo
spesso il disagio giovanile è vissuto come elemento di
disturbo anziché come occasione di crescita per l'intera
comunità. E così gli interventi nei confronti del disagio
rimangono, a volte, occasionali, scarsamente strutturati,
legati alla sensibilità di alcuni dirigenti scolastici e/o
insegnanti. Vorrei che lo stato investisse maggiormente nel
disagio, vorrei che i dirigenti scolastici, i docenti e
tutti gli operatori della scuola si sentissero meno soli
nell'affrontarlo. C'è tanto, davvero tanto lavoro da portare
avanti e molti pregiudizi da abbattere. In questi ultimi
anni qualcosa si sta muovendo... sarebbe opportuno dare
un'accelerata.
DATA 13/03/2011 16.37.10 - AUTORE Giusta
I disturbi specifici dell'apprendimento (dsa) sono una
realtà di carattere eterogeneo, al cui interno possiamo
identificare diverse condizioni di disagio scolastico e non
solo: dislessia, discalculia, disagrafia, disortografia...anche
se ormai nel linguaggio corrente vengono indicati col
termine dislessia tutti i DSA. La dislessia non è un
handicap, non riguarda gli insegnanti di sostegno, ma tutti
i docenti della classe (compresi gli insegnanti di sostegno
quando presenti). Presumibilmente in ogni classe vi è almeno
un alunno dislessico. Per un aiuto veramente valido agli
alunni dsa ritengo siano necessari: una adeguata conoscenza
di base da parte dei docenti del problema; una
individuazione precoce dei casi a rischio, mediante
screening, indirizzandoli quanto prima alla valutazione
diagnostica; la collaborazione con la famiglia e i servizi
sanitari locali (in un'ottica di rete); la modifica della
didattica, tenendo conto dei dati forniti dai servizi
sanitari. In tal senso non occorre adottare faticosamente
due didattiche separate: una per la classe e una per i dsa.
Si può cambiare didattica per tutta la classe: il vantaggio
sarà per tutti gli alunni. Un percorso molto positivo è
rappresentato come sappiamo dalla didattica cooperativa
insieme all'uso di una serie di strategie didattiche di
facilitazione. E' opportuno inoltre che i docenti non
sottovalutino i disturbi associati ai dsa: ansia,
depressione, scarsa autostima, difficoltà interpersonali,
altri disturbi psicopatologici, ed adoperarsi affinchè venga
fornito all'alunno un adeguato supporto psicologico, nei
modi ritenuti più opportuni. Per concludere vorrei dire che,
comunque, alla base di un insegnamento efficace vi è sempre
la relazione educativa tra docente ed alunno che riveste
un'importanza fondamentale nella costruzione del successo
scolastico.
DATA 13/03/2011 18.19.07 - AUTORE silviaz110q
Dopo aver ascoltato con grande interesse il corso online mi
sono resa conto di quanta sia ancora l' ignoranza nei
confronti di tutti gli alunni con DSA.Si pensa
infatti,erroneamente,che questi disturbi riguardino solo
alcune materie come lingua e matematica,di conseguenza molti
docenti non si informano adeguetamente;ho potuto inoltre
constatare di persona che anche le misure compensative e
dispensative non sono sempre applicate in modo corretto o
non lo sono affatto.Mi sembra gravissimo togliere a questi
studenti la possibilità di studiare serenamente,non solo,ma
penso che moltissimi di essi si perdano per strada proprio
per l' inadeguatezza della scuola;la nostra responsabilità
come docenti è davvero enorme e bisogna prepararsi
adeguatamente !
DATA 13/03/2011 19.23.24 - AUTORE mariaf073c
Non sono una docente di sostegno, ma i casi di DSA diventano
sempre più frequenti nelle scuole e ritengo sia doveroso
cercare di alleviare il disagio degli studenti attraverso
specifici strumenti. Quest'anno ho in classe un alunno
dislessico, molto seguito a casa, ma in parte abbandonato in
aula, anche perché lui non vuole in alcun modo che i
compagni siano al corrente della sua situazione. Quindi
servono strategie e mi auguro di riuscire a conoscerle.
DATA 13/03/2011 19.39.00 - AUTORE rosaliac286q
Sono un insegnante curriculare di scuola dell infanzia e mi
congratulo innanzitutto con tale Ente per l’opportunita’ che
mi viene offerta.Per poter parlare di D.S.A.occorre tener
presente che si tratta di persone e in questo caso di nostri
alunni che presentano difficolta’ che si manifestano
nell’acquisizione delle abilità scolastiche quali la
lettura, la scrittura e il calcolo Pertanto per aiutare
questi bambini occorre utilizzare strumenti compensativi
attuando una stretta collaborazione con gli specialisti e la
famiglia per l’individuazione di metodologie didattiche
adeguate e flessibili per i bisogni formativi,creando cosi’
un percorso didattico personalizzato per l’alunno affetto di
D.S.A.e infine favorire un ambiente educativo favorevole
all’apprendimento. Occorre che l’intervento di tipo
preventivo in ambito scolastico sia attuato già nella scuola
dell’infanzia, attraverso programmi di potenziamento dei
pre-requisiti dell’apprendimento della letto-scrittura;
cosi’ facendo si attuera’ una prevenzione che seguira’ la
diagnosi precoce, con l’attivazione di interventi tempestivi
nelle prime fasi di apprendimento della letto-scrittura.
Tale intervento deve essere realizzato considerando le
caratteristiche individuali dell’alunno, i punti di forza e
debolezza delle risorse nel il rispetto degli stili di
apprendimento del bambino stesso. In questo modo al bambino
diagnosticato precocemente e sottoposto ad un trattamento
tempestivo,si offre l’opportunita’ di migliorare lo sviluppo
delle sue competenze, di conoscere strumenti e metodologie
che gli consentono di apprendere tramite un percorso
alternativo a quello tradizionale.Il ruolo dell’insegnante
nel momento in cui riconosce che l'alunno incontra
difficoltà nel percorso scolastico o sospetta la possibile
presenza di D.S.A. deve essere quello di parlarne
tempestivamente con la famiglia, suggerendo un
approfondimento diagnostico per favorire un adeguato
sviluppo della personalita’.
DATA 14/03/2011 12.15.54 - AUTORE francescaB745J
Sono un'insegnante curricolare e ho già frequentato un corso
sui DSA nei mesi scorsi. Ritengo sia stata un'esperienza
formativa di grande valore poichè mi consente di intervenire
in modo adeguato tenendo conto delle reali difficoltà che
incontrano gli alunni affetti da DSA.
DATA 14/03/2011 21.48.00 - AUTORE Prof. Ugo Avalle
Ho letto con molto interesse le considerazioni espresse dai
colleghi sia sui DSA sia sul corso ( che ho elaborato grazie
alla disponibilità ed alla preziosa collaborazione di
ASSODOLAB )Per lungo tempo gli alunni che presentavano
difficoltà e/o disturbi dell'apprendimento sono vissuti ai "
margini" della classe e giudicati svogliati,poco interessati
al lavoro che veniva svolto in aula.L'approvazione della
legge sui DSA e le risultanze della Consensus Conference del
1 febbraio 2011 hanno fornito linee -guida importanti sia
per individuare e diagnosticare la presenza di DSA negli
alunni,sia per l'individuazione delle strategie di
intervento più opportune
DATA 15/03/2011 15.58.55 - AUTORE toninal202r
Sono un’insegnante di sostegno, durante i miei otto anni di
esperienza di lavoro con i bambini diversamente abili e con
DSA ho imparato che per aiutarli non bisogna improvvisare ma
affichè il nostro intervento sia efficace è importante
formarsi , questo corso Basic on-line sui DSA – Disagio,
Difficoltà, Disturbi Specifici di Apprendimento, penso sia
molto valido. Penso che per migliorare l’autostima di un
dislessico sia importante sapere che la sua mente funziona
esattamente come quella dei grandi geni. E’ anche importante
per loro rendersi conto che il fatto di avere problemi con
la lettura, la scrittura, l’ortografia o la matematica non
significa che siano stupidi o ritardati. Penso che sia
fondamentale nella didattica l’uso di strumenti compensativi
come il computer, la calcolatrice, la tavola pitagorica e
tabelle con le formule. Negare a un dislessico di scrivere
con il computer sarebbe come chiedere a un miope di leggere
alla lavagna senza occhiali. Questi sono strumenti che
permettono loro di dimostrare la qualità del proprio studio,
i progressi fatti, di esprimere al meglio la propria
personalità e apprendere come gli altri, visto che sono
intelligenti come gli altri.
