007 ..:: 03.06.2022
..:: Il Maestro clarinettista Massimo
Santaniello in un momento prima dell’esibizione.
TRINITAPOLI ..:: Accanto agli Istituti
e ai Conservatorio di Musica già operanti nell’Ottocento
(Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Venezia),
nella prima metà del Novecento furono aperti nuovi Istituti
e Licei (poi denominati Conservatori) che contribuirono
notevolmente ad ampliare la cultura musicale italiana.
Accanto a queste istituzioni “ufficiali”, anche nei piccoli
centri furono create nuove scuole popolari di musica, spesso
istituite all’interno di ospizi e orfanotrofi, che
prevedevano anche l’insegnamento del clarinetto. Queste
furono notevolmente ampliate e incoraggiate durante il
Ventennio fascista tanto che anche nei più piccoli e
sperduti centri della penisola furono attive bande musicali
di giovani balilla o dell’O.N.D. (Opera nazionale
Dopolavoro), con relativo maestro di musica.
Come venivano reclutati i docenti?
In gran parte dell’Ottocento la maggior parte dei docenti
venivano assunti per “Chiara fama” e reclutati tra le prime
parti delle orchestre o bande cittadine, secondo invece le
normative vigenti del Novecento, gli stessi accedevano
all’insegnamento dopo aver superato i relativi concorsi per
titoli ed esami banditi periodicamente dai singoli
Conservatori. Pur tuttavia, pochissimi furono i concorsi
effettivamente banditi, nei quali, quasi sempre, ci si
limitava alla sola valutazione dei titoli artistici e
didattici.
Programmi e durata degli studi.
Normalmente nei Conservatori e Licei Musicali, la durata
degli studi oscillava tra i 5 e i 6 anni, mentre nelle
scuole di musica comunali e bandistiche era ridotta a 2-3
anni.
Come dalla metà dell’800, gran parte dei Conservatori e
Licei adottavano propri programmi di studio, mentre per gli
esami finali si attenevano alle disposizioni previste dal
Regio Decreto n° 108 del 2 marzo 1899 che prevedeva ben sei
prove: 1) esecuzione di un pezzo estratto a sorte fra 6
preparati dal candidato; 2) esecuzione di uno studio di
perfezionamento estratto a sorte fra 6 prepararti del
candidato: 3) esecuzione di un pezzo d’insieme scelto dalla
commissione esaminatrice 24 ore prima dell’esame; 4)
interpretazione di un pezzo di media difficoltà assegnato
dalla commissione, previo studio di 3 ore a porte chiuso; 5)
Lettura a prima vista e trasporto; 6) interrogazione sul
metodo d’insegnamento, sulla storia, tecnica e costruzione
del clarinetto. Dimostrare la conoscenza teorica e pratica
degli strumenti congeneri e dar prova di conoscere le opere
dei migliori compositori ed autori italiani.
Con il D.L. del 5 maggio 1918, pur lasciando a
ciascuno istituto la facoltà di compilare i propri programmi
di studio, vengono istituiti, tra l’altro, nuovi corsi per
le esercitazioni d’insieme per strumenti a fiato e
d’orchestra. Quest’ultima doveva essere composta dai
professori e dagli alunni ritenuti idonei dal direttore che
ne curava anche la direzione.
Con il R.D. n. 1945 dell’11 dicembre 1930, furono
nuovamente uniformati a livello nazionale i programmi degli
esami e la durata degli studi, fissata in 7 anni per il
Clarinetto, di cui 5 per il Corso inferiore e 2 per il Corso
superiore. Ancora una volta, però, le disposizioni
ministeriali riguardavano solo i programmi degli esami
intermedi e finali e non contenevano indicazioni sul
percorso didattico e sui relativi programmi di studio. Fonte
di un malumore diffuso, questi programmi furono poi
ulteriormente esasperati da una serie di direttive del
regima fascista miranti a sottomettere alle rigide regole di
autarchia nazionale anche il percorso formativo dei
musicisti: Con decreto del 1° novembre 1941 fu istituita una
commissione per l’Autarchia musicale, incaricata di valutare
e rivedere i metodi di studio in vista di una riforma
radicale dell’istruzione musicale italiana.
