036..:: 12.10.2013
Nella foto, la soprano, Luciana Distante.
Proseguiamo questo «percorso musicale» a
cura di Luciana Distante, soprano. E' una iniziativa
dell'Assodolab riservata a coloro che amano la "buona
musica" e gli "autori del passato" che ci accompagnerà per tutto l'anno 2013 su
queste pagine web del nostro Supplemento di informazione
on-line
www.lasestaprovinciapugliese.it
La prossima uscita sarà il prossimo sabato.
La Redazione
Prof. Agostino Del Buono
Regione Puglia, LECCE..:: Lucrezia Borgia,
nobildonna italiana di origine spagnola, donna astuta e
affascinante fu per molto tempo considerata un personaggio
conforme ai comportamenti del mondo cortigiano
rinascimentale italiano, un mondo tradizionalmente ritenuto
corrotto e perverso. Le colpe di cui fu accusata, già in
vita, anche in conseguenza dell’odio suscitato dai suoi
familiari, vennero poi ampliate e rese leggendarie tanto da
divenire il soggetto di varie opere d’arte, letterarie,
plastiche e musicali, tra cui l’ opera lirica Lucrezia
Borgia di G. Donizetti.
Lucrezia Borgia nacque a Subiaco, oggi in provincia di Roma,
il 18 aprile del 1480. Era figlia del cardinale spagnolo
Rodrigo Borgia, arcivescovo di Valencia, divenuto Papa della
chiesa cattolica nel 1492 con il nome di Alessandro VI, e di
Vannozza Cattanei, donna mantovana, amante di Rodrigo per 15
anni. Lucrezia fu l’unica figlia femmina (ebbe 3 fratelli di
nome Cesare, Giovanni e Goffredo) e visse nell’ambiente
della corte pontificia nel periodo in cui il Papa era più un
sovrano temporale, ossessionato dallo sfarzo, dal benessere
e soprattutto dalla sete di potere, che un capo spirituale.
La vita delle donna fu fortemente legata alle fortune e alle
ambizioni politiche della sua potente famiglia che adottò le
teorie politiche d’ispirazione machiavelliana e che fu
accusata di quella grave corruzione morale sessuale, tipica
dei papati rinascimentali.
Suo padre ed il fratello Cesare organizzarono per lei
diversi matrimoni con uomini importanti e potenti. All’età
di 11 anni Lucrezia era stata promessa in moglie già due
volte ma in entrambi i casi il padre sciolse i fidanzamenti.
In seguito, all’età di 13 anni fu pianificato il matrimonio
con Giovanni Sforza, allo scopo di creare un’alleanza con la
potente famiglia milanese. Questo matrimonio fu un evento
scandaloso, ma non più di altre celebrazioni del tempo,
tant’è che era in uso, a quei tempi, l’abitudine per cui il
padre della sposa faceva da testimone all’avvenuta
consumazione, nella prima notte di nozze. Quando la presenza
degli Sforza alla corte papale non fu più congeniale ed
opportuna, lo stesso Giovanni cercò rifugio e appoggio dallo
zio Ludovico il Moro a Milano, ma non ottenne di avere
Lucrezia con se. A questo punto i Borgia accusarono Giovanni
di essere un marito solo di nome e non di fatto, mentre
Giovanni accusò Lucrezia di essere l’amante del padre e di
suo fratello. La famiglia di Lucrezia insistette per
ottenere l’annullamento del matrimonio, mentre Giovanni ne
affermò la validità poiché era stato consumato. Con un gesto
di sfida estremo sia i Borgia che lo zio di Giovanni
chiesero al giovane di dimostrare la sua virilità davanti a
tutti , ma egli rifiutò. Per risolvere la questione fu
deciso di far esaminare Lucrezia e, una volta dichiaratane
la virgo intacta, il matrimonio fu nullo. Nel periodo del
processo, Lucrezia ebbe una relazione clandestina, dalla
quale nacque un bimbo in segreto. Questo bambino, battezzato
con il nome di Giovanni, passerà alla storia come “l’infante
romano” e diverse saranno le versioni sulla sua storia.