DATA 15/03/2011 17.39.33 - AUTORE lorenzab521f
Complimenti a tale ente per l’aggiornamento che viene
offerto a noi docenti.Insegno nella scuola dell’infanzia
come insegnante curriculare e nel ruolo che occupo osservo i
piccoli che mi vengono affidati e mi e’ capitato di avere
alunni affetti da D.S.A..Tale"specificità",viene intesa come
un disturbo che interessa uno specifico dominio di abilità
(cioè lettura, scrittura, calcolo) in modo significativo ma
circoscritto, lasciando intatto il funzionamento
intellettivo generale del bambino.Il ruolo dell’insegnante
e’ innanzitutto di segnalare alla famiglia le difficolta’
riscontrate nel piccolo fin dalle prime fasi del suo
apprendimento, quando cioè inizia ad imparare a leggere, a
scrivere o a fare i conti. Tali difficoltà possono
persistere in modo più o meno marcato in adolescenza e anche
in età adulta. Per aiutare il bambino con DSA,l’insegnante
deve: creare un ambiente favorevole all’apprendimento;creare
un percorso didattico personalizzato;individuare metodologie
didattiche adeguate e flessibili per i bisogni del
dislessico;utilizzare strumenti compensativi;tenere una
stretta collaborazione con gli specialisti e la famiglia.
DATA 15/03/2011 18.32.47 - AUTORE GiovanniA_L989X
Con l'acronimo D.S.A si indicano i Disturbi Specifici di
Apprendimento che raggruppano diverse difficoltà legate alla
capacità di lettura, di scrittura, di calcolo, di
comprensione. Il MIUR già dagli anni passati aveva emanato
varie circolari relative a misure compensative e
dispensative sulla valutazione degli alunni con DSA. La
Legge 8 ottobre 2010, n. 170 dà un valore definitivo a tutte
le norme amministrative precedentemente emanate.
Interessanti le norme sulla diagnosi di DSA, documentazione
necessaria per il riconoscimento del diritto allo studio
degli alunni con disabilità. Senza tale diagnosi gli alunni
con DSA non possono avvalersi delle misure compensative e
dispensative, nè di apposite prove di valutazione. La chiara
formulazione dell'art. 1 inoltre esclude che agli alunni con
DSA possa essere assegnato un insegnante per attività di
sostegno a meno che tali Disturbi non si accompagnino ad una
disabilità certificata ai sensi della Legge n° 104/92.
DATA 16/03/2011 11.11.32 - AUTORE IGNAZIOA098M
Nel lontano 1972 è cominciata la mia avventura a scuola con
i ragazzi. Con gioia e soddisfazione ho lavorato con
centinaia di alunni,in tutta Italia,ed a oggi non finisco
mai di imparare da essi. Con essi sono cresciuto e,
soprattutto, sono rimasto giovane entusiasta e contento
della mia professione. E' vero! Sono malpagato! Arrivo male
alla fine del mese!Non importa! Faccio ciò che mi piace e mi
accontento. Come insegnante di scuola primaria faccio tutte
le materie e sono sempre pronto a cambiare ambito se
necessario. Amo fare musica con i miei alunni ed insegnare
strumento ( il flauto dolce in particolare ). La musica mi
aiuta a rendere le mie lezioni più piacevoli ed
entusiasmanti. I bambini,superato il primo momento,mi
seguono con entusiasmo e si divertono a suonare e creare
piccole melodie con musica e parole,servendosi di quaderni
pentagrammati. Sì! Nel nostro ambiente ci sono tanti
problemi. Giornalmente dobbiamo affrontare situazioni nuove:
belle e meno belle. E allora? Ho imparato a vivere la mia
giornata e basta:ad ogni giorno il suo affanno. Quando entro
a scuola,lascio fuori dalla porta i miei problemi personali
e affronto quelli scolastici. Quando esco lascio quelli
scolastici e mi carico dei miei. Così riesco a star bene ed
andare avanti. La mia lunga esprienza, a scuola e nella
vita,mi ha insegnato ad essere umile,ad accettare gli altri
come sono,a rapportarmi con essi con il massimo
rispetto,siano grandi o piccoli,e amarli.
Se,ingiustamente,mi sento ferito dal mio prossimo,mi
allontano o faccio finta di non capire e penso ai lati
positivi. Ai miei govani colleghi non sono in grado di dare
consigli. Faccio a tutti tanti auguri.IGNAZIOA098M
DATA 17/03/2011 11.14.57 - AUTORE SerenaA462L
lavoro da anni nella scuola e sono felice che inizino a
essere organizzate iniziative di formazione (anche se di
livello base) per sensibilizzare gli operatori verso le
problematiche connesse ai dsa. Troppe volte infatti sono
stati confusi i segnali dei Dsa con svogliatezza, carattere
irrequieto e diseducazione, persino! Da una parte è compiro
degli insegnanti prepararsi, aggiornarsi e non
sottovalutare, ma dall'altro lato è anche importante poter
offrire opportunità di formazione snelle, agili e adeguate
ai ritmi serrati di lavoro nella scuola e della vita di
ciascuno. Sarebbe il caso di ripetere con una certa
frequenza questi tipi di corsi per tenere sempre formati gli
operatori della scuola (qualche volta sarebbe anche il caso
di rendere proprio questo tipo di formazione obbligatoria).
DATA 17/03/2011 12.51.13 - AUTORE antonellae441f
Come recita una delle frasi significative di Claudio
Imprudente: “la disabilità pesa tanto: pesa una tonnellata!
Se però la dividiamo in due è già mezza tonnellata; se la
dividiamo in 1000 persone diventa un chilogrammo a testa; se
la dividiamo in 10000, pochi grammi”. Alla luce di queste
parole ritengo che la disabilità: deve essere considerata e
vissuta come una parte del mondo, non un mondo a parte deve
essere considerata una risorsa da valorizzare e come stimolo
sia per il rinnovamento della didattica che per una diversa
attenzione nelle dinamiche relazionali. Per condividere e
convivere con la disabilità non è sufficiente il buon senso,
ma bisogna essere preparati a cogliere i bisogni speciali e
specifici di ognuno. E’ necessario operare per una
“normalizzazione della persona” e quindi favorire un
effettivo miglioramento della qualità della vita. In primis,
la scuola deve definire, cercare e riconoscere i bisogni
educativi specifici, deve rendersi conto delle varie
difficoltà, grandi e piccole, per sapervi rispondere in modo
adeguato. Gli alunni con bisogni educativi speciali hanno
necessità di interventi tagliati accuratamente su misura
della loro situazione di difficoltà e dei fattori che la
originano e/o mantengono. Questi interventi possono essere i
più vari nelle modalità, nelle professionalità coinvolte e
nella durata.
DATA 17/03/2011 14.23.40 - AUTORE GiovannaI851I
Sono entusiasta che il corso on-line sui DSA, al quale ho
scelto di iscrivermi per arricchire la mia formazione di
insegnante, preveda la partecipazione a un FORUM. Questo è
sicuramente stimolante perché permette un confronto tra
colleghi che “operano” in ordini di scuola e, soprattutto,
contesti territoriali differenti, offrendo la possibilità di
condividere esperienze ed esprimere le proprie
considerazioni in merito ai temi proposti. Personalmente, è
il primo corso sui DSA che frequento ma, da autodidatta, ho
sempre fatto il possibile per documentarmi e aggiornarmi in
merito. Infatti, sono fermamente convinta che una delle
chiavi per fornire un aiuto concreto agli alunni con DSA da
parte di noi insegnanti sia proprio la formazione, sia
iniziale che in servizio. Solo attraverso una conoscenza
approfondita dei disturbi specifici di apprendimento si
possono realizzare interventi mirati e adottare metodologie
didattiche e criteri di valutazione adeguati che abbiano
ricadute concrete sulla vita scolastica dei ragazzi con DSA.
Mi auguro che le nuove norme in materia di DSA in ambito
scolastico diano una svolta anche in questa direzione come
previsto nell’articolo 4 della legge n.170.
DATA 17/03/2011 15.22.28 - AUTORE scianrosa
mi è capitato di trovare in classe della scuola dove insegno
lingua inglese bambini molto irrequieti, iperattivi, con
scarsissimo interesse nei confronti dell'apprendimento
scolastico e della relazione con coetanei,non ritenevo che
questi fossero vittime di un disagio ma di cattiva
volontà.Grazie a questo interessante corso sto rendendomi
conto di aver sbagliato a giudicarli tali e ve ne sono molto
grata.Molto interessanti sono sono gli argomenti trattati
nei video.A corso ultimato sarò in grado di riconoscere
meglio i bambini con D.S.A. e avrò le giuste strategie da
mettere in pratica. grazie rosa mariaG273J
DATA 17/03/2011 21.42.58 - AUTORE Prof. Ugo Avalle
Nel corso della mia attività di formatore e di Docente
universitario ho affrontato ed affronto ( anche durante
questi mesi) le tematiche del disagio,dell'handicap,dei DSA.
Sono tutte e tre strettamente collegate ed interconnesse
come affermano anche alcuni docenti che partecipano a questo
forum. Sono molto soddisfatto dal contenuto dei vari
interventi perchè è deontologicamente e professionalmente
corretto essere informati e formati anche e soprattutto sui
DSA ,per troppo tempo tenuti in scarsa considerazione.
Intendo proporre ad Assodolab una serie di interventi di
approfondimento delle argomentazioni proposte nel corso base
on-line con lo scopo di offrire a tutti i docenti
interessati una formazione di livello superiore. Nel
frattempo invito tutti i docenti ad offrire i loro
contributi al dibattito e ,se mi verrammo rivolte domande
specifiche,sarò ben lieto di fornire le risposte più
adeguate e didatticamente opportune.