Quali erano le prove previste per il compimento del corso
inferiore e quello del corso superiore che prevedeva il D.L.
del 5 maggio 1918?
Per il Compimento corso inferiore erano previste: 1)
Esecuzione di un pezzo da concerto con accompagnamento di
pianoforte; 2) Esecuzione di due studi estratti a sorte fra
i seguenti: Cavallini 30 Capricci (ed. Ricordi) n. 3 op 1;
n. 4 op 2; n. 4 op 3; n. 3 op 4; n. 2 op 5; Baermann 12
esercizi op 30 (ed. Costellat), nn 3 e 6; R. Stark 24 studi
op 49 (ed. Schmid), nn 2, 3, 6, 9 e 23. 3) Esecuzione di un
pezzo di media difficoltà assegnato dalla commissione tre
ore prima dell’esame preparato dal candidato in apposita
stanza; 4) Lettura a prima vista di un brano di media
difficoltà e trasporto di un facile brano per clarinetto in
La e in Do. Per la prova di cultura, bisognava poi dar prova
di saper suonare il clarinetto basso e di conoscere la
costruzione dello strumento. Mentre per gli esami del
diploma erano previste le seguenti prove: Esecuzione del
concerto di Weber n2 per clarinetto e pianoforte e di un
pezzo da concerto a scelta del candidato. 2) Esecuzione di
due Studi estratti a sorte fra sei presentati dal candidato
e scelti fra i seguenti: Stark: 24 Grandi Studi op 51 (ed.
Schmid), nn 3, 4, 9, 12, 15 e 20. Magnani: 10 Studi –
Capriccio di grande difficoltà (ed. Evette e schaffer), nn
3, 8 e 10. Marasco: 10 studi (ed. Ricordi), nn 2, 4 e 6. 3)
Esecuzione di un importante brano assegnato dalla
commissione tre ore prima dell’esame e preparato dal
candidato in apposita stanza. 4) Lettura estemporanea di un
importante brano e trasporto non oltre un tono sotto o sopra
di un brano di media difficoltà. Per la prova di cultura,
infine, era prevista l’esecuzione e concertazione di un
brano di musica d’insieme per strumenti a fiato, assegnato
24 ore prima dell’esame e, per la storia del clarinetto,
bisognava dar prova di conoscere la più importante
letteratura e i metodi didattici più noti. Dal 1941 con
L’autarchia musicale cambiarono un po’ di cose.
Cosa cambiò effettivamente con il decreto del 1° novembre
del 1941?
Fu istituita una commissione incaricata di
valutare e rivedere i metodi di studio in vista di una
riforma radicale dell’istruzione musicale italiana. Per la
sottocommissione di clarinetto furono nominati Agostino
Gabucci, Carlo Luberti e Temistocle Pace. Successivamente
con una circolare del 18 novembre 1942, il ministro Bottai
sollecitava i direttori del conservatorio di musica e degli
istituti musicali pareggiati a prendere visione, insieme ai
docenti delle varie discipline, degli elenchi di testi
stilati dalle varie sottocommissioni allo scopo di apportare
eventuali modifiche o aggiunte.
La proposta elaborata dal conservatorio di musica di Milano,
per ovvi motivi, includeva molte pubblicazioni didattiche
scritte o revisionate da Almiro Giampieri, all’epoca unico
professore di clarinetto del medesimo istituto, e
comprendeva solo autori e pubblicazioni italiane, così come
previsto dallo spirito autarchico fascista. Il rapido
precipitare verso la catastrofe bellica della Seconda Guerra
Mondiale, non permise poi l’attuazione di questo progetto e
i programmi del 1930 rimasero “ufficiali” per molti decenni
ancora.
Nel prossimo articolo parleremo dei Metodi e studi, della
musica d’insieme e le prime esibizioni pubbliche: i Saggi di
classe.
Massimo Santaniello
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