034 ..:: 30.09.2022
..:: Sopra, una cartolina storica, firmata
nel 1904 dal violinista e compositore Eugène Ysaÿe.
TRINITAPOLI ..:: Il terzo movimento, invece,
è impostato in modo inverso rispetto al secondo: il tema è
esposto all’inizio del movimento, e ad esso seguono sei
variazioni. Nell’esposizione si susseguono accordi in
pizzicato, e la voce acuta di ciascuno di essi corrisponde a
una nota del tema del «Dies Irae». Notevole è l’utilizzo del
doppio metro 3/4 - 5/4.
La scelta della tonalità di Sol maggiore rende di primo
acchito la presenza del tema del «Dies Irae» meno evidente
all’orecchio dell’ascoltatore, perché “mascherata”
dall’impiego della tonalità relativa maggiore di quella del
tema originale: Mi minore. Questo aspetto “spettrale” del
tema potrebbe essere la ragione del titolo «Danse de Ombres»
di questo movimento.
Sopra, Figura 1, Ysaÿe, Preludio Op.27 n.2,
III mov.
Nel passare da una variazione all’altra si
nota un progressivo aumento dell’articolazione ritmica e
dello spessore sonoro. Le prime due variazioni sono
caratterizzate dalla cantabilità tipica della danza
pastorale; particolarmente rilevante è l’utilizzo, durante
l’intera seconda variazione, del pedale di tonica (corda
vuota di Sol), che evoca l’effetto tipico della zampogna.
Sopra, Figura 2, Ysaÿe, Preludio Op.27 n.2,
III mov.
Nel corso delle prime quattro variazioni si
nota anche una graduale diminuzione del valore delle note
che si accompagna ad un uso sempre più frequente dei
cromatismi; tali caratteristiche conferiscono, al passo che
comprende queste prime variazioni, una direzionalità
slanciata in avanti e sempre più incalzante. Il culmine è
raggiunto nella quarta variazione, in cui il tema si cela al
di sotto di una cascata di scale cromatiche legate
nell’arco, per poi spostarsi sulla voce superiore, mentre i
cromatismi passano alla seconda voce.
Sopra, Figura 3, Ysaÿe, Preludio Op.27 n.2,
III mov.
Entrambe le voci, comunque, espongono ma non
completano il tema; la seconda volta esso si interrompe
bruscamente e degenera in una scala discendete, che anticipa
uno degli aspetti peculiari della quinta variazione.
Quest’ultima è infatti caratterizzata da doppie terzine
legate nell’arco in ripide sequenze discendenti ed alternate
a sequenze ascendenti. Queste terzine hanno una immediata
somiglianza con quelle che ricorrono nel tema dello
«Scherzo-Tarantella» Op.16 di Wieniawski, anche se
l’articolazione è palesemente diversa. Ciò suggerisce che
Ysaÿe abbia subito una certa influenza da parte del virtuoso
polacco; dalle fonti si intuisce che molto probabilmente
Ysaÿe debba avere non solo ascoltato, ma anche direttamente
suonato i pezzi di Wieniawski.
L’audace impiego dei cromatismi trova il suo culmine nella
sesta variazione, in cui le rapide successioni di quartine
discendenti e ascendenti richiamano il carattere della
variazione precedente. Naturalmente, con l’utilizzo delle
quartine, la densità di note contenute in ciascuna misura
aumenta, con conseguente aumento di dinamismo e conferimento
alla variazione di una struttura ritmica ben articolata.
Il movimento si conclude con la ripresa del tema, esposto
inizialmente in pizzicato, questa volta eseguito con l’arco.
Pesanti accordi si susseguono con riprese d’arco al tallone.
Ad incrementare l’intensità di questa ripresa contribuiscono
la pausa di semiminima nel primo movimento della battuta
conclusiva, che da un forte senso di sospensione, e il Sol#
al basso nell’accordo di quinta di dominante di La minore
che occupa il secondo movimento della battuta. Questi
elementi ritardano la successiva modulazione e cadenza sulla
tonica della tonalità di impianto (Sol maggiore), donando
alla battuta conclusiva uno spiccato senso di tensione verso
la conclusione.
Sopra, Figura 4, Ysaÿe, Preludio Op.27 n.2,
III mov.
Antonella Defrenza
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