DATA 18/03/2011 23.26.49 - AUTORE annamariab745r
ANNAMARIAB745R -Insegno in una scuola primaria del centro
storico e su classi a tempo pieno da circa 15 anni Le classi
in cui ho lavorato sono state sempre numerose e con un’alta
percentuale di bambini stranieri o con problematiche
dell’apprendimento. Mi accade spesso in classe di trovarmi
davanti a situazioni complesse e delicate dove è facile
perdere di vista anche gli alunni ( pochissimi) ritenuti più
vicini alla normalità. Durante questi anni si può dire che i
DSA sono stati una costante nella mia professione,
soprattutto quelli riguardanti l’area del comportamento. Le
azioni messe in atto dalla scuola per sollecitare le
famiglie nella direzione di un approfondimento specialistico
sono state infinite, ma non sempre hanno avuto seguito per
colpa della diffidenza che solitamente condiziona e limita
un’azione più efficace da parte della scuola. L’impegno però
non è mancato ugualmente e tante volte, con il sostegno del
dirigente, ho assunto la responsabilità di operare
importanti scelte didattiche che per fortuna si sono
rivelate anche valide. Quando ai bambini mancano valide
figure di riferimento capaciti di curare correttamente il
loro sviluppo psico –affettivo succede che a scuola questi
alunni soffrono un disagio che manifestano con atteggiamenti
di rifiuto. Il lavoro dell’insegnante allora diventa molto
importante per colmare queste carenze e la scuola non può
permettersi di sottovalutarle. Ogni nostro alunno è
portatore di problemi diversi ma sempre tutti importanti. Se
vogliamo aiutare i nostri alunni ad avere più fiducia nelle
loro capacità, a migliorare la loro autostima è necessario
favorire la creazione di opportunità di successo scolastico,
lavorare sulla loro motivazione ad apprendere ed esercitare
di più l’ascolto Ma per fare ciò è necessario che le
insegnanti possiedano gli strumenti giusti per mettere in
atto le azioni più utili a dare risposte adeguate.. Sono
felicissima perciò di avere avuto l’opportunità di
approfondire le mie conoscenze su queste particolari
problematiche attraverso la formazione on-line.
DATA 20/03/2011 9.32.54 - AUTORE IGNAZIOA098M
Gentilissimo prof. Ugo Avalle, mi complimento con Lei per il
lavoro svolto e la chiarezza nell'esposizione.Sarei lieto di
fare la sua conoscenza e magari ospitarlo, nel mio paesino(Aidone
(Enna)),salito agli onori della cronaca, per la sua antica
città di Morgantina,e l'arrivo,il 19/03/2011,della Venere di
Morgantina, che presto sarà possibile visitare.Comunque
vada,grazie di cuore e auguri per il suo lavoro. Voglio
ringraziare,anche, il prof.Agostino Del Buono,Direttore del
corso,per l'impegno profuso e la professionalità dimostrata.
La nvito, a concedersi un po' di riposo, e venire a visitare
Morgantina e la sua Venere.Sarò onorato di fargli da
guida.Cordiali saluti.Grazie.Ignazio A098M
DATA 20/03/2011 13.02.03 - AUTORE Prof. Ugo Avalle
L'apprezzamento per il corso base e la puntualità degli
interventi,mi inducono a partecipare ancora a questo forum
che ormai sta trasformandosi in una tavola rotonda sempre
più ampia. I quesiti più pressanti: 1) quando occorre
occuparsi dei bambini che,anche se ad un'osservazione "
naive",palesano problemi e/o difficoltà nell'apprendimento .
2) quando occorre preoccuparsi 3) individualizzare o
personalizzare l'intervento educativo 4) come si presenta
l'alunno con problemi di apprendimento e come si relaziona
nei confronti dei compagni di classe e dell'insegnante 5)
quali sono gli " strumenti" più adeguati per individuare e
poi diagnosticare i DSA Invito tutti i partecipanti al forum
a riflettere su tali interrogativi Grazie e ...buon lavoro
Avalle Ugo
DATA 20/03/2011 15.40.30 - AUTORE angelicaI452T
Insegno in una scuola primaria dove vi è una realtà
socio-culturale abbastanza complessa dove i fattori
contestuali interagiscono e influiscono due bambini affetti
da DSA. Il nostro impegno è costante anche se una buona
formazione ci può aiutare a trovare strategie d'intervento
efficaci e utili anche per genitori rassegnati, diffidenti e
disinformati. Grazie per questa opportunità.
DATA 20/03/2011 16.04.02 - AUTORE Antonella
Ringrazio l'Assodolab per avermi dato la possibilità di
frequentare il corso Basic on line sui DSA che ritengo, già
dalla prima lezione, molto interessante. Sono un'insegnante
di lettere presso una scuola secondaria di I grado e, in una
delle mie classi, si trova un alunno affetto da dislessia,
disortografia e disgrafia. Bisogna fare in modo che questi
ragazzini non si sentano "diversi" o disagiati nei confronti
dei loro compagni normodotati. E' necessario incrementare la
loro autostima e la motivazione all'apprendimento
"costruendo" un percorso educativo-didattico consono alle
loro esigenze, che gli permetta di superare, almeno in
parte, alcune difficoltà.
DATA 20/03/2011 17.48.47 - AUTORE IGNAZIOA098M
Il gioco è alla base di ogni insegnamento.Esso affascina,
tutti, e suscita curiosità.La curiosità spinge alla
conoscenza.La conoscenza ci rende liberi e consapevoli dei
nostri limiti e delle potenzialità che risiedono in noi.La
meditazione,su quanto appena scritto,mi
spinge,quotidianamente,a studiare me stesso per conoscere
meglio gli altri: " Gnosce te ipsum "( Conosci te stesso )è
il pensiero che,spesso,mi frulla per la testa.E la scoperta
dei miei difetti e debolezze,mi fa accettare,più
facilmente,quelli degli altri e dare il mio apporto se
richiesto.Ecco perchè,ancora oggi,amo insegnare e vivere la
mia giornata con i bambini.Disagio,Difficoltà,Disturbi
Specifici dell'Apprendimento si superano più facilmente con
un sorriso ed una carezza.E,l'Uomo di domani,te ne sarà
sempre grato e riconoscente. Ignazio A098M
DATA 20/03/2011 19.03.26 - AUTORE FrancescoA192O
Sono un insegnante di sostegno di un istituto superiore, e
penso sia un ottima opportunità seguire online questo corso
sui Disturbi Specifici dell'Apprendimento. E'un occasione di
arricchimento e di scambio formativo, ma soprattutto di
riflessione su una patologia così diffusa e sottovalutata
perchè, forse, non ben conosciuta.
DATA 20/03/2011 22.01.44 - AUTORE maria giuseppinaB429E
Sono un insegnante di Educazione fisica e sto seguendo il
corso base sui DSA per approfondire queste tematiche ed
essere in grado di intervenire positivamente sugli alunni
che hanno questi disturbi specifici di apprendimento e poter
dare un contributo in particolare nella mia disciplina.
Ultimamente nel mio Istituto sono stati segnalati degli
alunni con questi disturbi, alcuni dagli stessi genitori,
altri invece individuati dagli stessi insegnanti della
scuola media superiore che inizialmente pensavano che questi
soggetti non avessero un metodo di studio adeguato e che
presentassero delle lacune, ma dopo un attenta osservazione
è stato proposto ai genitori un approfondimento diagnostico
per avere eventualmente delle certezze, come in effetti è
avvenuto. Pertanto ritengo che bisogna essere competenti e
che tutto il Consiglio di classe sia informato sui mezzi
compensativi e sulle misure dispensative per mettere in
parità gli alunni che senza il loro uso sarebbero fortemente
svantaggiati e quindi discriminati ed utilizzare delle
strategie (ad es. l’uso di mappe concettuali, riferimenti di
tipo uditivo e visivo, lavoro di gruppo) che permetterebbero
di raggiungere il successo formativo anche degli altri
alunni.
FORUM PERMANENTE SULLA DISLESSIA...
DATA 21/03/2011 19.41.38 - AUTORE toninal202r
Affinché l’intervento sui bambini con DSA abbia successo è
necessario che ci sia un percorso comune tra genitori e
insegnanti, per affrontare con serenità e dialogo,le fasi
evolutive del bambino. Ognuno con le proprie competenze,ed
esperienze. Spesso genitori e educatori anziché agire in suo
aiuto si rinfacciano le responsabilità per gli interventi
sull’alunno, ciò non fa altro che nuocere al bambino. I
genitori devono porre fiducia all’educatore e l’educatore
deve pensare che il bambino che ha di fronte ha avuto la
migliore educazione possibile, e andare a correggere le
sfumature che possano risultare spigolose. Fra gli elementi
che favoriscono la riuscita di un percorso di rieducazione
di un bambino con problemi di DSA si evidenziano: la
precocità dell’intervento di recupero per evitare che
manifestazioni inadeguate e collegati deficit si trascinino
nel tempo, investendo e condizionando altri apprendimenti e
capacità del soggetto; la rieducazione e applicazione
abituale di quanto appreso, nonché un’azione congiunta fra i
vari operatori ed educatori per rinforzare e consolidare la
percezione del bambino delle sue capacità e della sua
competenza.
