040..:: 09.11.2013
Nella foto, la soprano, Luciana Distante.
Proseguiamo questo «percorso musicale» a
cura di Luciana Distante, soprano. E' una iniziativa
dell'Assodolab riservata a coloro che amano la "buona
musica" e gli "autori del passato" che ci accompagnerà per tutto l'anno 2013 su
queste pagine web del nostro Supplemento di informazione
on-line
www.lasestaprovinciapugliese.it
La prossima uscita sarà il prossimo sabato.
La Redazione
Prof. Agostino Del Buono
Regione Puglia, LECCE..:: Il rinnovamento della
musica italiana nel XX secolo e il suo aggiornamento sulle
posizioni del gusto europeo contemporaneo furono conseguenza
della forte voglia di cambiamento, di innovazione, di
guardare avanti e dimenticare quanto di doloroso e tragico
aveva lasciato in eredità la terribile II guerra mondiale.
Numerosi movimenti culturali sorti in Europa, accomunati
dall’atteggiamento di ricerca di nuove espressioni, prendono
il nome di AVANGUARDIA. Questo fenomeno assume le
caratteristiche di FUTURISMO in Italia e Russia,
ESPRESSIONISMO in Germania, DADAISMO e SURREALISMO in
Francia, IMAGISMO in Gran Bretagna e ha come suo unico scopo
quello di apportare un radicale rinnovamento nell’arte, sia
attraverso la forma espressiva, sia attraverso i contenuti,
sia attraverso la stessa destinazione nuova e rivoluzionaria
dell’opera d’arte.
Le caratteristiche di queste correnti d’avanguardia sono di
differente entità:
Atteggiamento di “avventuroso entusiasmo e attivismo” tipico
del futurismo, nel quale confluisce, come nel dadaismo, il
NICHILISMO;
Atteggiamento di “opposizione o antagonismo” che ha per
oggetto il pubblico filisteo borghese, in senso
esclusivamente intellettuale e morale, oppure coinvolge le
nuove e le vecchie generazioni;
Atteggiamento di “catastrofe o agonismo” tipico della
letteratura di Kafka o di origini esistenzialistica.
In Letteratura si sentì la necessità di rompere
completamente con il passato e con la tradizione, rifiutando
il sistema senza compromessi; irrompere con il
capovolgimento totale del comportamento e della morale, per
togliere a questa rivoluzionaria letteratura, la possibilità
di essere confusa con gli altri prodotti commerciali.
Antitradizionalista per eccellenza l’avanguardia si propose
un’assoluta originalità, “la negazione della storia”, la
decisione di non inserirsi su nessun terreno concreto e
limitato, a favore di una sperimentabilità e di una
inventabilità inesauribile di linguaggi e di forme.
Cosi anche nell’arte, peculiare fu la stesura di manifesti
programmatici in cui vengono enunciati i principi e gli
scopi del movimento. Ma i primi decenni del XX secolo
rappresentano l’era tipica delle avanguardie per il numero e
la qualità delle proposte innovatrici quali
l’espressionismo, il cubismo, il futurismo, il dadaismo e il
surrealismo, i quali hanno in comune l’atteggiamento di
forte polemica nei confronti dell’arte accademica e della
vita sociale.
Nella Musica il superamento della sintassi musicale
tradizionale e del romanticismo ottocentesco è l'elemento
comune delle esperienze, anche diversissime, delle
avanguardie storiche. Tra le posizioni di A. Schönberg e di
I. Stravinskij, che con schematica approssimazione possono
essere considerati i due poli estremi delle vicende musicali
dei primi decenni del Novecento, si inseriscono figure come
B. Bartók, P. Hindemith, G. F. Malipiero, E. Satie. Per
l'attuale avanguardia musicale, le cui prime manifestazioni
risalgono agli anni intorno al 1950, assume agli inizi un
peso decisivo la lezione di Schönberg e dei suoi allievi A.
Berg e A. Webern: ma, mentre in questi compositori, pur
nella totale dissoluzione del linguaggio tonale e nell'uso
della dodecafonia, rimanevano presenti alcune categorie
compositive tradizionali (per esempio strutture formali
precostituite), le nuove generazioni radicalizzano
quell'esperienza applicando la cosiddetta “serializzazione
integrale” (vedi seriale e Olivier Messiaen). Perciò con P.
Boulez (n. 1925), L. Berio (n. 1925) , K. Stockhausen (n.
1928), B. Maderna (1920-1973), L. Nono (1924-1990), H.
Pousseur (n. 1929) e altri, che si raccolgono intorno ai
corsi di Darmstadt, non ha più senso riferirsi a una
dimensione predeterminata del linguaggio musicale.
Il rifiuto di ogni organizzazione tradizionalmente
precostituita (non si accetta più nulla di “prefabbricato”,
non solo un accordo, come faceva già Schönberg, ma nemmeno
una forma, una combinazione ritmica, ecc.) pone il
compositore di fronte a un compito completamente nuovo. In
una prima fase (esauritasi intorno al 1960) caratterizzano
il metodo compositivo dell'avanguardia atteggiamenti di
razionalistico rigore, tendenti ad una organizzazione
(quella seriale) estremamente complessa.
La nuova posizione di fronte all'evento sonoro conduce a una
sempre più approfondita analisi del suono in tutte le sue
componenti, e a una diversa concezione dello spazio e del
tempo musicale: si giunge in breve allo strutturalismo, così
chiamato perché il pezzo si organizza per strutture, gruppi,
scariche, fasce sonore, cioè per agglomerati fonici non più
distinguibili nelle loro singole componenti. Essi richiedono
una percezione globale e si dispongono nel tempo quasi come
statici pannelli. Parallelamente si compiono le esperienze
della musica concreta ed elettronica. Superato lo
strutturalismo, a partire dal 1960 ca. diventa più difficile
parlare, per l'avanguardia, di una koinè linguistica: una
svolta importante è segnata dall'introduzione dell'alea,
cioè dell'elemento casuale, che può essere inteso solo come
controllato arricchimento del fare compositivo ma può
configurarsi, per esempio in J. Cage (1912-1992), come
radicale reazione al tradizionale concetto di musica, in
nome di un atteggiamento irrazionalistico o anche mistico.
Un simile atteggiamento rivela anche la statica,
contemplativa dimensione in cui si colloca la musica di M.
Feldman (1926-1987) o di altri americani. Un particolare
significato assume, nelle più recenti esperienze,
l'interesse per il teatro musicale o, più genericamente, per
il “gesto” esecutivo. In qualche caso una composizione può
ridursi a indicazione dei gesti che l'interprete deve
compiere per eseguirla.
Questo atteggiamento, da intendersi in chiave neodadaista,
assume, in forme e modi diversi, il significato di tragica
testimonianza del non-senso, del negativo. Ad esso si
possono variamente ricondurre le opere di M. Kagel (n.
1931), D. Schnebel (1930), F. Donatoni (n. 1927), o le
estenuate distillazioni sonore di S. Bussotti (n. 1931).
Luciana Distante
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