Successivamente Lucrezia si unì in matrimonio ad Alfonso
D’Aragona, duca di Bisceglie. Entrambi sacrificati alla
ragion di stato, presto si innamorarono l’una dell’altro, ma
quando il Papa decise di stringere un’alleanza con la
Francia, venne assassinato il marito, lasciando soli
Lucrezia e il loro neonato primogenito Rodrigo D’Aragona.
Dopo un periodo di lutto a Nepi, Lucrezia rientrerà a Roma,
nelle grazie del padre.
Allo scopo di rafforzare la signoria di Cesare in Romagna il
Papa diede Lucrezia in sposa ad Alfonso I D’Este, erede
legittimo del ducato di Ferrara. Nonostante le premesse
negative e la nomea che perseguita Lucrezia, ella riuscirà a
farsi rispettare, se non proprio amare dal marito. Al
contempo, un’adorazione particolare le rivolse il poeta
Pietro Bembo dedicandole “Gli Asolani”. Dal matrimonio con
Alfonso nacquero 6 figli, ma solo 4 sopravvissero
all’infanzia. Morto il padre, la vita di Lucrezia fu
tracciata. Ella morirà, infatti, all’età di soli 39 anni a
causa di una setticemia a seguito di un parto.
Come ho anticipato, il personaggio storico di Lucrezia
Borgia è stato fonte di ammirazione ed ispirazione per molti
artisti, in particolar modo per Gaetano Donizetti nell’
omonima opera.
Nell’opera, Lucrezia Borgia è la moglie di Alfonso I D’Este,
duca di Ferrara. E’ considerata una donna malefica, sino a
divenire la personificazione del diavolo. Tutta la vicenda
ruota attorno al personaggio del figlio Gennaro, nella
realtà si tratta di Giovanni, quel figlio illegittimo avuto
prima del matrimonio con Alfonso D’Aragona. Il disprezzo
che, nell’opera, Gennaro, assieme ad alcuni suoi amici,
dimostra verso i Borgia nell’atto di sfregiarne lo stemma
(al posto di Borgia si legge Orgia) sarà lo stesso
dimostrato da Burcardo di Strasburgo, maestro di cerimonie
in Vaticano. Secondo quest’ultimo Lucrezia ed il padre
organizzavano sabba satanici, tra cui il noto “ ballo delle
castagne”, ossia un’orgia ideata da Cesare. Il maestro
accusò Lucrezia di avere rapporti incestuosi con il papa e
con suo fratello Cesare, arrivando ad asserire che l’infante
romano sarebbe nato proprio da un incesto e che molti
delitti dei familiari fossero dovuti alla gelosia che i due
uomini provavano per lei. Un importante tema che si sviluppa
nella trama è poi quello dei delitti. Sia nell’opera che in
altre leggende e versioni si asserisce che Lucrezia
utilizzava del veleno per vendicarsi. Sembra avesse un
anello che immergeva quotidianamente in un veleno di sua
invenzione: cospargeva di arsenico le viscere di un maiale
appena ucciso, poi quando la massa putrefatta era secca
veniva ridotta in polvere e bastava immergere l’anello nella
polvere perchè la sostanza tossica uccidesse in 24 ore fra
atroci tormenti. Nell’opera Lucrezia è costretta a
vendicarsi del misfatto commesso da Gennaro versando al
figlio del veleno nella coppa, ma consegna solo a lui
l’antidoto. Nella realtà storica non ci sono fonti che
attestino quale sia stata la vera causa della morte del
figlio e se, dunque, questa coincida con la versione fornita
dall’opera. Di un altro delitto si è invece certi: fu senza
dubbio un assassinio la morte del marito Rodrigo D’Aragona
ucciso, per alcuni, dall’uomo di fiducia del fratello Cesare
con un pugnale, per altri dai Borgia compresa Lucrezia,
ormai succube delle decisioni di suo padre.
Sicuramente leggende e dicerie scaturiscono dall’odio
profondo che i Borgia erano riusciti ad attirare a sé, tanto
che la riforma luterana ebbe origine come risposta alla
condotta immorale del papa Alessandro VI.
Luciana Distante
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