DATA 21/03/2011 20.03.35 - AUTORE Wan
Sono un'insegnante della scuola primaria e vorrei
condividere una riflessione... oggi c’è ancora poco consenso
sia in ambito sanitario che in quello scolastico circa il
fatto che la dislessia sia una disabilità vera e propria,
perché non c’è un’evidenza immediatamente percepibile in
termini di disabilità, almeno finchè non si assiste ad un
dislessico che legge: ma anche in tal caso qualcuno potrà
pensare che sia colpa degli insegnanti... La stessa cosa non
si verifica quando si incontra un bambino cerebroleso, nel
senso che, ad esempio, nessuno si azzarda a dire che quel
bambino non ha incontrato un buon fisioterapista! Tra un
gruppo di bambini che giocano, mentre è possibile
identificare un cerebroleso è per altri versi impossibile
identificare un dislessico, ecco perché manca per il
dislessico una chiara identità al di fuori della scuola: il
problema nasce solo quando si deve studiare, perché la
dislessia è un disturbo specifico, nel senso che riguarda
una determinata abilità e quindi non si manifesta in altri
ambiti, come ad esempio il gioco, le relazioni
interpersonali, ecc. Un’altra cosa da non dimenticare è che
una disabilità come la dislessia è un qualcosa che
accompagna una persona generalmente per tutta la vita, anche
se “non si vede”, quindi è qualcosa di più di una malattia:
è una condizione...
DATA 21/03/2011 21.07.27 - AUTORE Franca Esposito
Sono un'insegnante della scuola dell'infanzia, profondamente
convinta che noi docenti, quale che sia il grado di scuola
in cui insegniamo,abbiamo oltre che il diritto, il dovere di
formarci ed aggiornarci continuamente, per far sì che i
nostri alunni possano veramente esercitare il loro diritto
allo studio traendo il meglio dalla loro esperienza
scolastica. Ritengo inoltre che tra i nostri compiti ci sia
quello di agire sul piano preventivo-promozionale, facendo
sì che le situazioni di disagio socio-culturale di
determinati alunni non causino, per quanto è possibile,
situazioni di disagio scolastico. Per questa ragione ho
colto al volo l’ennesima occasione per formarmi attraverso
questo corso. Infatti , se è vero che nella scuola
dell’infanzia non si insegna a leggere e a scrivere, è anche
vero che i bambini che frequentano l’ultimo anno della
scuola dell’infanzia mostrano un grande interesse nei
confronti sia della lettura sia della scrittura sia dei
numeri. Poiché da ciò che ho letto, il 4% degli alunni
manifesta disturbi specifici dell’apprendimento, penso sia
importante che già dalla scuola dell’infanzia gli insegnanti
abbiano gli strumenti adatti per riconoscere i segnali che
potrebbero essere predittivi di un disturbo specifico
dell’apprendimento. Un intervento precoce sarebbe
sicuramente maggiormente efficace.
DATA 22/03/2011 8.01.03 - AUTORE Giovanni
Buongiorno a tutti, ormai sono quasi alla fine di questo
percorso base sui DSA, insegno matematica e fisica in più
istituti superiori e fino a qualche anno fa non pensavo
assolutamente di dovermi imbattere in questi "disturbi".
Proprio la discalculia mi ha travolto e superato senza che
neanche me ne accorgessi!! Infinita inesperienza!! "Lotte"
con la studentessa a far calcoli su calcoli inutilmente. Ora
grazie anche a questo corso on-line cercherò di approntare i
prossimi disagi che mi aspettanon nella mia carriera con più
forza tanto incoraggiamento per viverla con più serenità.
DATA 22/03/2011 8.25.15 - AUTORE rosaliac286q
Insegno nella scuola dell’infanzia e l’anno scorso in
collaborazione con il C.T.R.H. nei piccoli di 5 anni che
frequentavano l’ultimo anno per poi immettersi in prima
elementare abbiamo svolto un progetto, che e’ durato per
l’intero anno scolastico,che aveva il fine di individuare,
tramite test, disegni,semplici verifiche e dialoghi,i
bambini che erano affetti da disturbi specifici dell’apprendimento.Posso
affermare che e’ stata una esperienza abbastanza positiva
poiche’ avendo segnalato i casi ,con la collaborazione
stretta con la famiglia si e’ potuto procedere insieme con
la logopedista,il psicologo,la pedagogista,a interventi
mirati con strumenti compensativi che hanno evitato il
peggioramento del disturbo e l’insorgere di nuovi disagi.
DATA 22/03/2011 9.41.50 - AUTORE rossanaL219U
Da sei anni cerco di migliorare la mia didattica e il mio
approccio con gli studenti DSA. Non smetto mai di
documentarmi e provare nuove strategie per coinvolgerli nel
lavoro che svolgo in classe. A lungo termine ciò che sta
ripagando il mio impegno è l’osservazione instancabile del
loro modo di operare. Sarà pur vero che ognuno di loro
lavora secondo i propri schemi e le proprie esperienze
pregresse, ma ci sono delle caratteristiche comuni che mi
spingono ad impegnarmi con sempre maggior rigore, mi
riferisco al loro desiderio di partecipare alla vita
culturale e sociale della classe in modo attivo e ai
tentativi di mascherare i loro problemi. Anche se spesso
l’insuccesso scolastico li porta ad isolarsi o ad assumere
atteggiamenti di sfida, resta dentro questi ragazzi la
voglia di riscatto. Il compito della scuola è capirli ed
accoglierli, confidando nella loro intelligenza piuttosto
che sulle loro carenze strumentali.
DATA 22/03/2011 10.16.02 - AUTORE giuseppaf158x
sono una docente di lettere che per la prima volta in classe
mi trovo un'alunna affetta da DSA non certificata. I
genitori insistono sul problema della propria figlia che
vorrebbero fosse certificata e tutti gli insegnanti
curriculari stiamo cercando di aggiornarci attraverso la
formazione per andare incontro alle esigenze della ragazza e
della famiglia
DATA 22/03/2011 19.15.30 - AUTORE MichelaL924P
Nella mia attività di insegnante, prima da precaria nella
materia (matematica e scienze nella scuola media) poi di
ruolo nel sostegno, mi capita di incontrare spessissimo
degli alunni che appaiono demotivati, insofferenti, passivi
a qualsiasi attività proposta a scuola. Quando si va ad
indagare in maniera approfondita per cercare di trovare le
cause di questi atteggiamenti la maggior parte delle volte
ci si trova di fronte a ragazzi vivono delle situazioni di
disagio al di fuori della realtà scolastica. Questo disagio
può essere di tipo sociale, relazionale o affettivo; per
questo ritengo che la scuola dovrebbe, più che mai per
questi soggetti più deboli, sviluppare un sistema di rete
tra famiglia, scuola, servizi e territorio per un coerente e
integrato intervento rispetto alle problematiche generali e
specifiche e intervenire precocemente sulle difficoltà, i
disturbi dell’apprendimento e del comportamento.
DATA 22/03/2011 20.14.20 - AUTORE Franca Esposito
Il mio intervento di oggi si riferisce alla lezione sugli
interventi metodologico-didattici nella dislessia.
Probabilmente ciò che dirò sembrerà banale e scontato, ma
penso che le strategie didattiche mirate a facilitare
l’apprendimento degli alunni dislessici, così come
l’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi, possano
risultare estremamente utili per tutta la classe. La
presenza di un alunno dislessico perciò, se comporta
sicuramente una maggiore attenzione ed una maggiore
preparazione ed impegno nonché fatica da parte degli
insegnanti, diventa però per la classe una ricchezza.
Infatti, l’utilizzo di strumenti tecnologi, di materiali
multimediali, di immagini, schemi e grafici, così come l’uso
di strumenti compensativi come la ripetizione con diverse
modalità degli stessi contenuti per mantenere alto il
livello di attenzione o l’utilizzo di domande per verificare
la comprensione, risultano sicuramente stimolanti e
produttivi per tutti gli alunni, non solo per quelli
dislessici, facilitando e rendendo più coinvolgente il
processo di apprendimento. Altra strategia estremamente
utile non solo agli alunni dislessici ma a tutta la classe,
l’esercitazione nella verbalizzazione ed argomentazione
delle risposte, in un’epoca in cui spesso i ragazzi parlano
per sms.
