008..::.30.03.2013
Nella foto, la soprano, Luciana Distante.
Proseguiamo questo «percorso musicale» a
cura di Luciana Distante, soprano. E' una iniziativa
dell'Assodolab riservata a coloro che amano la "buona
musica" e gli "autori del passato" che ci accompagnerà per tutto l'anno 2013 su
queste pagine web del nostro Supplemento di informazione
on-line
www.lasestaprovinciapugliese.it
La prossima uscita sarà il prossimo sabato.
La Redazione
Prof. Agostino Del Buono
Regione Puglia, LECCE..:: Don Giovanni ha incontrato
nel nostro secolo un’attenzione specialissima da parte di
tutti i maggiori interpreti. In particolare, si ricordano
gli allestimenti salisburghesi diretti da Bruno Walter
(1934-37, protagonista Ezio Pinza, forse l’interprete più
mitizzato del ruolo mozartiano), Clemens Krauss (1939) e
Wilhelm Furtwaulmngler (1950, ’53 e ’54, sempre con Cesare
Siepi nei panni del libertino), e poi da Dimitri Mitropoulos
(1956), Karl Böhm (1958 e ’77) e Herbert von Karajan (1960,
’68 e ’87, in quest’ultima versione con Samuel Ramey
protagonista), Riccardo Muti (1991) e Daniel Barenboim
(1994, regia di Patrice Chéreau). Al festival di
Glyndebourne (1936), Fritz Busch fece risorgere con moderna
attenzione lo stile mozartiano, consegnando con la sua
interpretazione dell’opera (documentata in disco) un esempio
perfetto e un modello ideale alle successive generazioni
d’interpreti. Di grande prestigio è stata anche la lettura
data da Hans Rosbaud negli anni Cinquanta al festival di
Aix-en-Provence. In Italia, si deve ricordare il celebre
allestimento diretto da Thomas Schippers a Spoleto con le
scene di Henry Moore, l’esecuzione radiofonica di Carlo
Maria Giulini del 1970 (protagonista Nicolai Ghiaurov),
l’inaugurazione scaligera del 1987 affidata a Riccardo Muti
e Giorgio Strehler (protagonista Thomas Allen), nonché
l’allestimento al Maggio musicale fiorentino del ’90, con
l’accoppiata Zubin Mehta direttore e Jonathan Miller
regista. Grande successo ha infine avuto una versione
cinematografica dell’opera, realizzata da Joseph Losey nel
1978, interamente girata nella cornice sontuosa delle ville
palladiane sul Brenta. La parte musicale del film è stata
diretta da Lorin Maazel, con un ottimo cast vocale formato
da Ruggero Raimondi, José van Dam, Edda Moser, Kiri Te
Kanawa e Teresa Berganza.
Ciò detto, è però opportuno sottolineare che ci sono stati,
nella storia delle rappresentazioni mozartiane, alcuni
interpreti che non solo hanno lasciato una forte impronta ma
che hanno saputo rendere la loro interpretazione del
personaggio così personale e caratteristica da divenire un
modello per le interpretazioni successive.
È il caso di Francesco Benucci, (Firenze, 1745 – Firenze,
1824). Famoso basso comico, tra il 1769 e il 1782 cantò a
Pistoia, Venezia, Roma, Milano, poi a Madrid, e
successivamente si trasferì a Vienna, dove, apprezzatissimo
da Mozart, ebbe una grande fortuna. Dopo una deludente
esperienza presso il King’s Theatre di Londra, rientrò nella
capitale austriaca per interpretare Leporello nel Don
Giovanni di Mozart nel 1788, in una versione perfezionata
dal compositore (con l’aggiunta del duetto tra Zerlina e
Leporello e l’aria del tenore Dalla sua pace), e una serie
di prime rappresentazioni e repliche di Antonio Salieri.
All’occhio acutissimo di i Mozart non sfuggì il tratto
distintivo del canto di Benucci. L’estro mimetico e la
straordinaria sapienza interpretativa del cantante italiano,
capace di creare sulla scena una realtà poetica non sempre
vincolata ai dettami del testo, dovettero giocare un ruolo
non indifferente nella definizione del gusto teatrale del
musicista. L’incontro fu tra i più felici della carriera
teatrale di Mozart e segnò una tappa importante in quel
laborioso processo di assimilazione della esperienza
italiana che sta alla base del suo teatro musicale. La
perfetta rispondenza del cantante alle esigenze dell’autore
e la capacità di coglierne le intenzioni più riposte,
piegando la sua fine arte dell'improvvisazione alle
necessità del testo, furono elementi essenziali. Alla prova
generale egli cantò l'aria "Non più andrai" con la massima
velocità e a piena voce, fino all'ultima frase, che cantò
invece con voce stentorea e tenorile, mimando perfettamente
lo scherno di Figaro per le velleità galanti dell'imberbe
Cherubino. Il pubblico riservò all'opera un successo
clamoroso che si rinnovò puntualmente nel corso di tutte le
nove repliche. L'aria "Non più andrai", vero pezzo forte del
Benucci, fu eseguita, a quel che pare, anche separatamente
in concerto, preceduta da un recitativo scritto
appositamente da Mozart e sempre su testo di Da Ponte.
