002..:: 25.07.2010
Alcuni pulsanti della LIM Interwrite e la costruzione del
triangolo e cerchio.
CERIANO LAGHETTO - MI..:: È fuor di dubbio che il senso della vista sia la
principale modalità con cui gli individui conoscono il mondo
e ne fanno esperienza e, dal punto di vista anatomico, buona
parte della corteccia cerebrale è coinvolta nel processo
della visione: detto ciò, pertanto, alcuni studiosi
riconoscono che l’apprendimento tramite la vista sia
superiore ad apprendimenti basati sulla stimolazione di
altri canali, poiché l’utilizzo di materiale visivo nella
didattica agevola i processi mnemonici.
A partire dall’inizio del XIX secolo si è prestata molta
attenzione, soprattutto nel mondo anglosassone,
all’apprendimento visivo nella didattica, basti pensare che
è di quel periodo il Visual Learning Movement che pubblicava
cataloghi di audiovisivi per le scuole statunitensi e
sosteneva la necessità di diffondere gli audiovisivi in
alternativa ai media tradizionalmente utilizzati nella
didattica. Già negli anni ’20, all’interno della National
Education Association viene creato un Visual Instruction
Department e dagli anni ’50 si diffonde l’uso didattico
della televisione con svariati canali dedicati alla
didattica volti alla trasmissione di contenuti molto
elevati. Dagli anni ’60 si lascia sempre più spazio alle
nuove tecnologie per favorire l’apprendimento e vengono
portate avanti svariate sperimentazioni didattiche con il
computer.
È con Howard Gardner e la sua teoria delle intelligenze
multiple che viene sottolineato e riconosciuto a livello
planetario il ruolo di quella che viene definita
intelligenza visuo-spaziale.
Le nuove tecnologie, le tecnologie didattiche e i new media,
soprattutto con l’avvento del web 2.0, si basano sull’idea
che le immagini veicolino i contenuti dell’apprendimento in
maniera molto diretta e incisiva e che la multimedialità
favorisca l’apprendimento sia per quanto riguarda i tempi
che i contenuti.
Nel panorama delle tecnologie didattiche, relegate da sempre
nel laboratorio di informatica con conseguente poco impatto
sulla strutturazione delle lezioni, si sono imposte da
qualche anno le LIM, acronimo che sta ad indicare le Lavagne
Interattive Multimediali, strumento dalle numerosissime
potenzialità in ogni campo della didattica.
Le LIM, oltre a favorire un apprendimento di tipo uditivo,
grazie al possibile utilizzo di musiche, suoni, audio vari,
voci narranti registrate, stimolano soprattutto
l’apprendimento visivo, grazie a uno schermo dinamico di
grandi dimensioni, sul quale è possibile creare e gestire
molte risorse: immagini statiche, disegni degli alunni,
grafici, immagini satellitari grazie al collegamento alla
Rete, filmati, a cui è possibile applicare una serie di
tecniche molto accattivanti, quali l’hide-and-reveal (“nascondere-e-mostrare”,
consiste nel coprire con dei cartellini immagini o
definizioni oppure in una specie di “effetto sipario”), il
drag-and-drop (“trascinare-e-spostare”, gli elementi sulla
pagina possono essere spostati per collegare concetti,
evidenziare relazioni e così via), il matching (“combinare”,
per esplicitare visivamente la corrispondenza tra elementi
grafici o testuali equivalenti) e l’Animation (“animare,
rendere dinamico”, permette di ingrandire, rimpicciolire,
ruotare elementi grafici e testuali allo scopo di dimostrare
e illustrare concetti).
Una serie di competenze sono stimolate e favorite
dall’utilizzo degli elementi visivi, siano essi statici o
dinamici, e tra queste possiamo sottolineare il
miglioramento negli studenti delle capacità di astrazione,
di memorizzazione dei concetti, l’apprendimento cooperativo,
la motivazione e il coinvolgimento attivo, nonché il
potenziamento delle abilità di analizzare e processare
l’informazione.
Tutto quanto detto finora vale per tutti gli studenti ed è
soprattutto nei confronti dei ragazzi con disturbi specifici
dell’apprendimento (DSA) che la LIM costituisce un vero e
proprio punto di svolta: difatti, le lavagne interattive
multimediali possono rappresentare un beneficio sia come
strumento compensativo, dato che offrono la possibilità di
apprendere attraverso canali alternativi alla
letto-scrittura, sia come strumento per proporre attività di
recupero e potenziamento. I bambini e i ragazzi con disturbi
specifici d’apprendimento faticano a fruire i tradizionali
testi scritti, mentre sono molto facilitati dall’aspetto
multimediale e interattivo della LIM, che, oltre alle
possibilità di ascolto, consente la visualizzazione delle
immagini esemplificative dei concetti e soprattutto permette
di impostare un’architettura visuale dello spazio, sia
grafico che testuale, che facilita la memorizzazione:
l’ancorare i contenuti di una lezione a materiale
multimediale semplifica l’apprendimento di chi ha difficoltà
nella letto-scrittura, offrendo anche la possibilità, a
differenza della lavagna d’ardesia, di salvare tutte le
lezioni. Il privilegiare il canale visivo e il linguaggio
iconico, per concludere, associato al promuovere una scuola
del “fare”, porta la didattica con la LIM in primo piano nel
processo di inclusione degli alunni con disturbi
d’ap-prendimento, poiché le attività divengono sempre più
interattive e cooperative, mettendo in luce le abilità di
tutti i ragazzi.
Erika Daria Torello
Note e riferimenti:
H. Gardner - Intelligenze multiple, ed. Anabasi, Milano
1994.
H. Gardner - Intelligenze creative. Fisiologia della
creatività attraverso le vite di Freud, Einstein, Picasso,
Eliot, Gandhi e Martha Graham, Feltrinelli, Milano 1994.
H. Gardner - Formae mentis. Saggio sulla pluralità
dell’intelligenza, Feltrinelli, Milano 1987.
E. Morini - La grammatica dell’interattività, in G. Biondi A
scuola con la Lavagna Interattiva Multimediale, ed. Giunti,
Firenze 2008.
www.assodolab.it
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