DATA 23/03/2011 14.03.33 - AUTORE Giusta
Le difficoltà relative ai disturbi specifici di
apprendimento si riflettono innanzitutto sull’apprendimento
e sullo sviluppo delle competenze ma, quando queste non sono
adeguatamente e precocemente riconosciute e, di conseguenza,
comprese e affrontate in ambito scolastico, possono
determinare una serie di ripercussioni sugli aspetti
emotivi, di costruzione dell’identità, della stima di sé,
delle relazioni con i coetanei e con gli adulti. Fin dalla
scuola primaria è possibile osservare se il bambino
manifesta delle difficoltà che potrebbero evolversi in dsa
perché in questo periodo si acquisiscono i cosiddetti
prerequisiti. Quindi attuare uno screening, a partire dalla
prima classe della scuola elementare, è indispensabile per
verificare l’apprendimento dei prerequisiti. Successivamente
tra la fine della seconda elementare e la terza si può
pervenire alla diagnosi dsa (accertata da una equipe di
professionisti: neuropsichiatri, logopedisti, psicologi). In
presenza di diagnosi dsa le figure che ruotano attorno al
bambino devono collaborare insieme per redigere il Percorso
Didattico Personalizzato, dove saranno evidenziate le
strategie metodologiche-didattiche, gli strumenti
compensativi e le misure dispensative, le modalità di
verifica ecc. Gli strumenti più adeguati dunque per
individuare e poi diagnosticare gli alunni con dsa sono: lo
screening, attuato dagli insegnanti mediante alcune prove di
scrittura e lettura, e la diagnosi, effettuata da equipe di
specialisti, che deriva dalle osservazioni relative alle
capacità cognitive, alla memoria, alle abilità prassiche e
spaziali, al linguaggio e all’apprendimento del bambino. Tra
i test più usati nella pratica clinica sono: i test di
attenzione, di memoria, di correttezza e rapidità nella
lettura di liste di parole e non parole, di scrittura nella
componente di dettato ortografico, di efficienza
intellettiva, di lettura nelle componenti di correttezza e
rapidità di un brano, di calcolo nella componente del
calcolo scritto e del calcolo a mente, lettura e scrittura
di numeri.
DATA 23/03/2011 22.48.54 - AUTORE GiovannaI851I
Come ha evidenziato il Prof. Avalle nel corso delle lezioni
e come riportato nella rivista Difficoltà di Apprendimento
edito dal Centro Studi Erickson che ho avuto modo di
leggere, il bambino che presenta un disturbo di
apprendimento non riconosciuto, col tempo, può manifestare
problemi di natura comportamentale, emotivi e
socio-relazionale. Infatti, soprattutto in ambito
scolastico, sviluppa un forte senso di inadeguatezza e
frustrazione, legate ai ripetuti insuccessi, con serie
conseguenze sull’autostima e la motivazione
all’apprendimento. Tutto ciò può portare l’alunno a
rigettare il mondo della scuola con l’abbandono e/o i
fenomeni di dispersione scolastica che tutti noi conosciamo.
In effetti, le continue sollecitazioni da parte degli
insegnanti e l’incapacità da parte del discente di
affrontare con serenità le attività proposte (per lui troppo
complesse ed astratte) fanno si che si senta incompreso e,
nell’inevitabile confronto coi coetanei, non all’altezza
della situazione. Ciò che ne consegue sono spesso il
manifestarsi di atteggiamenti di chiusura e di isolamento o
viceversa di aggressività. Alla luce di quanto esposto,
risulta fondamentale che la scuola, compresa quella
dell’infanzia, attivi interventi tempestivi, idonei ad
individuare i casi sospetti di DSA degli alunni, così da
predisporre interventi precoci e ridurre il più possibile i
disagi correlati.
DATA 24/03/2011 13.51.36 - AUTORE Prof. Ugo Avalle
Gent.ma Insegnante F. Esposito, le osservazioni che Lei
porta non sono affatto banali; evidenziano,infatti,la
necessità di adottare tutti gli interventi
metodologico-didattici utili a personalizzare l'intervento
educativo rivolto ad un alunno che presenta delle difficoltà
di apprendimento. E' dovere professionale individuare la
presenza di " problemi " di apprendimento e di adottare gli
interventi di recupero adeguati. La Consensus Conference del
1 febbraio 2011 suggerisce di effettuare una diagnosi anche
durante la frequenza della scuola dell'infanzia se la
situazione dell'alunno è già tale da richiedere un
intervento specialistico.
DATA 24/03/2011 21.23.34 - AUTORE antonellae441f
Sulla base della mia esperienza e dei risultati ottenuti
durante la mia breve carriera da insegnante (6 anni) ritengo
che la progettualità didattica deve: - prevedere l’adozione
di strategie e metodologie che considerano l’alunno
protagonista dell’acquisizione del proprio sapere, quali
l’apprendimento cooperativo, il lavoro di gruppo e/o a
coppie, il tutoring - favorire la costruzione attiva della
conoscenza, attivando le personali strategie di approccio al
sapere, rispettando i ritmi e gli stili di apprendimento. I
materiali e gli strumenti utilizzati nell’attività didattica
sono molto importanti affinché i contenuti arrivino a
destinazione, per cui si devono - prevedere sussidi
didattici diversi per non stancare e per coinvolgere ed
mediatori didattici soprattuttointeressare maggiormente lo
studente, quali: pc, schemi e mappe concettuali materiali
fotocopiati libri iconico attività ludiche - prevedere,
inoltre,Internet e altri supporti informatici. tempi più
lunghi per poter sostenere e portare amisure dispensative,
quali: prove carico minore di attività termine le
verifiche assegnategli mezzi diversi: le prove possono
essere addifferenziate ed equipollenti: modalità
diverse:esempio svolte con l’ausilio di apparecchiature
informatiche (PROVE NON STRUTTURATE (stimolo aperto,
risposta aperta), PROVE STRUTTURATE (stimolo chiuso,
risposta chiusa), PROVE SEMISTRUTTURATE (stimolo chiuso,
risposta aperta). Per attuare tutto ciò è necessaria una
costante documentazione, una buona preparazione e un
continuo aggiornamento, e questa è un'ottima occasione. Per
una crescita e arricchimento professionale ritengo
FONDAMENTALE l’attivazione e la partecipazione a corsi di
questo calibro, a mio avviso ottimo sia per i contenuti sia
per le modalità di fruizione.
DATA 25/03/2011 16.34.48 - AUTORE giuseppinaI294E
Secondo me è compito della scuola primaria individuare
precocemente il problema, stando bene attenti a non dare
giudizi affrettati e sommari. Gli inseganti dovrebbero fare
una valutazione scolastica e accurata attraverso l'uso di
prove oggettive quali test, dettati ecc, per determinare se
si è davanti a un disturbo specifico dell'apprendimento.
DATA 26/03/2011 11.55.20 - AUTORE FrancescoA192O
Nel mio Istituto svolgo la funzione di referente per la
multimedialità. Ho consigliato l’uso della LIM in quanto lo
ritengo strumento adatto a tutte le discipline e un ottimo
supporto per il docente nella esposizione della lezione. Ho
notato che grazie alla possibilità di utilizzare PC
portatili anche in classe, i ragazzi hanno un maggiore
coinvolgimento e partecipazione all’esposizione stessa.
Ritengo sia favorevole e positivo che partecipino alla
didattica attraverso l’uso di contenuti multimediali come
video, immagine, testi e altro Attraverso la LIM ottengono
risultati positivi tutti gli studenti ed in particolar modo
i ragazzi con DSA: l’apprendimento viene integrato dal
grande schermo dinamico che ci da la possibilità di creare e
gestire varie risorse, anche collegati ad internet.
DATA 26/03/2011 23.01.53 - AUTORE francescaB745J
Sono convinta che questo corso sia stato anche un invito a
riflettere.Travolti dal sistema ci preoccupiamo di quanto
abbiano appreso i nostri alunni ma di rado ci chiediamo come
abbiamo trasmesso il sapere.Buon lavoro a tutti i colleghi
DATA 27/03/2011 0.53.10 - AUTORE caterinab521a
I DSA sono disturbi di origine neurobiologica e non sono
causati né da deficit cognitivi, sensoriali o neurologici né
da problemi ambientali o psicologici, pertanto il disturbo
si manifesta nella difficoltà a rendere automatici e facili
i processi di lettura, scrittura e calcolo. All’ingresso
nella scuola, per aiutare i bambini con tali disturbi,
occorre attuare tutta una serie di diverse strategie e
utilizzare a supporto strumenti compensativi e misure
dispensative , ad esempio: la calcolatrice permetterà al
bambino discalculico di essere indipendente nello svolgere
le operazioni o i problemi; il computer con programmi di
video scrittura e correttore ortografico consentirà al
disortografico un migliore controllo del testo scritto in
termini di correttezza, ma soprattutto di contenuti e forma
linguistica; un sintetizzatore vocale e i libri digitali
faciliteranno lo studio e la lettura ad un dislessico. Tutto
questo ha lo scopo di rendere quanto più possibile
indipendenti i bambini nello studio, alleviando nel contempo
le fatiche e lo stress, specifici per ogni DSA.
DATA 27/03/2011 10.26.06 - AUTORE susanna
Salve, sono un’insegnante di italiano e latino di un Liceo
Scientifico e con grande piacere e “sollievo” mi sono
iscritta a questo corso on line per imparare ad usare la LIM.
Perché sollievo? Perché la nostra scuola possiede una
lavagna LIM da diverso tempo, ma pochi insegnanti in realtà
la sanno utilizzare…Vederla lì ferma, inutilizzata,
provocava a me, ed anche agli altri docenti, un senso di
impotenza e sconforto, proprio perché sostanzialmente
incapaci di usarla! Mi rendo conto, ci rendiamo conto, che
questa nostra incapacità sottrae qualità all’insegnamento,
la mia incompetenza toglie “qualcosa” ai miei alunni.