La collaborazione del cantante con Mozart si protrasse
ancora per alcuni anni, sempre con la stessa felicità di
risultati. Il 4 maggio 1788 Benucci fu Leporello alla prima
viennese del Don Giovanni che ebbe quattordici repliche, e
il 26 gennaio 1790 sostenne, sempre al Burgtheater, la parte
di Guglielmo alla prima di Così fan tutte, che ebbe dieci
repliche. È accertato che Mozart scrisse nel dicembre del
1789 l’aria di Guglielmo "Rivolgete a lui lo sguardo" (K
584), su testo di Da Ponte, appositamente per Benucci che
con tutta probabilità la eseguì a parte in concerto.
Resta certamente alla storia la sua interpretazione di Don
Giovanni: egli aggiunse alla sua recitazione sciolta e
perfetta una voce di basso straordinariamente rotonda, bella
e piena. Tanto perfetto era il cantante, quanto eccellente
l’attore.
Un altro storico interprete mozartiano è senza dubbio Luigi
Bassi (Pesaro, 5 settembre 1766 - Dresda, 13 settembre 1825)
che, a soli ventidue anni, ha cantato il ruolo del Conte
Almaviva alla prima di Praga di Mozart, Le nozze di Figaro.
Non possiamo poi non accennare a Cesare Siepi (Milano, 10
febbraio 1923 – Atlanta, 5 luglio 2010) che, formatosi
presso il conservatorio della sua città, debuttò nel 1941,
appena diciottenne, a Schio nel ruolo di Sparafucile in
Rigoletto. Nel 1953 fu scelto da Wilhelm Furtwängler per il
Don Giovanni al Festival di Salisburgo; tale ruolo fu
particolarmente importante nella carriera di Siepi, che ne
divenne per lungo tempo interprete di riferimento. La
notevole estensione, unitamente alla capacità di modulare
una voce imponente secondo le caratteristiche del ruolo e
alle doti d'interprete, gli hanno permesso di affrontare un
repertorio particolarmente vasto ed eterogeneo, rendendone
difficile (caratteristica frequente dei grandi cantanti)
l'attribuzione ad una precisa tipologia vocale.
Anche il debutto internazionale di Ruggero Raimondi
(Bologna, 3 ottobre 1941) nel 1969 avvenne sotto il segno di
Mozart al Glyndebourne Festival come Don Giovanni.
John Mackenzie Donald Brownlee (Geelong, 7 gennaio 1900 –
New York, 10 gennaio 1963) è stato un importante baritono
del ventesimo secolo. Era infatti il principale baritono del
Metropolitan Opera negli anni ’30 e ‘40 ed è stato famoso i
suoi ruoli da baritono leggero. Lasciò l'incisione
discografica del Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart,
diretta da Fritz Busch nel 1936.
Anche Ezio Pinza (Roma, 18 maggio 1892 – Stamford, 9 maggio
1957), un perfezionista che curava i suoi personaggi in
tutto: trucco, costumi, recitazione, fu un magnifico Don
Giovanni, ruolo che interpretò più di 200 volte: un vero e
proprio record.
Negli anni quaranta formò con Alexander Kipnis una coppia di
bassi leggendaria (uno per tutti il Don Giovanni del 1942
diretto da Bruno Walter).
Simon Keenlyside (Londra, 3 agosto 1959) baritono inglese
che ha studiato zoologia, a Cambridge, ha fatto il suo
debutto operistico presso l'Opera di Stato di Amburgo nel
ruolo del Conte di Almaviva ne Le nozze di Figaro. Nel
frattempo, ha cantato a Ginevra (Amleto), San Francisco (Pelleas),
Sydney (Figaro), Berlino (Figaro), Parigi (Papageno e
Guglielmo), al Metropolitan Opera di New York (Belcore), al
Teatro alla Scala di Milano (Papageno e Conte Almaviva sotto
Riccardo Muti), Ferrara (Don Giovanni sotto Claudio Abbado),
e presso la Royal Opera House, Covent Garden (Belcore,
Marcello, Guglielmo e Conte d'Almaviva sotto Haitink).
Rientrato alla Scala (Papageno), al Metropolitan Opera
(Marcello) e Parigi (Dandini e La Cenerentola e Yeletsky in
Pique Dame). Fece il suo debutto presso la Staatsoper di
Vienna (Figaro e Marcello) e la Bayerische Staatsoper
(Marcello e Wolfram), e cantato il suo primo Orfeo a
Bruxelles, Londra e al Aix-en-Provence Festival.
Infine, Ildebrando D’Arcangelo (Pescara, 1969),
basso-baritono italiano, di fama internazionale. Ha
intrapreso lo studio del canto nel Conservatorio "Luisa
d'Annunzio" di Pescara, sotto la guida di Maria Vittoria
Romano, e si è quindi perfezionato a Bologna sotto la guida
di Paride Venturi. Nel 1989 e 1991 ha vinto il “Concorso
Internazionale Toti Dal Monte di Treviso” e vi ha debuttato
con le opere Così fan tutte e Don Giovanni di Mozart.
Luciana Distante
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