Beninteso, non voglio sottolineare una incapacità
strutturale dell’essere docente, ma quel vago rischio in cui
possono cadere gli insegnanti quando si concentrano
esclusivamente sulla materia, sforzandosi di creare la
tradizionale lezione frontale…ciò che può accadere a me,
docente di latino, italiano e storia. Poche materie sono
così legate ai libri come queste! Scoprire le qualità della
LIM permette ad un docente delle mie materie di pensare,
progettare, spaziare in senso interdisciplinare, ma con il
valore aggiunto della memorizzazione anche per immagini e
suoni.
DATA 27/03/2011 13.10.35 - AUTORE marisaL331A
Ho seguito con grande interesse le video lezioni del corso
base sui DSA, e ho trovato degli ottimi spunti per
strutturare dei percorsi didattici per alunni con disturbo
specifico di apprendimento. Ritengo che si possano ottenere
buoni risultati programmando alcuni percorsi didattici
semplificati adatti a tutta la classe, strutturati in modo
da usare mezzi compensativi e dispensativi per gli alunni in
difficoltà, e con ulteriori approfondimenti graduali e
progressivi della disciplina. In tal modo si verrebbero a
creare delle fasce di livello, che assicurino a tutti gli
alunni una sufficiente acquisizione delle conoscenze, delle
competenze e delle abilità richieste, ma nel contempo
consentano ai più recettivi di approfondire in modo adeguato
lo studio della disciplina.
DATA 27/03/2011 16.18.08 - AUTORE VERAF052R
Ho partecipato come volontaria e socia di un'associazione di
promozione sociale ad un progetto scolastico. Sono rimasta
molto colpita dalla inadeguata preparazione del personale
che vi operava e dalla superficialità generale con cui si
interagiva con bambini che presentavano particolari bisogni.
Come é possibile organizzare tali attività senza avere
insegnanti /educatori che siano stati adeguatamente formati
e in grado di gestire situazioni particolari? E, mi chiedo,
é possibile che nessuno veda quanto é mortificante per un
bambino dislessico, essere continuamente rimproverato e
criticato per non aver saputo leggere come i suoi compagni
di classe e in breve tempo?
DATA 27/03/2011 17.45.37 - AUTORE BeatriceF979B
Sto seguendo con molto interesse le videolezioni del Corso
Base per DSA. Sono docente specialista di Lingua Inglese e
benché abbia una decina di anni di insegnamento della mia
materia alle spalle, ho ancora difficoltà per quanto
concerne il comprendere pienamente le difficoltà che questo
disturbo comporta e soprattutto ho difficoltà per quanto
concerne lo strutturare materiale e lezioni che possano
aiutare i bambini con DSA. In particolare, mi sento in
dovere di porre una critica legata alla tempistica di
attuazione dei percorsi didattici costruiti appositamente
per tali soggetti. Avendo solo 3 ore settimanali per classe
da dedicare alla mia materia, come é possibile far
funzionare un percorso elaborato ad hoc per venire incontro
alle difficoltà di ogni singolo soggetto, che abbia un
risultato veramente profiquo? Questa è una domanda a cui
ancora non riesco a dare una risposta.
DATA 27/03/2011 17.48.13 - AUTORE BeatriceF979B
Errata Corridge: [...]che abbia un risultato veramente
profiCuo?[...] Quando si dice avere problemi con la
tastiera. Vorrei avere da colleghi con maggior esperienza
rispetto alla mia, consigli e opinioni in merito. Ringrazio
DATA 27/03/2011 19.19.51 - AUTORE elisabetta
Anche se è stata per me la prima esperienza ed ho avuto
qualche difficoltà a destreggiarmi ,questo corso on - line
sulla dislessia è stato per me un valido strumento per
approfondire le mie conoscenze sui DSA ed ho trovato
soprattutto interessante la parte riguardante la Discalculia,
Dislessia e Disortografia in quanto mi hanno fornito dei
consigli e delle strtegie didattiche concrete e secondo me
molto utili.Soprattutto mi sono resa conto che
l'individuazione precoce di un DSA sia una condizione
indispensabile per evitare ad alcuni alunni che presentano
delle difficoltà nell'apprendimento anche senza esserci
compromissioni nello sviluppo cognitivo e affettivo vengano
descritti come alunni disinteressati , scarsamente impegnati
e poco integrati nella classe. Occorrebbe innanzitutto
un'attenta osservazione e valutazione che porti a capire
quale sia l'intervento adeguato da programmare e da
condividere con il Consiglio di Classe. Penso inoltre che la
massima collaborazione tra scuola e famiglia sia un fattore
fondamentale per raggiungere tali obiettivi , ma spesso a
scuola si tende a trascurare una buona relazione con
l'alunno,fattore importante con tutti gli alunni in generale
ma indispensabile con gli alunni che presentano delle
difficoltà.
DATA 27/03/2011 19.23.16 - AUTORE maria giuseppinaB429E
Sono molto soddisfatta delle lezioni on-line sui DSA ed in
particolare sugli Interventi Metodologici Didattici che
rappresentano un valido aiuto per tutti gli insegnanti.Ma se
un ragazzo “scopre” di essere dislessico quando frequenta la
scuola superiore, questi avrà la possibilità di recuperare e
superare le difficoltà, nonostante gli strumenti
compensativi e le misure dispensative, se non ha usufruito,
fin dalla scuola primaria, di quelle strategie
indispensabili a superare i DSA?Indubbiamente ogni
insegnante, componente il Consiglio di classe, farà il
possibile, ma a quale prezzo e fatica per l’alunno che
presenta tali disturbi?A tal proposito sarebbe utile che un
equipe specializzata nella scuola primaria proponesse in
modo sistematico e approfondito dei test, per individuare
subito i DSA ,di conseguenza gli insegnanti,con gli
Interventi Metodologici Didattici adeguati,faranno in modo
che non ci siano differenze tra gli alunni e che ognuno
possa raggiungere il proprio traguardo intellettuale.
DATA 27/03/2011 19.36.24 - AUTORE mariaf073c
Il corso “DSA – Disagio, Difficoltà, Disturbi Specifici
dell’Apprendimento” fornisce ai docenti una posizione
privilegiata, sia perché permette una osservazione del mondo
della scuola in situazione di disagio e di specifiche
disabilità, sia perché favorisce una programmazione
razionale e sulla base di determinati obiettivi. La
conoscenza scientifica sull’argomento, associata a una
continua attività di ricerca, all’aggiornamento dei
contenuti disciplinari e all’attenta valutazione dei
processi d’apprendimento, rendono sicuramente il lavoro del
docente efficace e attento ai bisogni di ogni singolo
alunno. All’inizio del presente percorso di formazione,
avevo puntualizzato gli obiettivi che mi prefiggevo di
conseguire durante queste ore di formazione e tra questi la
priorità era data a conoscere i diversi problemi legati al
DSA e ai possibili metodi di insegnamento e a saper
impostare attività individualizzate per studenti in
difficoltà. Alla fine del corso, posso affermare che tali
finalità sono state in buona parte raggiunte.
FORUM PERMANENTE SULLA DISLESSIA...
DATA 27/03/2011 20.10.28 - AUTORE mariaf073c
Il progetto formativo proposto è risultato interessante ed
efficace dal punto di vista didattico in quanto esamina i
bisogni formativi dell’allievo e nel contempo favorisce gli
scambi culturali tra i docenti. Considerate le difficoltà
degli alunni con DSA, è importante che gli allievi siano al
centro dell’attività didattica, siano ripagati per la
realizzazione del loro lavoro e si sentano seguiti a livello
individuale e inseriti nel contesto classe, diventando nel
contempo maggiormente consapevoli delle loro capacità e dei
limiti, arrivando a formulare richieste d’aiuto in modo
tempestivo cui segua l’immediata risposta del docente. Per
favorire l’integrazione e il processo formativo degli
studenti con DSA è inoltre necessaria l’interazione del
gruppo docente che deve essere in grado di utilizzare le
nuove tecnologie e di interagire non solo con l’allievo in
situazione di disagio, ma con l’intero gruppo classe.
DATA 28/03/2011 15.28.22 - AUTORE rossanaL219U
Ho ascoltato con piacere, e più volte di seguito le lezioni.
La precisione della descrizione del disagio scolastico, mi
ha colpita in modo particolare. Partecipando a vari eventi
formativi e divulgativi, sulla dislessia, ho avuto
l’impressione che qualche relatore stia banalizzando questo
aspetto. Io sono colpita proprio dalle conseguenze che
subisce un alunno non riconosciuto e/o non supportato. Per
anni abbiamo operato senza conoscere queste problematiche,
per fortuna dei ragazzi l’aggiornamento dovrebbe metterci in
allarme, eppure per quanto mi sforzi di far passare queste
informazioni molti restano convinti che si tratti di
esagerazioni e che la pigrizia sia l’unica vera causa. Anche
numerosi genitori si comportano in maniera tale da nuocere
ai figli, si vergognano, rifiutano le diagnosi, non mettono
al corrente il ragazzo delle proprie caratteristiche …
Ritengo che operare con coscienza sia difficile, come
insegnante ho lottato più volte contro queste frustrazioni.
Mi sono chiesta se fosse giusto insistere per avere una
diagnosi, se avere contro colleghi increduli e permalosi
fosse indispensabile oppure, lasciar perdere mi avrebbe
evitato numerosi inconvenienti. Partecipare a questo corso
mi ha rimotivata: se questi ragazzi possono incorrere in
tutti questi aspetti del disagio, vale la pena insistere con
le proprie posizioni. Grazie.
DATA 28/03/2011 19.57.40 - AUTORE Anna924f
Ringrazio il Presidente e gli operatori dell’Associazione
Assodolab, che hanno divulgato attraverso le scuole questa
iniziativa di formazione, aperta a tutti. Sono una docente
che ha avuto esperienza di insegnamento in tutti gli ordini
di scuola. Secondo la mia esperienza, ritengo sia
fondamentale proporre forme di screening precoce, sin dalla
scuola dell’infanzia ma ancor più nei primi anni della
scuola primaria. In particolare, nel caso di alunni con
Disturbo Specifico di Apprendimento, dalle considerazioni
che emergono anche in letteratura è opportuno procedere con
una diagnosi precoce al fine di apportare i giusti
interventi compensativi.
DATA 29/03/2011 10.10.41 - AUTORE giusy
Vorrei ringraziare l'ASSODOLAB per avermi dato la
possibilità di formarmi soprattutto sul problema della
dislessia. Il corso ha analizzato la situazione di
apprendimento del bambino dislessico facendo il punto su ciò
che si può fare in particolare a scuola e in famiglia,
indicando i materiali più adatti per una didattica
specializzata e per un buon lavoro a scuola.
DATA 29/03/2011 10.37.26 - AUTORE VERAF052R
Ho partecipato con interesse al Corso sui DSA erogato da
Assodolab e mi congratulo con il Prof. Agostino Del Buono
per la scelta di trattare tale argomento e con il Prof.
Avalle per la chiarezza nell'esposizione dei materiali di
studio che ci sono stati forniti. Parlando con alcune mamme,
ho a lungo riflettuto su quanto sia facile, per alcuni
ragazzi con dsa, abbandonare la scuola, incrementando il
fenomeno della dispersione scolastica. Davvero é così ardua
impresa utilizzare strategie e spiegazioni diverse da quelle
convenzionali?
DATA 29/03/2011 17.30.42 - AUTORE giuseppinaI294E
Salve, prorio oggi è arrivata a scuola la diagnosi di
un'alunna affetta da dislessia e acalculia. Mi sono subito
documentata e sono venuta a conoscenza che l'acalculia è la
completa incapacità di operare a livello matematico. Nelle
lezioni non viene affronato questo aspetto, forse perchè si
manifesta di rado?
DATA 29/03/2011 17.57.57 - AUTORE lorenzab521f
Nella mia esperienza di insegnante ho potuto constatare che
i bambini con D.S.A. non presentano lo stesso tipo di
disturbo, ogni piccolo presenta delle caratteristiche
diverse,pertanto va seguito e trattato con modalita’ e tempi
differenziati . Già nella scuola dell’infanzia (età
prescolare tra i 3 e i 5 anni) è possibile osservare se il
piccolo manifesta delle difficoltà che in futuro possono
trasformarsi in D.S.A.Occorre,quindi prevenire cio’
attraverso la somministrazione di test di screening,schede
di osservazione e disegni liberi e strutturati che
consentono di individuare i bambini a rischio di
apprendimento della letto-scrittura. Seguira’ la diagnosi
precoce in collaborazione con la famiglia e i servizi
sanitari di competenza, con l’attivazione di trattamenti
tempestivi fin dalle prime fasi di apprendimento della
lettura e della prescrittura.
DATA 29/03/2011 20.17.46 - AUTORE domenicoc351w
Sono veramente contento di aver seguito questo corso online,
anche se devo dire il vero, all'inizio ero molto scettico,
invevce andando avanti nelle varie lezioni,ho capito sempre
più che il discorso si faceva sempre più intrigante , ma
soprattutto apprendevo che trattare con i ragazzi affetti da
DSA e completamente differente dagli alunni h con cui io
giornalmente mi approccio, bisogna possedere molta pasienza
, molta buona volontà ma sopratutto si deve essere
competenti, niente può essere lasciato al caso, ne tantomeno
andare a tentoni, bisogna essere molto attenti, studiare
aggiornarsi e ricordarsi sempre che ogni caso è sempre
diverso dall'altro....spero vivamente di poter far tesoro di
quello che ho appreso, e che questo sia l'inizio di un lungo
cammino..
DATA 29/03/2011 20.26.48 - AUTORE MichelaL924P
Ho seguito con molto interesse questo corso on-line
organizzato dalla Assodolab. Ho trovato che l’argomento sia
stato sviluppato in maniera efficace ed esaustiva sia per
gli insegnanti alle prime esperienze con problemi legati ai
DSA sia per gli insegnanti già “navigati” come me che hanno
potuto trarre spunto per utilizzare strategie didattiche
vincenti per venire incontro agli alunni che hanno questo
tipo di difficoltà. La mia riflessione si ferma sulla
necessità della sempre più precoce e tempestiva diagnosi del
DSA nei bambini che si apprestano ad affrontare la scuola.
Ritengo che questo stia alla base di tutto, perché se questo
problema non viene identificato nei primi anni della scuola
primaria, tramite la valutazione di un esperto nel campo dei
disturbi dell'apprendimento, le conseguenze possono
risultare irreparabili. Se il bambino dislessico è
sottoposto a un metodo d'apprendimento usuale, egli riuscirà
solo con un grande dispendio di energia e concentrazione a
ottenere risultati che per i suoi compagni e per il suo
maestro sono quasi banali. Durante la scuola dell'infanzia è
possibile effettuare una valutazione dei prerequisiti per
l'abilità di lettura, in modo da poter intervenire
precocemente e rafforzare delle competenze eventualmente
carenti. Anche se la diagnosi di dislessia può essere fatta
solo in classe seconda o terza della scuola primaria, i
segnali del disturbo possono essere colti molto prima
(quando il bambino affronta l'apprendimento della lettura e
della scrittura) ed è opportuno intervenire subito
rimandando le difficoltà di apprendimento aumentano e con
questa il disagio.
DATA 30/03/2011 10.21.01 - AUTORE francescaB745J
Ho letto che l'abilita' di calcolo è stata classificata come
una capacità multifattoriale comprendente diverse
funzioni(capacità verbali,spaziali e di memoria).L'acalculia
è frequentemente menzionata negli studi di neurologia
nonostante la ricerca indirizzata specificatamente
all'analisi dell'acalculia sia rara.L'interrogativo posto
dalla collega puo' essere lo spunto per approfondire questo
disturbo anche nei corsi organizzati da questa associazione.
DATA 30/03/2011 14.24.22 - AUTORE Prof. Ugo Avalle
A proposito dei due interventi sulla discalculia e
sull'acalculia , faccio presente che la seconda riguarda un
argomento già molto specifico di cui ho ritenuto non parlare
nel corso base. A brevissimo risponderò a tali quesiti,
compreso quello della collega sulle difficoltà di
insegnamento della moltiplicazione ad un alunno
discalculico. Ringrazio per la puntualità degli interventi
che costituiscono altrettanti stimoli all'approfondimento
della tematica sui DSA
DATA 30/03/2011 19.10.56 - AUTORE PaolaB049Y
Al termine del corso di formazione voglio condividere con i
colleghi, con i formatori e con gli organizzatori la mia
personale riflessione sul percorso affrontato e sugli
effetti prodotti su di me. Con l’acquisizione di nuove
conoscenze sono aumentate le consapevolezze relative ai DSA
e al ruolo del docente nei confronti dei bambini/ragazzi che
ne sono affetti. La definizione di disgrafia, disortografia,
dislessia e discalculia e dei sintomi che accompagnano
ciascuno dei sopraelencati disturbi, mi hanno offerto la
possibilità di fare chiarezza su aspetti che in certa
letteratura, falsamente specialistica, risultano ambigui e
confusi. Credo, in sintesi, di possedere ora alcuni
strumenti per comprendere, almeno in parte, situazioni di
disagio che prima non riuscivo a decodificare.
L’esemplificazione delle strategie didattiche e di alcuni
errori nei quali frequentemente si cade aprono uno
spiraglio, rappresentano un’opportunità per ulteriori
sviluppi e approfondimenti e offrono spunti per una
riflessione allargata a tutta la metodologia utilizzata
all’interno della classe. Ho apprezzato inoltre la
possibilità d’intervenire nel forum dedicato inteso come
spazio di condivisione e di dibattito e sono lieta di sapere
che potrò usufruirne anche a corso ultimato.
DATA 30/03/2011 21.05.22 - AUTORE angelicaI452T
Ho seguito con interesse il corso online e alla luce di
tutto ciò che ho appreso sento di fare alcune riflessioni.
Credo innanzitutto che sia fondamentale una diagnosi precoce
per poter effettuare un intervento individualizzato.Infatti
i bambini non sono tutti uguali e i disturbi, pur avendo
caratteristiche comuni si manifestano in modo differente in
ogni bambino.Vanno osservati con pazienza e professionalità,
pensando che noi diventeremo i loro punti di riferimento,
senza sottovalutare alcun segnale. Ribadisco inoltre che la
famiglia può aiutare noi insegnanti solo se li mettiamo
nelle condizioni di affrontare con responsabilità il
problema, adottando un linguaggio semplice e diretto.
Puntiamo alla qualità dell'insegnamento anche in situazioni
limite.
DATA 30/03/2011 21.11.40 - AUTORE antoninaF158B
Ho trovato le lezioni molto interessanti e credo fermamente
che tutti i docenti dovrebbero approfondire queste tematiche
per operare tempestivamente ,attraverso strategie
individualizzate e metodi adeguati al recupero dei soggetti
affetti da DSA.
DATA 31/03/2011 0.54.50 - AUTORE Concettaf158x
Siamo giunti ormai alla fine del corso e posso ben dire che
i contenuti sono ottimi e i consigli didattici utilissimi..
ringrazio il tutor e l'associazione Assodolab per questa
possibilità. Alla luce di quanto letto e detto, è necessario
considerare che, anche se finalmente abbiamo una legge che
tutela i diritti degli studenti, è altresì vero, che il
problema è attuare un cambiamento culturale dal decorso irto
di ostacoli, tutt'altro che semplice e immediato…..essere
dislessici non significa soltanto scrivere e leggere con
difficoltà, ma avere una struttura di pensiero diversa. Non
si parla abbastanza di questo e secondo me trascurare questo
aspetto costituisce un fattore fondamentale dell'insuccesso
scolastico. Come insegnante di sostegno spero di fare del
mio meglio giorno dopo giorno e faccio tesoro di una cara
ragazza dislessica ormai alle superiori… mi disse qualche
giorno fa “ IO PENSO IN 3D” e ha detto tutto!
DATA 31/03/2011 11.16.55 - AUTORE Giovanni
Buongiorno a tutti, ultimo giorno di corso base DSA .... che
stranezza! Non pensavo assolutamente che un semplice
acronimo come D S A potesse nascondere un mondo gigantesco
dentro di sè. Seguendo le lezioni on-line ho fatto un tuffo
nel mio passato scoprendo dei motivi che mi portavano ad
avere tanta difficoltà nella lettura, scambio delle
consonanti e una super concentrazione che mi portava il mal
di testa. A quel tempo non era sicuramente il primo problema
della maestra ma ora grazie alle nuove leggi emanate si
potranno aiutare tanti ragazzi che magari si trovano un
attimo "emarginati" perchè un passo più indietro rispetto
agli altri. Spero tanto che non si abbusi di ciò, arrivando
a comporre classi "Ghetto" ma si cerchi di pensare più al
benessere dello studente che non togliere dei pesi
all'insegnante. Come insegnante sono quasi pronto, dopo
questo corso, a mettermi nuovamente in gioco e affrontare
nuove sfide. Buona giornata a tutti e alla prossima.
DATA 31/03/2011 20.19.29 - AUTORE Antonella
Ringrazio i professori Del Buono e Avalle per aver
affrontato argomenti così delicati con competenza e
chiarezza. Concordo sul fatto che bisogna intervenire
precocemente diagnosticando in tempo i disturbi
dell'apprendimento per evitare fenomeni quali, per esempio,
la dispersione scolastica. Tutti i docenti del Consiglio di
Classe devono agire sinergicamente, con pazienza adottando
delle tecniche adeguate. Come ho potuto apprendere da questo
corso i ragazzi con DSA non sono affetti da alcuna
patologia, anzi, sono per alcuni versi più in gamba dei
ragazzi cosiddetti "normodotati"... Non dimentichiamoci dei
grandi dislessici della storia quali Carlo Magno, Einstein,
Napoleone, John Lennon...
DATA 31/03/2011 22.40.51 - AUTORE BeatriceF979B
Sto terminando di vedere i filmati per la terza volta e mi
rendo conto di sentirmi un pò meno sola ad affrontare le
problematiche di insegnamento che coinvolgono i bambini
D.S.A. Scopro con soddisfazione di aver costruito sino ad
ora, anche se in modo "istintivo" percorsi adatti a loro,
pur non avendo una buona conoscenza delle difficoltà che
questi disturbi provocano né una ottimale conoscenza della
metodologia da applicare. Penso di poter migliorare molto la
mia didattica, in funzione del sempre più alto numero di
alunni con problematiche del genere (arrivo ad averne anche
4 per classe, nel migliore dei casi). Grazie alla Assodolab
posso iniziare a sperimentare con maggior fiducia nuove
strategie di intervento.
DATA 31/03/2011 23.22.46 - AUTORE GiovanniA_L989X
con l'approvazione della legge sui DSA sicuramente le
famiglie degli alunni con problemi specifici faranno
richiesta di certificazione per poter usufruire degli
strumenti dispensativi e compensativi. è importante che
anche la scuola ponga una particolare attenzione
nell'informare correttamente le famiglie.
DATA 01/04/2011 9.43.16 - AUTORE SerenaA462L
mi riferisco alla lezione sull'approvazione della legge che
riconosce e definisce i disturbi specifici di apprendimento.
Mi pare di poter affermare che si tratta di un passo
importante sulla strada delle buone pratiche di osservazione
e intervento in ambito scolastico sui bambini affetti da
Dsa. Finalmente questa legge riconsce l'esistenza di quei
disturbi, circoscrivendoli e specificandoli, separatamente
da quelli che possono essere disturbi caratteriali o
psicologici di altro genere, ma soprattutto, questa legge,
stimola la scuola a riconoscere precocemente i segnali e a
intervenire in maniera più adeguata possibile sugli alunni.
Non meno importante della parte teorica e dedicata alla
didattica differenziata, sono gli stanziamenti previsti per
l'acquisto e l'utilizzo degli strumenti compensativi:
strumenti a volte costosi e di complessa gestione da parte
di personale non sempre molto formato al loro utilizzo. Un
risultato importante, questo dell'approvazione della legge
sui Dsa, infine, anche per le famiglie dei bambini affetti
da disturbi quali discalculia, disgrafia, dislessia.Un
grande successo insomma che rende ancora più importante, a
mio avviso, l'aggiornamento e la formazione del personale
della scuola.
DATA 03/04/2011 19.05.56 - AUTORE Anna924f
Ritengo che un buon insegnante debba comunque formarsi e
informarsi. Nelle classi abbiamo situazioni diversificate
che dovrebbero portarci ad interventi personalizzati per
quanto non sempre sia possibile. E’ vero dobbiamo fare
tanto, è doveroso trattare “tutti con i “guanti bianchi”,
perché ciascuno in una fase evolutiva di crescita ha un suo
percorso, i suoi tempi e le sue difficoltà. Il fatto stesso,
come dimostrato in numerosi studi, sulla base di analisi
retrospettive, sappiamo che nella classe seconda (scuola
primaria) non è ancora possibile fare previsioni
attendibili, (per ciò che attiene la velocità di lettura)
Nella classe terza elementare, è già possibile stabilire il
grado di severità della dislessia evolutiva, in quanto in
quell’età il dato è ormai stabilizzato pertanto è
espressione attendibile del deficit. Come risulta anche da
recenti studi condotti in Italia (P.E.Tressoldi, C.Vio.
M.L.Lorusso, A. Facoetti, R.Iozzino, 2003), i quali hanno
confrontato otto diverse ricerche sul trattamento della
lettura, in soggetti dislessici, rispetto ai parametri di
efficacia ed efficienza. Dalla ricerca, sono risultati più
efficienti ed efficaci i trattamenti concentrati
sull’automatizzazione del rapporto tra sillabe e
corrispondenze fonologiche mediante l’utilizzo di software
creato ad hoc, in particolare ispirato al Balance Model che
fa riferimento anche alle componenti neurofisiologiche del
processo di lettura. Risultano fondamentali in questo senso
gli strumenti compensativi e dispensativi per i soggetti con
DSA. Un particolare Grazie per l’esaustività e la semplicità
dell’esposizione degli argomenti proposti.
DATA 08/04/2011 15.48.50 - AUTORE cinziadp
Sono molto soddisfatta del nuovo corso sui DSA che mi ha
permesso di approfondire argomenti e problematiche con cui
noi docenti oramai ci confrontiamo ogni giorno. Con il
termine“disturbo dell’apprendimento” si indicano tutte
quelle difficoltà psicologiche e neurologiche che limitano
le capacità e il potenziale comunicativo di una persona.
Occorre ricordare che un disturbo dell’apprendimento non
comporta necessariamente un basso livello d’intelligenza, o
un’incapacità innata nell’imparare. I bambini che ne
soffrono hanno difficoltà in quelle forme di apprendimento
che si realizzano attraverso la lettura, la scrittura o il
calcolo. Tali problematiche sono dovute essenzialmente a un
disturbo di apprendimento delle informazioni, che rende
difficile imparare attraverso i metodi tradizionali
d’insegnamento.
www.assodolab.it
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